
GIOIA TAURO
"Cittadinanza Democratica" si chiede se sono legittime le nomine effettuate da pochi sindaci in seno a «vari consessi non rappresentativi dei 33 comuni della piana di Gioia Tauro».
I rilievi sono contenuti in una relazione che il coordinatore del movimento, Renato Bellofiore, ha affidato ad un tecnico interno, l'ing. Andrea Cento, il quale, «visto l'accorpamento dei Pit 19 e 20 del Comprensorio della Piana, dove ben 5 comuni che rappresentano oltre il 60% dell'intera popolazione su 10 del Pit 19 (cominciando dal comune più importante come Gioia Tauro) risultano commissariati e senza alcun interesse ad accorparsi col Pit 20 per molteplici motivi», domanda se «possono ritenersi legittime quelle nomine effettuate dai pochi sindaci che si sono coalizzati tra di loro». Perché «qualsiasi sindaco è portatore in seno a qualsiasi consesso degli interessi campanilistici del Comune che rappresenta. E pertanto, agisce e parla, per ottenere un grande od un piccolo vantaggio pro domo sua».
«Appare chiaro – continua Cento – che all'interno di un consesso di sindaci, questi cercheranno di collocarsi in raggruppamenti che garantiscono vantaggi per il comune che rappresentano. Capita così che i comuni più popolosi, quelli che trainano l'economia dell'intero territorio (come Gioia Tauro), vengano emarginati, perché tanto il comune più grande che quello più piccolo hanno diritto ad un solo voto di rappresentanza nel consesso».Seguendo questa logica si stravolgerebbero i "numeri" della democrazia: «Consentire che si formino raggruppamenti dove la metà più uno dei sindaci sia rappresentata solo dai sindaci dei comuni più piccoli non troverebbe giustificazione, anzi sarebbe rischioso. Addirittura è aberrante che una assemblea costituita da un numero esiguo di sindaci possa prendere decisioni vitali che interessino principalmente le comunità non presenti in quel momento». Secondo Cento, «qualsiasi statuto non può non tenere in conto queste considerazioni, altrimenti ogni decisione presa da pochi è illegittima».
Il tecnico di Cittadinanza democratica ritiene che « appare invece evidente che vari sindaci dei comuni del Comprensorio della Piana di Gioia Tauro agiscono, in assenza di non pochi colleghi o rappresentanti istituzionali (i commissari straordinari dei molti Comuni commissariati) in rappresentanza anche degli assenti per nominare il presidente (che ovviamente è il presidente dei presenti e non degli assenti); per creare commissioni ristrette; per elaborare ed approvare statuti contro ogni logica e nell'esclusivo interesse dei presenti; per distribuire incarichi approfittando di una situazione di disagio in cui tanti comuni, tra i più popolosi, importanti e trainanti del Comprensorio (vedi Gioia Tauro), versano; per decidere l'accorpamento dei due Pit del Comprensorio, quando ben 5 Comuni su 10 del Pit 19 (ma che rappresentano oltre il 60% dell'intera popolazione) non sono rappresentati. Sono allora legittime le nomine effettuate dai pochi sindaci? Nel momento in cui i Comuni più popolosi non hanno rappresentanti nel consesso assembleare, sarebbe opportuno astenersi da attività che escludono di fatto la volontà di queste comunità. Del resto, come già detto, appare evidente che è inconcepibile deliberare in questo consesso di sindaci con parità di voto sia che uno rappresenti una popolazione di 500 abitanti, sia che rappresenti una popolazione di 20.000 abitanti». Concludendo, Cento afferma che i quattro comuni di Metauria, nel cui territorio sono collocati il Porto con tutte le attività connesse, le aree industriali dell'Asi, i grossi insediamenti ecologici (depuratori, inceneritori, cenetrali elettriche), le grandi attività commerciali e le non poche società di servizi, «sono enormemente penalizzati»: «Farebbero bene i sindaci di queste comunità (appena sarà possibile) a considerare altre soluzioni nell'interesse dei loro cittadini».