24 novembre 2008

Gazzetta del Sud 24 nov.08 Gioia Tauro soccorso sempre... a rischio Bellofiore: «Silenzio assoluto sul ritorno dell'agibilità delle sale operatorie».

Gioia Tauro Continuano i lavori al tetto, ma nessuna novità sul fronte del "ritrasferimento" della Chirurgia

Soccorso sempre... a rischio

Bellofiore: «Silenzio assoluto sul ritorno dell'agibilità delle sale operatorie»

Vincenzo Toscano

Gioia tauro

Un'altra settimana è trascorsa senza nulla di positivo sul fronte "sanità negata" a Gioia Tauro. Nemmeno dopo la lettera fatta pervenire all'Asp reggina con la quale i medici dell'ospedale hanno declinato ogni responsabilità conseguente ad eventuali gravissimi "rischi" a carico di dei pazienti del Pronto Soccorso.

Renato Bellofiore e Iacopo Rizzo, hanno trascorso una settimana in "sopralluoghi" per cercare di capire se e come l'Asp 5 sta gestendo questa delicata pratica- «Abbiamo avuto qualche assicurazione – dice Bellofiore – solo da parte della ditta che sta portando avanti l'opera di "ricostruzione" dell'altra parte del tetto (la parte che riguarda la Cardiologia è stata già portata a termine ed il reparto ha fatto ritorno nei suoi locali) dimenticato forse sin dalla sua nascita dai "manutentori". E direttamente dalla ditta abbiamo appreso che il lavoro di predisposizione del sovra-tetto è in corso da parte della ditta medesima che provvederà, appena pronto, a portarlo nel complesso ospedaliero di via Madame Curie per il montaggio. Quest'opera richiederà ancora 4-5 giorni di preparazione in cantiere»

«Ma quel che preoccupa molto di più sia noi che la popolazione ed i lavoratori della "polveriera" infortunistica del Porto e dell'area industriale – continua il coordinatore regionale del movimento politico "Per il Bene Comune" – è il silenzio e l'incertezza sui tempi necessari per ridare l'agibilità alle sale operatorie e far rientrare al loro posto tutta l'equipe chirurgica trasferita "momentaneamente" a Scilla. A tale proposito, giorni fa ci è stato detto che è stata incaricata una ditta specializzata per verificare ed eventualmente intervenire sull'impianto elettrico e sui gruppi elettrogeni danneggiati dalle infiltrazioni di acqua piovana, infiltrazioni che come si sa sono state causate dal "perfetto funzionamento dell'apparato di manutenzione" dell'Asl e dell'Asp. Ma di questa ditta e dei suoi tecnici non si è vista nemmeno l'ombra. E questo fatto – sottolinea Bellofiore – ci preoccupa, anche perché la settimana scorsa non sono mancati, purtroppo, eventi che hanno richiesto l'attività del Pronto Soccorso e che avrebbero dovuto avere il supporto, la consulenza e l'intervento di un reparto di Chirurgia».

«Insisteremo ancora nelle visite giornaliere al Giovanni XXIII – afferma a sua volta Iacopo Rizzo – fino a quando non avremo dati precisi sulla conclusione della vicendao. Non arretreremo di un millimetro in questa battaglia che ci vede combattere la giusta causa dell'ospedale unico e quella che riguarda il "Giovanni XXIII", un ospedale strategico per la difesa della salute e l'incolumità dei lavoratori. Voglio anche annunciare – conclude Rizzo – che abbiamo già concluso l'impegnativo lavoro di redazione del corposo "dossier" sulla storia dell'ospedale gioiese ridotto all'impotenza e sull'ospedale unico e sulla sanità della Piana in generale».

E in tema di ospedale di Gioia e Unico, con una "puntata" anche sull'allarmante situazione igienica della città, intervengono i due referenti del Pd, Cosimo Nunzio Altomonte e Nunzio Candido. Per i quali «è incredibile che a distanza di più di venti giorni dal "momentaneo trasferimento" dell'equipe chirurgica e del personale paramedico a Scilla, non si sia fatto vedere nessuno dei tecnici che devono rimettere in moto il complesso operatorio ospedaliero di Gioia Tauro. Rivolgiamo un accorato appello – continuano – alla commissione dell'Asp 5 ed a tutte le autorità competenti affinché non si perda ulteriore tempo. Non è possibile, a nostro parere, lasciare sguarnita del servizio e delle prestazioni della Chirurgia quest'area della Piana nella quale tutti sanno quale sia, e di quali dimensioni, il rischio per la gente e per i lavoratori che, in queste condizioni ospedaliere, operano senza la salvaguardia della normativa sulla sicurezza».

Per Altomonte e Candido, infine. «il tragico riapparire dello "spettacolo" dei cassonetti pieni, e dei sacchi e sacchetti buttati in ogni dove per le strade del centro e della periferia, è molto grave e mette a repentaglio la salute dei cittadini».