
GIOIA TAURO
Cittadinanza Democratica replica alle motivazioni contenute in un articolo di stampa con cui l'Asp 5 ha fornito giustificazioni sull'ultima «azione di depotenziamento del "Giovanni XXIII con la chiusura delle cucine».
Nel comunicato a firma di Renato Bellofiore e Jacopo Rizzo, si legge che «la situazione deficitaria in cui versa l'Asp 5 di Reggio Calabria è cosa tristemente nota, così come la frammentazione dell'offerta sanitaria a causa della difesa di "orticelli in malora" che l'ha generata».
E però, ad esempio, «sappiamo perché è stata pubblicata notizia mai smentita, che l'Asp continua a pagare affitti mensili quando potrebbe utilizzare beni sequestrati alla mafia, e che paga cifre non trascurabili anche per la sorveglianza armata di sedi di uffici amministrativi, che non sono banche».
«Ciò invece che non sapevamo – dicono Bellofiore e Rizzo – è che la Commissione Straordinaria che dirige l'Asp provinciale non ha neanche le risorse minime per la gestione ordinaria e soprattutto non riesce da oltre un anno e mezzo ad ottenerle dalla Regione, rassegnandosi, solo per fare un esempio, a lasciare l'Ospedale di Gioia Tauro senza i due unici ascensori». Una situazione intollerabile che provoca una reazione indignata: «Noi a questo gioco al massacro non ci stiamo e non potremo mai accettare passivamente che si verifichi l'eventualità che dei feriti gravi debbano essere trasportati in spalla dal Pronto Soccorso alle sale chirurgiche situate al II° piano del Giovanni XXIII. E se dovessero rimanere così le cose, senza nessun cambiamento, sarebbe più corretto, visto che è stata già alzata bandiera bianca, rassegnare le dimissioni».
Continuando su questa scia i due coordinatori di Cittadinanza democratica ripropongono il caso delle apparecchiature acquistate dall'ex manager dott. Putortì per dotare la cardiologia di otto posti Utic: «Da diversi anni giacciono "inscatolate" nel silenzio generale».
Nel comunicato a firma di Renato Bellofiore e Jacopo Rizzo, si legge che «la situazione deficitaria in cui versa l'Asp 5 di Reggio Calabria è cosa tristemente nota, così come la frammentazione dell'offerta sanitaria a causa della difesa di "orticelli in malora" che l'ha generata».
E però, ad esempio, «sappiamo perché è stata pubblicata notizia mai smentita, che l'Asp continua a pagare affitti mensili quando potrebbe utilizzare beni sequestrati alla mafia, e che paga cifre non trascurabili anche per la sorveglianza armata di sedi di uffici amministrativi, che non sono banche».
«Ciò invece che non sapevamo – dicono Bellofiore e Rizzo – è che la Commissione Straordinaria che dirige l'Asp provinciale non ha neanche le risorse minime per la gestione ordinaria e soprattutto non riesce da oltre un anno e mezzo ad ottenerle dalla Regione, rassegnandosi, solo per fare un esempio, a lasciare l'Ospedale di Gioia Tauro senza i due unici ascensori». Una situazione intollerabile che provoca una reazione indignata: «Noi a questo gioco al massacro non ci stiamo e non potremo mai accettare passivamente che si verifichi l'eventualità che dei feriti gravi debbano essere trasportati in spalla dal Pronto Soccorso alle sale chirurgiche situate al II° piano del Giovanni XXIII. E se dovessero rimanere così le cose, senza nessun cambiamento, sarebbe più corretto, visto che è stata già alzata bandiera bianca, rassegnare le dimissioni».
Continuando su questa scia i due coordinatori di Cittadinanza democratica ripropongono il caso delle apparecchiature acquistate dall'ex manager dott. Putortì per dotare la cardiologia di otto posti Utic: «Da diversi anni giacciono "inscatolate" nel silenzio generale».