30 settembre 2009

GIOIA TAURO CITTADINANZA DEMOCRATICA CHIAMA IN CAUSA L'AZIENDA SANITARIA CHIAREZZA SULLE PROSPETTIVE DELL'OSPEDALE GIOVANNI XXIII.


Gazzetta del Sud del 30.9.09 di Vincenzo Toscano
GIOIA TAURO
Cittadinanza Democratica replica alle motivazioni contenute in un articolo di stampa con cui l'Asp 5 ha fornito giustificazioni sull'ultima «azione di depotenziamento del "Giovanni XXIII con la chiusura delle cucine».
Nel comunicato a firma di Renato Bellofiore e Jacopo Rizzo, si legge che «la situazione deficitaria in cui versa l'Asp 5 di Reggio Calabria è cosa tristemente nota, così come la frammentazione dell'offerta sanitaria a causa della difesa di "orticelli in malora" che l'ha generata».
E però, ad esempio, «sappiamo perché è stata pubblicata notizia mai smentita, che l'Asp continua a pagare affitti mensili quando potrebbe utilizzare beni sequestrati alla mafia, e che paga cifre non trascurabili anche per la sorveglianza armata di sedi di uffici amministrativi, che non sono banche».
«Ciò invece che non sapevamo – dicono Bellofiore e Rizzo – è che la Commissione Straordinaria che dirige l'Asp provinciale non ha neanche le risorse minime per la gestione ordinaria e soprattutto non riesce da oltre un anno e mezzo ad ottenerle dalla Regione, rassegnandosi, solo per fare un esempio, a lasciare l'Ospedale di Gioia Tauro senza i due unici ascensori». Una situazione intollerabile che provoca una reazione indignata: «Noi a questo gioco al massacro non ci stiamo e non potremo mai accettare passivamente che si verifichi l'eventualità che dei feriti gravi debbano essere trasportati in spalla dal Pronto Soccorso alle sale chirurgiche situate al II° piano del Giovanni XXIII. E se dovessero rimanere così le cose, senza nessun cambiamento, sarebbe più corretto, visto che è stata già alzata bandiera bianca, rassegnare le dimissioni».
Continuando su questa scia i due coordinatori di Cittadinanza democratica ripropongono il caso delle apparecchiature acquistate dall'ex manager dott. Putortì per dotare la cardiologia di otto posti Utic: «Da diversi anni giacciono "inscatolate" nel silenzio generale».