10 ottobre 2008

Da il Quotidiano della Calabria del 9.10.08:Pbc: «Così ci saranno 150 posti di lavoro a rischio»


La scelta della nuova struttura a Palmi confermata alla Rai dal prefetto Giuseppe Zannini «Ospedale unico? Troppi soldi» Pbc: «Così ci saranno 150 posti di lavoro a rischio»
di FRANCESCO CONDOLUCI
TACE LA Regione, sull'Ospedale Nuovo della Piana di Gioia Tauro. Dall'ultima riunione tra l'assessore alla Sanità Vincenzo Spaziante e i sindaci ormai è passato quasi un mese. Le ultime parole ascoltate sono state che «per dare risposta alla domanda sanitaria della Piana, verrà costruito un nuovo ospedale di riferimento, e sarà mantenuto quello di Polistena ». Sulla localizzazione del nuovo nosocomio, le bocche, in quell'occasione, sono rimaste rigorosamente cucite. Come se la scelta su dove ubicare la struttura che verrà costruita con 57 milioni di euro (ma in origine erano 61), fosse ancora aperta a qualunque soluzione. Ma in questo mese trascorso dalla trasferta di Spaziante a Palmi, le voci sulla decisione di costruirlo a Palmi -come ormai si è capito da un pezzo - hanno cominciato a farsi sempre più insistenti. E se la Regione continua a tacere, evitando accuratamente ogni ufficialità, il silenzio lo ha interrotto qualche giorno fa davanti alle telecamere di una trasmissione televisiva il prefetto Giuseppe Quirini Zannini, delegato da Spaziante per la costruzione del Nuovo Ospedale. Il quale, rispondendo alle domande del giornalista Rai Franco Di Mare, ha praticamente ammesso che la struttura sorgerà a decine di chilometri da Polistena, perché costruirla in un altro punto più vicino significherebbe «tagliare fuori l'utenza della fascia tirrenica più bassa della Piana». Un modo diplomatico per confermare che sarà Palmi ad ospitare il programmato nosocomio da 300 posti di letto. E che nonostante i 40 anni alle spalle di fallimenti (e tragedie) della parcellizzazione dell'offerta sanitaria sul territorio - la cui più vivida testimonianza sono i 7, anzi attualmente i 5 «mezzi ospedali» della Piana - a Catanzaro intendono proseguire ostinatamente su questa strada del decentramento, con due presidi che, come tutti tengono a sottolineare, «non saranno due ospedali-fotocopia». Giustappunto. E tutto questo per salvaguardare l'ospedale di Polistena, difeso con le unghie e con i denti dai professionisti della politica del campanile e riconvertire il desolato “Papa Giovanni XXIII” di Gioia Tauro (allo stato solo due reparti aperti, con 150 dipendenti per 8 posti letto) e l'altro vecchio nosocomio di Palmi. E poi, perché, del resto, come Zannini ha confessato a microfoni spenti, «per costruire un Ospedale Unico, ci sarebbero voluti 130 milioni di euro». A sentire la Regione (anzi, ad interpretarne il pensiero, visto che non parla), questa sarebbe insomma «l'unica soluzione possibile». Che, con ogni probabilità verrà ufficializzata magari, il giorno prima che il Piano Sanitario Regionale approdi in consiglio regionale. Nel frattempo il territorio annaspa tra le posizioni ondivaghe dei sindaci che stanno alla finestra e la cocciuta ostinazione dal Comitato pro-Ospedale Unico formato da associazioni e movimenti politici, che si batte «senza se e senza ma» contro la linea dei due mezzi ospedali. Ieri ad esempio, la lista «Per il Bene Comune», uno dei soggetti più attivi del fronte, ieri ha tirato fuori un allarme finora inedito. «La decisione di costruire il nuovo Ospedale a Palmi, sul Parco dell'Istituto Tecnico Agrario in località Trodio, metterà a rischio la sopravvivenza di questa scuola, unica in tutta la provincia e comporterà la perdita di numerosi posti di lavoro -hanno rilevato Renato Bellofiore e Jacopo Rizzo di Pbc - come riferitoci dal preside Carmelo Cacciamo la scuola agraria “non ha senso di esistere” senza l'azienda che svolge attività produttive e di trasformazione, ma esercita anche un ruolo di supporto per le attività sperimentali, didattiche e dimostrative. Nè ha senso la proposta avanzata dalla politica “interessata” di sopperire a tale mancanza con un sito alternativo distante dalla scuola. Ciò per i costi ulteriori per tali trasferimenti e costruzione della nuova azienda e la pericolosità di dover spostare quotidianamente numerosi alunni. Dove andranno gli oltre 450 alunni della scuola qualora l'Istituto dovesse chiudere? All'interno dell'azienda oggi lavorano 150 persone: qualcuno si è chiesto se potranno essere mantenuti tutti, a fronte dello svuotamento dell'Istituto Agrario?».