13 novembre 2008

Gazzetta del 13.11.08. Pbc denuncia ritardo lavori per la Chirurgia e annuncia un dossier per la magistratura

Gioia Tauro Documento-denuncia del movimento "Per il Bene comune"
Ospedale, preoccupa il ritardo nei lavori per la Chirurgia
Bellofiore e Rizzo stanno preparando un dossier per la magistratura


di Vincenzo Toscano
GIOIA TAURO
«Ancora tutto fermo e nessuna ditta e nessun operaio al "Giovanni XXIII". E stiamo parlando, per chi non lo sapesse, a cominciare dal governatore della Calabria e dai suoi assessori, dell'ospedale strategico del "cuore" della Piana, al centro della più allarmante "polveriera infortunistica" della costa tirrenica reggina. Stiamo parlando dell'ospedale nel quale per la mancata manutenzione (quella ovvia, ordinaria, normale, semplice) e per il misterioso fermo dei lavori per l'Utic, terapia intensiva, Pronto soccorso ed altro, che si protrae oltre ogni limite ragionevole di tempo, è stata innescata da quel dì ed è ancora oggi "vigente", una pericolosa interruzione di pubblico servizio che preoccupa il vasto bacino d'utenza e, soprattutto i lavoratori ad alto rischio».
Dice questo e altro l'avv. Renato Bellofiore, coordinatore regionale del Movimento politico nazionale "Per il Bene Comune", dopo l'ultimo dei trasferimenti "temporanei" per urgenti lavori di restauro e messa a norma che hanno sguarnito un presidio che, per dirla con l'ex primario chirurgo prof. Giovanni Frisina, «era, prima dell'avvento delle Usl, delle Asl e dei loro manager, il fiore all'occhiello della sanità della Piana».
«Ci preoccupa enormemente questo ritardo nell'effettuazione dei lavori per Chirurgia – continua Bellofiore – soprattutto perché a farci preoccupare ci sono i precedenti che riguardano reparti salvavita come l'Utic, i cui lavori non si sa ad opera di chi, da quando e perché sono stati interrotti e sono rimasti interrotti. E per queste gravissime incongruenze gradiremmo una risposta autorevole da parte da parte del massimo dirigente dell'Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria, il generale Cetola, il quale, riteniamo, sia stato informato sulle "stranezze" che caratterizzano la storia dello sfascio di questo ospedale dei lavoratori del Porto, dell'area del quadrilatero industriale (Gioia Tauro, Rosarno, San Ferdinando, Rizziconi) e di una grossa fetta di utenza della Piana di Gioia Tauro. Al punto in cui siamo arrivati non possiamo rimanere ancora a guardare. E quindi – annuncia il coordinatore regionale di Pbc – con la collaborazione del coordinatore locale Iacopo Rizzo e dei tecnici a noi vicini, stiamo preparando un fitto e documentato dossier che consegneremo al procuratore della Repubblica. Dossier in cui viene scrupolosamente e puntualmente ricostruita tutta la storia delle inadempienze, dei fermi "secolari" di vari lavori, e delle omissioni che hanno distrutto un nosocomio d'avanguardia mettendo in serio pericolo la vita di cittadini e lavoratori. Perché tutti, secondo le precise competenze, abbiamo il dovere civico e morale di intervenire per rimuovere in via definitiva una situazione enormemente grave e sempre più insostenibile soprattutto quando coinvolge la salute dei cittadini e del mondo operaio che ruota attorno a questo ospedale. Pertanto – conclude Bellofiore – mentre diamo corpo al documentato dossier per la Procura della Repubblica, auspichiamo che sui vari lavori urgenti da effettuare al "Giovanni XXIII" possa pervenire al più presto una voce chiara ed autorevole, capace di ridare un minimo di serenità ad un bacino d'utenza abbastanza "provato" da dubbi e incertezze sulle risposte sacrosante alla domanda di sanità».
Rizzo, infine, fa un brevissimo riferimento alla questione "ospedale unico" per dire che «è circolato un foglio a firma di 17 sindaci, tra i quali qualcuno si è adoperato ad inserirne alcuni che sono al di fuori del comprensorio della Piana di Gioia Tauro. Ed è di una gravità eccezionale la secca smentita di un sindaco (quello di San Procopio ndc) che ha dichiarato di "non essere tra i firmatari del documento pro Polistena e Palmi"».