Gioia, Pbc contro l’ampliamento della discarica. La lista civica critica la proposta di raddoppio avanzata da Veolia, gestore dell’inceneritore di contrada Cicerna
DOMENICO MAMMOLA
Il dibattito sulla situazione ambientale nella Piana di Gioia Tauro continua a tenere banco. L’ultimo
grido di allarme, in ordine di tempo, è quello lanciato dal comitato civico “Per il Bene Comune”, coordinato a Gioia da Iacopo Rizzo e per l’intera regione da Renato Bellofiore. In una nota congiunta i due dirigenti del movimento hanno palesato preoccupazione per aver appreso «dalla stampa la proposta di ampliamento della discarica di contrada Marrella avanzata dalla società francese “Veolia”, gestore anche dell’inceneritore di Gioia Tauro. Come cittadini e come rappresentanti politici, oltre ad essere preoccupati per la salute nostra e dei nostri figli, ci sentiamo presi in giro da chi da mesi dichiara che la discarica in questione è ormai quasi satura ma continua a versarvi abbondantemente ceneri e rifiuti provenienti anche da altre province, come già pubblicamente denunciato». Dopo aver espresso la loro contrarietà agli impianti di termovalorizzazione, così come alla proposta di Veolia di avere in concessione lo Zimbario rosarnese per realizzarvi una discarica di servizio, gli esponenti di Pbc hanno manifestato apprensione e sconcerto per la situazione contingente. «Non possiamo sentirci rassicurati da chi, avendo interessi diretti in gioco, ci dice che l’inquinamento sarà accettabile e comunque nella norma, quando da una parte i controlli vengono fatti dalla stessa società gestore di tali impianti e dall’altra la magistratura sempre più spesso accerta inquinamenti delle falde acquifere nei terreni limitrofi. Ed ancora, non possiamo più sopportare in silenzio che molti camion - oltre 175 al giorno - che trasportano l’immondizia perdano continuamente liquidi e percolato sulle strade cittadine di Gioia Tauro e del Bosco di Rosarno rendendole pericolose per la circolazione, perenni “arbre agic” nauseabondi e tossici, ed ennesima beffa per una popolazione ormai sempre più abbandonata a se stessa. Non possiamo guardare con serenità alla discarica di “Marrella” quando assistiamo increduli e amareggiati, in quel sito, ad incendi come quello che il 15 agosto scorso ha causato una nube tossica, dannosissima alla salute, che ha avvolto Rizziconi e Gioia Tauro costringendo i cittadini a “ sigillarsi” in casa, nonostante il gran caldo ». I leader del movimento hanno dispensato giudizi al vetriolo per tutta la classe politica calabrese, specie quella pianigiana, ed hanno chiamato a raccolta tutti i cittadini e le associazioni, affinché si mobilitino contro la trasformazione della Piana in enorme discarica. Infine, Bellofiore e Rizzo hanno individuato l’iter virtuoso per arrivare all’agognata formula “zero rifiuti”. «Riduzione degli imballaggi a monte, centri di compostaggio, raccolta differenziata porta a porta e, per il residuo, sistemi come il trattamento dei rifiuti a freddo. Questa è la catena che oggi garantisce l’unica soluzione in grado di risolvere il problema dello smaltimento dei rifiuti, creando posti di lavoro e tutelando la salute e l’ambiente».
Il dibattito sulla situazione ambientale nella Piana di Gioia Tauro continua a tenere banco. L’ultimo
grido di allarme, in ordine di tempo, è quello lanciato dal comitato civico “Per il Bene Comune”, coordinato a Gioia da Iacopo Rizzo e per l’intera regione da Renato Bellofiore. In una nota congiunta i due dirigenti del movimento hanno palesato preoccupazione per aver appreso «dalla stampa la proposta di ampliamento della discarica di contrada Marrella avanzata dalla società francese “Veolia”, gestore anche dell’inceneritore di Gioia Tauro. Come cittadini e come rappresentanti politici, oltre ad essere preoccupati per la salute nostra e dei nostri figli, ci sentiamo presi in giro da chi da mesi dichiara che la discarica in questione è ormai quasi satura ma continua a versarvi abbondantemente ceneri e rifiuti provenienti anche da altre province, come già pubblicamente denunciato». Dopo aver espresso la loro contrarietà agli impianti di termovalorizzazione, così come alla proposta di Veolia di avere in concessione lo Zimbario rosarnese per realizzarvi una discarica di servizio, gli esponenti di Pbc hanno manifestato apprensione e sconcerto per la situazione contingente. «Non possiamo sentirci rassicurati da chi, avendo interessi diretti in gioco, ci dice che l’inquinamento sarà accettabile e comunque nella norma, quando da una parte i controlli vengono fatti dalla stessa società gestore di tali impianti e dall’altra la magistratura sempre più spesso accerta inquinamenti delle falde acquifere nei terreni limitrofi. Ed ancora, non possiamo più sopportare in silenzio che molti camion - oltre 175 al giorno - che trasportano l’immondizia perdano continuamente liquidi e percolato sulle strade cittadine di Gioia Tauro e del Bosco di Rosarno rendendole pericolose per la circolazione, perenni “arbre agic” nauseabondi e tossici, ed ennesima beffa per una popolazione ormai sempre più abbandonata a se stessa. Non possiamo guardare con serenità alla discarica di “Marrella” quando assistiamo increduli e amareggiati, in quel sito, ad incendi come quello che il 15 agosto scorso ha causato una nube tossica, dannosissima alla salute, che ha avvolto Rizziconi e Gioia Tauro costringendo i cittadini a “ sigillarsi” in casa, nonostante il gran caldo ». I leader del movimento hanno dispensato giudizi al vetriolo per tutta la classe politica calabrese, specie quella pianigiana, ed hanno chiamato a raccolta tutti i cittadini e le associazioni, affinché si mobilitino contro la trasformazione della Piana in enorme discarica. Infine, Bellofiore e Rizzo hanno individuato l’iter virtuoso per arrivare all’agognata formula “zero rifiuti”. «Riduzione degli imballaggi a monte, centri di compostaggio, raccolta differenziata porta a porta e, per il residuo, sistemi come il trattamento dei rifiuti a freddo. Questa è la catena che oggi garantisce l’unica soluzione in grado di risolvere il problema dello smaltimento dei rifiuti, creando posti di lavoro e tutelando la salute e l’ambiente».