
GIOIA TAURO
«È giunto il momento di serrare le fila affinché Gioia Tauro e il "quadrilatero portante" che tiene a galla l'economia dell'intera Calabria e del Meridione d'Italia, vedano riconosciuto il giusto peso. Così Renato Bellofiore, coordinatore della nuova lista civica "Cittadinanza Democratica", in seguito a notizie di stampa che riportano riunioni e decisioni varie, anche a livello comprensoriale, che «ignorano Gioia Tauro». E sull'argomento, Bellofiore riferisce di iniziative in cantiere, elaborate dall'ing. Andrea Cento, per il quale è proprio urgente portare a termine il disegno di formare una sola grande città intorno al Porto più grande del Mediterraneo. «Capita, ormai spesso – si legge – di assistere alla prevaricazione degli organi istituzionali nei confronti del territorio collocato intorno al porto di Metauria (ossia dei comuni di Gioia Tauro, Rizziconi, Rosarno e San Ferdinando), che decidono per tutti noi cittadini, bypassando le nostre comunità, con conseguenze deleterie e drammatiche». In un solo decennio – ricorda Cittadinanza democratica – su un territorio di non più di 50 Kmq, sono stati realizzati depuratori consortili, inceneritori, discariche, centrali elettriche ed ora si vuole realizzare anche un rigassificatore: «Definire questo territorio la pattumiera d'Italia è dire poco. Uno solo di questi ecomostri avrebbe dovuto attirare l'attenzione delle autorità di gestione del territorio, creando un sistema appropriato di monitoraggio». Uno "sviluppo" che ha lasciato il territorio più "affamato" di prima: «Nessuna di queste strutture – si legge ancora – ha provocato benefici; nulla di quanto realizzato è servito per sollevare le sorti economiche delle popolazioni locali, ma hanno arricchito le società colonizzatrici provenienti dal nord che le hanno realizzate con il beneplacito delle istituzioni, dal Ministero dei Beni Ambientali, alla Regione e agli enti territoriali compiacenti. A fronte del proprio tornaconto, le società che traggono tanto profitto da questo territorio, non possono riservare alle popolazioni locali solo inquinamento ed elemosine, ma devono contrattare con i loro rappresentanti istituzionali, in modo trasparente e chiaro, benefici che mirino soprattutto a preservare il territorio e la salute dei cittadini».