Gioia Tauro, 8 ottobre 2008
COMUNICATO STAMPA
Pbc: Salviamo l’Istituto tecnico agrario di Palmi, a rischio la chiusura della scuola e 150 posti di lavoro.
La decisione campanilistica imposta al territorio della Piana di costruire il nuovo Ospedale a Palmi, sui terreni adiacenti ed al servizio dell’Istituto Tecnico Agrario di Palmi, località Trodio, metterà a rischio la sopravvivenza di questa scuola d’eccellenza, dalle tradizioni centenarie, unica in tutta la provincia di RC, ed avrà come probabile prima ed immediata conseguenza la perdita di numerosi posti di lavoro.
L’azienda agricola dell’Istituto TECNICO AGRARIO di PALMI è composta da terreni coltivati a frutteto, agrumeto (di tutti i tipi), vigneto e uliveto, da una cantina, da una distilleria, da un pollaio, una stalla, da serre, da un terreno seminativo per la produzione di fieno biologico. Essa non svolge solo attività produttive e di trasformazione, ma esercita anche un ruolo di supporto per le attività sperimentali, didattiche e dimostrative condotte dagli altri centri dell’Istituto.
L’azienda agricola viene gestita in modo da realizzare un modello di agricoltura sostenibile, adottando tecniche e fattori di produzione non problematici dal punto di vista agronomico e poco impattanti dal punto di vista ambientale. Tutte le scelte vengono effettuate cercando di posizionare l’azienda in maniera attiva e propositiva nel contesto agricolo calabrese e nel rispetto dei fondamentali criteri di qualità, razionalità ed economicità.
Per come riferito a Pbc dal Preside Prof. Carmelo Libero Caccamo:”La scuola agraria non ha senso di esistere senza l’azienda”. Nè avrebbe senso la proposta avanzata dalla politica “interessata” di sopperire a tale mancanza con un sito alternativo distante dalla scuola. Ciò per tutta una serie di ragioni tra le quali: i costi ulteriori per tali trasferimenti e costruzione della nuova azienda; la necessità e pericolosità di dover spostare quotidianamente numerosi alunni per raggiungere i terreni necessari per le attività didattiche, ciò comporterebbe nella migliore delle ipotesi la perdita di circa il 40% del tempo a disposizione per l’apprendimento; il pericolo di possibili incidenti automobilistici sempre in agguato; il blocco immediato di tutta la produzione biologica in corso, come il vino e l’olio che vengono annualmente commercializzati dalla scuola ed i cui utili vengono reinvestiti in attività per gli studenti. Solo nell’ultimo anno dalla vendita del vino biologico la scuola avrebbe ricavato circa €. 15.000 che si perderanno se sol si pensa che un nuovo vigneto ha bisogno di circa tre anni per entrare in produzione.
Quale genitore manderà d'ora in avanti i propri figli alla scuola agraria di Palmi se rimarrà senza azienda?
Dove andranno gli oltre 450 alunni della scuola agraria (le uniche alternative sono Rossano e Catanzaro) qualora l’Istituto dovesse chiudere?
E considerato che all’interno dell’azienda e dell’Istituto agrario oggi lavorano : n. 70 insegnanti; n. 4 addetti tra assunti di ruolo e ad incarico annuale; n. 3 tecnici assistenti di azienda; n. 3 cuochi; n. 28 collaboratori scolastici; n. 13 tecnici assistenti ai laboratori (di chimica, di informatica ecc); n. 7 unità amministrativi; n. 1 segretario, senza considerare poi che la scuola per la cura dei terreni e dell’azienda si serve pure di manodopera esterna a seconda delle esigenze, chi è in grado oggi di garantire - e non a parole ma con atti scritti – che i 150 posti a rischio saranno mantenuti di fronte ad uno svuotamento dell’Istituto Agrario?
E constatato che sui terreni della scuola sussiste una servitù attiva dell’Enel relativa ai tralicci dell’alta tensione elettrica - i quali sussistendo nel terreno non possono essere ignorati ne facilmente spostati – quanto, la risoluzione di tutto ciò, inciderà sulla realizzazione del nuovo Ospedale in termini di lungaggini di tempo e di costi ulteriori?
Alla luce di quanto sopra esposto Pbc esprime profonda preoccupazione perché fino ad oggi un’analisi superficiale di questi ed altri problemi, ai quali nessun politico ha inteso dare ufficialmente la giusta importanza e le giuste risposte, aggraverà e complicherà una situazione già risolta e pacifica, che derivava dalla decisione democratica assunta da 24 sindaci su 29 lo scorso ottobre 2007, allorquando gli stessi decisero per l’Ospedale Unico a Cannavà.
Dove andranno gli oltre 450 alunni della scuola agraria (le uniche alternative sono Rossano e Catanzaro) qualora l’Istituto dovesse chiudere?
E considerato che all’interno dell’azienda e dell’Istituto agrario oggi lavorano : n. 70 insegnanti; n. 4 addetti tra assunti di ruolo e ad incarico annuale; n. 3 tecnici assistenti di azienda; n. 3 cuochi; n. 28 collaboratori scolastici; n. 13 tecnici assistenti ai laboratori (di chimica, di informatica ecc); n. 7 unità amministrativi; n. 1 segretario, senza considerare poi che la scuola per la cura dei terreni e dell’azienda si serve pure di manodopera esterna a seconda delle esigenze, chi è in grado oggi di garantire - e non a parole ma con atti scritti – che i 150 posti a rischio saranno mantenuti di fronte ad uno svuotamento dell’Istituto Agrario?
E constatato che sui terreni della scuola sussiste una servitù attiva dell’Enel relativa ai tralicci dell’alta tensione elettrica - i quali sussistendo nel terreno non possono essere ignorati ne facilmente spostati – quanto, la risoluzione di tutto ciò, inciderà sulla realizzazione del nuovo Ospedale in termini di lungaggini di tempo e di costi ulteriori?
Alla luce di quanto sopra esposto Pbc esprime profonda preoccupazione perché fino ad oggi un’analisi superficiale di questi ed altri problemi, ai quali nessun politico ha inteso dare ufficialmente la giusta importanza e le giuste risposte, aggraverà e complicherà una situazione già risolta e pacifica, che derivava dalla decisione democratica assunta da 24 sindaci su 29 lo scorso ottobre 2007, allorquando gli stessi decisero per l’Ospedale Unico a Cannavà.
Lista Civica Nazionale "Per il Bene Comune" - Calabria