31 ottobre 2008

Ospedale Gioia T. chiude chirurgia, Pbc: ennesima dimostrazione di mala sanità.

Gioia Tauro, 31 ott. 2008

Ai Commissari Straordinari del Comune di Gioia Tauro
Fax 0966 500193

Al Commissario straordinario dell’ AZIENDA SANITARIA PROVINCIALE DI R.C., Via Sant’Anna II tronco 18/a, 89128 Reggio Calabria
Fax 0965/347321

Al responsabile dell’Ufficio Tecnico ex ASL 10
89015 PALMI

e, p.c. Al Direttore Sanitario
Ospedale Giovanni XXIII,
89013 Gioia Tauro

ESPOSTO

Gioia Tauro – la U.O. di Chirurgia Generale del P.O. di Gioia Tauro trasferita dal 3/11/2008 a Scilla. Per Pbc ennesima dimostrazione di mala sanità e scarsa, anzi nulla, attenzione per le urgenze sanitarie coperte da Chirurgia, ossia un bacino di oltre 80.000 cittadini, 1.500 lavoratori portuali e circa 2.500 lavoratori extracomunitari non censiti nella Piana.
La soluzione l’hanno trovata subito, come è accaduto per tutti gli altri reparti scomparsi nel tempo dall’Ospedale di Gioia Tauro: il trasferimento cosiddetto “provvisorio”.
Dei pregi dell’Ospedale Giovanni XXIII, unica struttura che in quanto a posizione strategica nel cuore della Piana ed a potenziale “fruibilità” non teme confronti con nessuno, non se ne sono mai accorti né li hanno mai segnalati i politici, né il personale dipendente di quella struttura, né la quasi totalità dei manager sanitari e direttori vari, che hanno ignorato la “composizione” e la “delicatezza” del vasto bacino d’utenza del Giovanni XXIII, che non potevano permettersi di non sapere quello che sarebbe successo.
Chi avrebbe dovuto controllare che la “normale manutenzione” della struttura venisse fatta periodicamente e a regola d’arte per evitare che il passare del tempo producesse quei danni sul tetto da infiltrazione d’acqua e quel black out in sala operatoria, che hanno avuto come immediato e gravissimo risultato la chiusura di chirurgia? Ossia un reparto “salvavita” e proprio laddove la vita è molto più a rischio rispetto a tutto il territorio calabrese per densità di popolazione.
Si pensi solo che mettendo insieme gli abitanti di Gioia Tauro ab.17.762, Rizziconi ab. 7.650, Rosarno ab. 15.051, San Ferdinando ab. 4.339, Taurianova ab. 15.799 e Palmi ab. 19.435 (solo alcuni centri che si servono del reparto di chirurgia di Gioia Tauro) si arriva ad un totale di 80.036 abitanti che rimarrano sguarniti di una chirurgia nelle prossime vicinanze; oppure si pensi agli oltre 1500 lavoratori portuali che giornalmente si riversano nell’area portuale di Gioia Tauro e sono a rischio di incidenti rilevanti.
Bene tutte queste persone da oggi in poi dovranno andare a Scilla, senza che alcuno abbia tenuto in considerazione le proibitive condizioni autostradali per arrivarvi, che a causa dei continui e perenni lavori in corso, con intere carreggiate chiuse, rendono lunghissimo qualunque tragitto oltre che pericoloso. Non si è tenuto conto neppure le difficoltà nel raggiungere quel sito Ospedaliero per chi volesse, tra i tanti si pensa anche al personale dipendente del reparto chirurgia di Gioia Tauro vere vittime sacrificali, recarvisi tramite le Ferrovie dello Stato perché la stazione di Scilla dista parecchi Km dall’Ospedale rendendo impossibile l’arrivo a piedi.
Purtroppo siamo costretti dagli eventi negativi che si stanno susseguendo, a tornare su una argomentazione così scottante, per manifestare la nostra disperazione che è condivisa da tutti gli abitanti della Piana che del Giovanni XXIII si servono, trattasi di quei lavoratori e cittadini che sempre più numerosi hanno sin d’ora deciso di aggregarsi a sostegno di una lotta che si inizierà a portare avanti per tutelare il sacrosanto diritto alla salute loro e dei loro figli.
Mentre ribadiamo che Chirurgia non si tocca, confermiamo la nostra intenzione di vigilare sui “movimenti” strani che stanno succedendo a danno di questa città. E sarà una vigilanza “a tempo pieno”, per evitare che si continuino a causare impunemente danni all’Ospedale di Gioia Tauro e al mondo operaio che le “ruota” intorno e per evitare che dalla mancanta assistenza immediata all’alta percentuale di cittadini e lavoratori a rischio infortunistico che a questa struttura si rivolgono possa derivare una sempre più probabile “tragedia annunciata ”.
Si deve fare in modo che Chirurgia d’urgenza riapra nel più breve tempo possibile, senza minimamente ipotizzare un “trasferimento” del reparto.
E’ qui a Gioia Tauro con l’indotto di lavoratori portuali che vi gira intorno che vi è il pericolo e qui è l’urgenza.
Qui gravita la forza lavoro e qui deve trovare immediato “riparo” chiunque al Porto, nella Piana, nell’area industriale o per le strade dei Comuni citati, possa avere bisogno di intervento immediato per la salvaguardia del bene supremo della vita>>.
Pbc alla luce di quanto sopra, chiede espressamente agli organi in intestazione ognuno per la propria competenza una risposta scritta ai tanti interrogativi che sorgono spontaneamente ossia:
1. Perché dal blocco Operatorio dichiarato inagibile dal 23/9/2008 ad oggi nessun lavoro di riparazione è iniziato?
2. Cosa si è fatto in questo mese e mezzo di tempo trascorso?
3. Perché, nonostante le continue sollecitazioni scritte di interventi di riparazione sin dal mese di settembre, dirette agli uffici competenti dell’Azienda Sanitaria Provinciale, tra cui l’Ufficio Tecnico dell’ex ASL 10 di Palmi, per un’infiltrazione d’acqua ed un black out elettrico, non si è provveduto per tempo permettendo passivamente la chiusura ed il trasferimento di un reparto come Chirurgia di una zona considerata ad alto rischio d’incidenti rilavanti?
4. Perché non si è dato seguito all’esposto di Pbc che segnalava il rischio chiusura del reparto di Chirurgia sin dal I° ottobre 2008?
5. Inoltre venendo meno il reparto di chirurgia di Gioia Tauro buon senso vorrebbe che per soddisfare il suo ampio bacino di utenza la posizione alternativa, facilmente raggiungibile dai pazienti, non possa essere Scilla, sito lontano, mal collegato e logisticamente isolato, dove altresì occorrerebbe organizzare di sana pianta il reparto di chirurgia che risulta chiuso da oltre due anni. L’immediata e ovvia conseguenza sarebbe quella che i pazienti della Piana si riverserebbero unicamente sull’Ospedale di Polistena con maggiore aggravio ed intasamento della già complessa ed intasata offerta sanitaria di quel Nosocomio. Allora perché, in subordine, non valutare l’ipotesi del trasferimento temporaneo di chirurgia presso il più vicino Ospedale di Palmi oppure di Oppido Mamertina dove esistono già due sale operatorie efficienti? Oppure visto che si sostiene trattarsi di un trasferimento provvisorio non potenziare con il personale di Gioia Tauro temporaneamente lo stesso reparto esistente a Polistena?
A tutti gli interrogativi esposti si prega voler dare esauriente e soprattutto motivata risposta che per Pbc non potrà che essere l’ immediata riapertura del reparto di Chirurgia.
Con Osservanza
Il Coordinatore Pbc di Gioia Tauro Il Coordinatore Pbc Regione Calabria
Jacopo Rizzo Renato Bellofiore