Preoccupazione e riserve espresse dai rappresentanti del comitato spontaneo dei cittadini Ospedale unico della Piana, ancora perplessità.
Gazzetta del Sud del 15.9.09 di Vincenzo Toscano
GIOIA TAURO
«Fino ad oggi i vertici dell'Asp 5 hanno dimostrato una totale chiusura, al punto da costringerci, con successo, a fare ricorso al Tar per il riconoscimento del sacrosanto diritto di accesso agli atti pubblici». È questo l'esordio dei delegati del Comitato spontaneo dei cittadini pro ospedale unico della Piana di Gioia Tauro, Renato Bellofiore, Giacomo Saccomanno e Jacopo Rizzo, in un documento diramato agli organi d'informazione.
«La visione di questi documenti a lungo negati – riprendono gli scriventi – fa emergere numerose contraddizioni che alimentano dubbi sulle operazioni che si stanno conducendo. A tal proposito il Comitato esprime profonda inquietudine e preoccupazione perché si avanzerebbe nella progettazione del nuovo ospedale su un terreno che non è di proprietà dell'Asp e che mai potrà esserlo, con conseguente sperpero di ingenti quantità di danaro pubblico e di tempo. Ma andiamo per ordine. Nella delibera di nomina del responsabile unico del procedimento (Rup) da parte dell'Asp, quest'ultima evidenzia che il soggetto attuatore comunicava che l'assessore al Patrimonio della Provincia aveva confermato "la cessione" all'Asp del suolo per il nuovo ospedale; e di conseguenza l'Asp procedeva alla nomina del "Rup" e avviava la fase di progettazione preliminare del nuovo ospedale. Ma in realtà il soggetto attuatore, Zannini Quirini, nella sua nota parla invece di una semplice "disponibilità alla cessione" da parte dell'assessore provinciale. A questo punto chi mente?».
«Ma c'è di più – prosegue la nota –: essendo il terreno un bene della Provincia, può essere alienato solo con delibera consiliare e con congrua contropartita economica, come previsto dallo stesso statuto e regolamento dell'Ente, a differenza di quanto dichiarato dal commissario delegato Spaziante che attribuisce al presidente della Provincia Morabito una dichiarazione di disponibilità alla cessione, a titolo gratuito, pur sapendo o dovendo sapere che ciò non è possibile. Chi ha preso l'abbaglio? Orbene, la stessa Provincia nell'acquisire i terreni intestati all'Ente Patronato Regina Elena fa espressamente riferimento alla legge in vigore, riconoscendo esplicitamente l'uso scolastico di tali terreni (per il quale uso la Provincia ha erogato ingenti risorse alla scuola per attuare, proprio su detti terreni, la didattica). E si sa che, per legge, il vincolo di destinazione d'uso scolastico sui terreni non è rimovibile».
«Come si fa allora – domandano Bellofiore, Saccomanno e Rizzo – a costruirci sopra un ospedale? Chiediamo quindi ai vertici dell'Asp e al commissario delegato Spaziante di fare pubblicamente chiarezza, ove necessario smentendo con atti alla mano, al fine di far procedere l'iter della costruzione del nuovo ospedale nella piena e completa trasparenza, dando così ai cittadini garanzia di rispetto della legge, spesso osannata ma non applicata. Purtroppo – concludono gli scriventi – dobbiamo amaramente constatare che nonostante la delibera democratica con cui 24 sindaci su 28 hanno sancito che l'ospedale unico dovesse essere costruito al centro della Piana, per l'ostinazione di soli 4 sindaci e dei loro "fiancheggiatori" si sta rischiando che l'ospedale svanisca, nel mentre qui da noi si continua a morire di malasanità».
In un suo intervento, infine, Bellofiore afferma senza mezzi termini che «è di enorme gravità e assolutamente inaccettabile che i vari soggetti istituzionali regionali e quelli di nomina governativa siano andati facilmente contro le democratiche decisioni degli organi elettivi, assunte quasi all'unanimità nella giusta sede. Credo che in nessun paese civile si possa dare corso al volere di 4 sindaci, mettendone sotto i piedi ben ventiquattro».
«La visione di questi documenti a lungo negati – riprendono gli scriventi – fa emergere numerose contraddizioni che alimentano dubbi sulle operazioni che si stanno conducendo. A tal proposito il Comitato esprime profonda inquietudine e preoccupazione perché si avanzerebbe nella progettazione del nuovo ospedale su un terreno che non è di proprietà dell'Asp e che mai potrà esserlo, con conseguente sperpero di ingenti quantità di danaro pubblico e di tempo. Ma andiamo per ordine. Nella delibera di nomina del responsabile unico del procedimento (Rup) da parte dell'Asp, quest'ultima evidenzia che il soggetto attuatore comunicava che l'assessore al Patrimonio della Provincia aveva confermato "la cessione" all'Asp del suolo per il nuovo ospedale; e di conseguenza l'Asp procedeva alla nomina del "Rup" e avviava la fase di progettazione preliminare del nuovo ospedale. Ma in realtà il soggetto attuatore, Zannini Quirini, nella sua nota parla invece di una semplice "disponibilità alla cessione" da parte dell'assessore provinciale. A questo punto chi mente?».
«Ma c'è di più – prosegue la nota –: essendo il terreno un bene della Provincia, può essere alienato solo con delibera consiliare e con congrua contropartita economica, come previsto dallo stesso statuto e regolamento dell'Ente, a differenza di quanto dichiarato dal commissario delegato Spaziante che attribuisce al presidente della Provincia Morabito una dichiarazione di disponibilità alla cessione, a titolo gratuito, pur sapendo o dovendo sapere che ciò non è possibile. Chi ha preso l'abbaglio? Orbene, la stessa Provincia nell'acquisire i terreni intestati all'Ente Patronato Regina Elena fa espressamente riferimento alla legge in vigore, riconoscendo esplicitamente l'uso scolastico di tali terreni (per il quale uso la Provincia ha erogato ingenti risorse alla scuola per attuare, proprio su detti terreni, la didattica). E si sa che, per legge, il vincolo di destinazione d'uso scolastico sui terreni non è rimovibile».
«Come si fa allora – domandano Bellofiore, Saccomanno e Rizzo – a costruirci sopra un ospedale? Chiediamo quindi ai vertici dell'Asp e al commissario delegato Spaziante di fare pubblicamente chiarezza, ove necessario smentendo con atti alla mano, al fine di far procedere l'iter della costruzione del nuovo ospedale nella piena e completa trasparenza, dando così ai cittadini garanzia di rispetto della legge, spesso osannata ma non applicata. Purtroppo – concludono gli scriventi – dobbiamo amaramente constatare che nonostante la delibera democratica con cui 24 sindaci su 28 hanno sancito che l'ospedale unico dovesse essere costruito al centro della Piana, per l'ostinazione di soli 4 sindaci e dei loro "fiancheggiatori" si sta rischiando che l'ospedale svanisca, nel mentre qui da noi si continua a morire di malasanità».
In un suo intervento, infine, Bellofiore afferma senza mezzi termini che «è di enorme gravità e assolutamente inaccettabile che i vari soggetti istituzionali regionali e quelli di nomina governativa siano andati facilmente contro le democratiche decisioni degli organi elettivi, assunte quasi all'unanimità nella giusta sede. Credo che in nessun paese civile si possa dare corso al volere di 4 sindaci, mettendone sotto i piedi ben ventiquattro».