Gazzetta del Sud del 30.9.09 di Vincenzo Toscano GIOIA TAURO
Cittadinanza Democratica replica alle motivazioni contenute in un articolo di stampa con cui l'Asp 5 ha fornito giustificazioni sull'ultima «azione di depotenziamento del "Giovanni XXIII con la chiusura delle cucine». Nel comunicato a firma di Renato Bellofiore e Jacopo Rizzo, si legge che «la situazione deficitaria in cui versa l'Asp 5 di Reggio Calabria è cosa tristemente nota, così come la frammentazione dell'offerta sanitaria a causa della difesa di "orticelli in malora" che l'ha generata». E però, ad esempio, «sappiamo perché è stata pubblicata notizia mai smentita, che l'Asp continua a pagare affitti mensili quando potrebbe utilizzare beni sequestrati alla mafia, e che paga cifre non trascurabili anche per la sorveglianza armata di sedi di uffici amministrativi, che non sono banche». «Ciò invece che non sapevamo – dicono Bellofiore e Rizzo – è che la Commissione Straordinaria che dirige l'Asp provinciale non ha neanche le risorse minime per la gestione ordinaria e soprattutto non riesce da oltre un anno e mezzo ad ottenerle dalla Regione, rassegnandosi, solo per fare un esempio, a lasciare l'Ospedale di Gioia Tauro senza i due unici ascensori». Una situazione intollerabile che provoca una reazione indignata: «Noi a questo gioco al massacro non ci stiamo e non potremo mai accettare passivamente che si verifichi l'eventualità che dei feriti gravi debbano essere trasportati in spalla dal Pronto Soccorso alle sale chirurgiche situate al II° piano del Giovanni XXIII. E se dovessero rimanere così le cose, senza nessun cambiamento, sarebbe più corretto, visto che è stata già alzata bandiera bianca, rassegnare le dimissioni». Continuando su questa scia i due coordinatori di Cittadinanza democratica ripropongono il caso delle apparecchiature acquistate dall'ex manager dott. Putortì per dotare la cardiologia di otto posti Utic: «Da diversi anni giacciono "inscatolate" nel silenzio generale».
Gioia Tauro Secondo sopralluogo in pochi giorni dell'assessore provinciale
Da Gazzetta del sud del 28.9.09 diVincenzo Toscano GIOIA TAURO L'assessore provinciale allo Sport Attilio Tucci è stato di parola e, a distanza di pochi giorni, è tornato a Gioia Tauro per dare una "buona mano" alla soluzione dei grossi problemi delle società sportive, di basket e di calcio, determinati dalla mancata effettuazione di alcuni lavori necessari a rendere agibili e fruibili le strutture. L'ulteriore sopralluogo di Tucci negli impianti sportivi di contrada Mazzagatti (PalaMangione), contrada Persicari (campo di calcio e altre strutture collaterali in costruzione) e contrada Lacchi (Polivalente con stadio di calcio da 25.000 posti con tribune "all'acqua e al vento") è stato effettuato alla presenza di funzionari del Comune e dei rappresentanti di "Cittadinanza Democratica" Renato Bellofiore, Jacopo Rizzo e Salvatore Nardi, che sono i promotori dei contatti con l'assessore e degli incontri che ne sono seguiti. Prima di recarsi nei vari impianti, Attilio Tucci si è incontrato con la Commissione straordinaria del Comune (Pizzi, Crea, Giordano), con il presidente e i dirigenti della Cestistica basket Giancesare Muscolino e Gaetano Condello. Visitando il "PalaMangione", è stato assicurato che a giorni saranno ultimati i lavori di rifinitura e messa a norma, per cui l'impianto sarà reso agibile in tempo utile per l'inizio del nuovo campionato previsto per i primi giorni di ottobre. Queste previsioni fanno cadere tutti i timori della dirigenza del Basket di dover giocare in trasferta. Chiuso l'argomento "PalaMangione", l'attenzione è stata rivolta verso gli impianti sportivi rimasti in avanzato stato di realizzazione e divenuti preda di vandali, quelli di Contrada Persicari. Dopo un accurato esame dello stato dell'arte, Tucci ha ribadito il suo impegno per la soluzione di questo ulteriore problema irrisolto, dichiarando che si prodigherà per eliminare gli intoppi, «perché – ha detto – Gioia Tauro è una città molto importante nell'ambito della regione e della provincia reggina e merita attenzione». Entrando nei particolari dell'azione che intende portare avanti, l'assessore Tucci ha fatto sapere che l'Amministrazione provinciale curerà la pratica di inserimento dell'impianto di Contrada Persicari in un bando di concorso a finanziamento regionale per impianti sportivi in scadenza verso la metà di ottobre. «Con le sue visite e l'impegno fin qui dimostrato e che senz'altro seguirà fino alla piena eliminazione delle difficoltà che abbiamo rappresentato, l'assessore Tucci – ha dichiarato il coordinatore di Cittadinanza Democratica Renato Bellofiore – ci ha dato una buona dose di fiducia e, almeno per quanto riguarda il settore dello Sport, ci ha indotti a "rivedere" la nostra posizione nei confronti di una Provincia che nella Piana ha privilegiato in lungo ed in largo altri centri, ignorando l'esistenza della città di Gioia Tauro e il ruolo che essa svolge non solo nell'ambito della Regione, ma nell'intero Mezzogiorno. Anche per questo – ha concluso Bellofiore – siamo profondamente grati all'assessore che ha dimostrato impegno e concretezza».
PREOCCUPATA SEGNALAZIONE DEI RAPPRESENTANTI DI "CITTADINANZA DEMOCRATICA" BELLOFIORE E RIZZO
Da Gazzetta del Sud del 24.9.09 di Vincenzo Toscano GIOIA TAURO Un altro tiro mancino è stato assestato nei confronti dell'ospedale "Giovanni XXIII": da ieri, infatti, sono state chiuse le cucine che rifornivano tutti i nosocomi della Piana e il servizio è stato affidato ad una ditta esterna. Questa novità giunge in città tramite "Cittadinanza Democratica", la lista civica coordinata da Renato Bellofiore che ormai da diverso tempo è impegnata in un'opera di assidua vigilanza "per parare – come dice lo stesso coordinatore – i colpi che provengono da tutte le angolazioni e cercare di salvare il salvabile». «Continua la strategia di depotenziamento nei confronti dell'ospedale di Gioia Tauro – si legge nel documento che porta la firma di Renato Bellofiore e Jacopo Rizzo – nonostante le direttive regionali lo abbiano strategicamente designato come il Polo costiero nel quale concentrare l'offerta sanitaria nella Piana in attesa della realizzazione dell'ospedale unico. Ciò che ancora una volta inquieta e si contesta non è il provvedimento in se, in quanto non si può prescindere dal rispetto delle norme, ma come ci si è arrivati. Infatti, già in seguito ad un'ispezione dei Nas di circa due anni fa erano state date delle prescrizioni per l'adeguamento dei locali della cucina. Da allora nessun intervento è stato mai eseguito e si è lasciato, da parte dei vari uffici tecnici dell'Asp competenti, procedere il tutto verso l'inevitabile chiusura. E questo, solo e perché non si è intervenuti per tempo». «Tutto è molto simile al colpevole degrado che per mancanza di una semplice ed economica manutenzione ha portato alla chiusura e al trasferimento a Scilla per 6 mesi delle sale operatorie, gettando nel panico un'intera Piana. E Cittadinanza Democratica – prosegue la nota – ricordandosi degli assurdi e continui ritardi che di giorno in giorno rimandavano l'apertura delle sale chirurgiche chiede che si proceda immediatamente alla messa a norma delle cucine e all'immediata ripresa del servizio, la cui sospensione sta provocando un danno economico notevole sia all'azienda che alle tasche dei contribuenti». Bellofiore e Rizzo segnalano inoltre che «dei due ascensori posti all'interno dell'ospedale, uno è fuori servizio da oltre un mese e l'altro non è in funzione da oltre tre giorni. Ciò impedisce la movimentazione di pazienti in barella e di altri in difficoltà motorie ai piani superiori. Anche per tale disagio l'ufficio tecnico dovrebbe provvedere con estrema urgenza vista l'importanza di tale servizio che risulta indispensabile per la funzionalità dell'ospedale. Inoltre, voci insistenti e ben informate darebbero per imminente la chiusura del reparto Dialisi di Palmi con conseguente trasferimento dello stesso tra gli ospedali di Scilla e Taurianova. A tal riguardo "Cittadinanza Democratica" registra grande preoccupazione e sgomento tra i pazienti in dialisi: riteniamo la scelta di Scilla assolutamente illogica e impraticabile, vista la strada impervia e impercorribile che i pazienti in dialisi dovrebbero percorre ogni due giorni. E poi il reparto Dialisi deve assolutamente rimanere nella Piana di Gioia Tauro e inoltre, per imprescindibili necessità tecniche, lo stesso deve essere associato ai reparti di Cardiologia, ad un laboratorio analisi, ad un Pronto soccorso e ad un reparto di Nefrologia, dei quali non può fare a meno, salvo a voler mettere in pericolo la vita dei pazienti in dialisi». Concludendo, "Cittadinanza Democratica ritiene che «ogni altra scelta che non nasca dall'esclusivo interesse per la salute dei pazienti, ai quali deve assolutamente essere risparmiato ogni inutile disagio e aumento di sofferenza anche psichica, sarà opposta in tutte le sedi competenti, anche giudiziarie, perché risponderebbe solo ed esclusivamente a vecchie logiche tendenti alle cure degli orticelli in malora». Infine, Renato Bellofiore "rilancia" rimarcando che «anche per queste ultime decisioni dei Nas vi sono gravissime responsabilità omissive degli "addetti" che devono essere individuati» e contesta «le scelte e le omissioni che hanno portato alla chiusura delle cucine dell'ospedale» chiedendo una smentita ai vertici dell'Asp 5 «sulle voci insistenti che danno per certo il trasferimento a Scilla anziché a Gioia Tauro del reparto Dialisi».
GIOIA TAURO - Le recenti notizie inerenti il ritrovamento della nave Cunsky, la nave dei veleni, a largo della costa di Cetraro, ha riaperto il dibattito su un problema estremamente delicato, quello dello smaltimento dei rifiuti tossici in mare. Esistono due convenzioni elaborate dalla Comunità Internazionale, quella del 1972 di Londra, e quella del 1991 di Bamako, che vietano lo smaltimento dei rifiuti tossici in mare. Le coste calabre non sono nuove a circostanze del genere; il 21 settembre del 1987, infatti, si scopre che a 20 miglia da Capo Spartivento, affonda la motonave Rigel, ad una profondità di 1400 metri. Alla luce di questi dati, Cittadinanza Democratica, da sempre vicina alla tutela dell’ambiente e del territorio, chiede al Governo nazionale che venga fatta chiarezza sulla mercificazione ambientale, che ha portato alla produzione di navi cariche di rifiuti tossici, con costi elevatissimi e danni seri per la salute della collettività. Tali navi, la Jolly Rosso, la Rigel, la Zanoobia e tante altre, giacciono nei nostri fondali marini. «Adesso è opportuno che coloro che inneggiano alla costruzione di centrali nucleari in Italia - ha detto Giuseppe Rizzo, membro di Cittadinanza democratica - rinuncino definitivamente ai progetti folli e ci dicano se intendono eliminare le scorie delle centrali dismesse semplicemente buttandole in mare o sotterrandole nel sud del mondo, o in Calabria, come sta succedendo». A tal proposito, gli italiani avevano espresso a larga maggioranza, con i referendum del 1987, il loro dissenso nei confronti dell’utilizzo di energia nucleare, pronunciandosi a favore delle altre energie rinnovabili. Cittadinanza democratica chiede dunque che «venga rispettata tale volontà, consapevole del fatto che gli scarti di una centrale nucleare sono scorie che si smaltiscono in tempi lunghi e che non esiste alcuna tecnologia che acceleri il tempo di decadimento della radioattività». Insomma, si tratta di una battaglia per il diritto a difendere l’idea di un territorio decontaminato, dove vivere vuol dire realmente vivere.
GIOIA TAURO – Cittadinanza Democratica,movimento attivo nella cittadina pianigiana, ha annunciato che un «sostanzioso "dossier" sarà presto consegnato alle varie Procure della Calabria, alla Corte dei Conti, al Ministro della Sanità ed a tutte le altre istituzioni competenti a "mettere il naso" sulle procedure di distruzione che da anni danneggiano l'Ospedale "Giovanni XXIII». Continua dunque la battaglia del movimento nei confronti delle “ombre” che avvolgono l'ospedale gioiese, ed in una nota diramata da Cittadinanza Democratica si fa il punto su alcuni «reparti scomparsi (medicina, ortopedia, pediatria, ostetricia e ginecologia, endoscopia digestiva, ecc.) con la "trovata" della sospensione temporanea per messa a norma dell'edificio». Vengono denunciati episodi paradossali, come quello «per la imminente riattivazione di Ortopedia dove si attendeva solo l'arrivo della "testata" dei letti. Ed invece – continua Bellofiore nel comunicato stampa - si è continuata a portare avanti una battaglia che non trova i favori degli interlocutori istituzionali ». Si legge nel comunicato che «la commissione straordinaria dell'Asp non è stata messa al corrente della moderna struttura esistente a Gioia Tauro e dell'importanza strategica della città nel comprensorio della Piana; come certamente ancora oggi non sa dell'esistenza di deliberazioni ufficiali dei Sindaci il 3 ottobre 2007 sull'ubicazione dell'ospedale unico». Viene ribadito, inoltre, che nell'ospedale gioiese, ormai da qualche tempo nell'occhio del ciclone, siano presenti «apparecchiature che giacciono inutilizzate da diversi anni in un deposito del "Giovanni XXIII». Bellofiore ed i suoi definiscono «clamoroso che mentre si sperpera dappertutto, per Gioia Tauro non si trovano pochi spiccioli per realizzare l'astanteria nel Pronto Soccorso nel quale vi è un via vai nelle 24 ore che non dà pace all'insufficiente personale ». Continua dunque l'interessamento da parte di Cittadinanza Democratica all'ormai famigerato “caso ospedale”. Di certo una risposta da parte degli organi competenti non tarderà ad arrivare, ma per il momento Bellofiore ed i suoi attenderanno gli sviluppi di questa loro azione.
da Gazzetta del Sud del 21.9.09 di Vincenzo ToscanoGIOIA TAURO«Cittadinanza Democratica ha deciso che un altro sostanzioso "dossier" sarà presto consegnato alle varie Procure della Calabria, alla Corte dei Conti, al Ministro della Sanità ed a tutte le altre istituzioni competenti a "mettere il naso" sulle procedure di distruzione che da anni danneggiano l'Ospedale "Giovanni XXIII». Secondo Renato Bellofiore, coordinatore di Cittadinanza Democratica, «si sono effettuate operazioni di smobilitazione assurde»: «Interi reparti scomparsi (medicina, ortopedia, pediatria, ostetricia e ginecologia, endoscopia digestiva, ecc.) con la "trovata" della sospensione temporanea per messa a norma dell'edificio». Più volte è stata annunciata la loro riattivazione, ma sono state illusioni. Clamoroso addirittura l'annuncio di almeno un lustro addietro, in occasione dell'inaugurazione pomposa di "Fisiatria" (cancellata dopo qualche mese), che «per la imminente riattivazione di Ortopedia si attendeva solo l'arrivo della "testata" dei letti: «Ed invece si è continuata a portare avanti una battaglia che non trova i favori degli interlocutori istituzionali. La commissione straordinaria dell'Asp non è stata messa al corrente della moderna struttura esistente a Gioia Tauro e dell'importanza strategica della città nel comprensorio della Piana; come certamente ancora oggi non sa dell'esistenza di deliberazioni ufficiali dei Sindaci il 3 ottobre 2007 sull'ubicazione dell'ospedale unico».Per Bellofiore, «è clamoroso che mentre si sperpera dappertutto, per Gioia Tauro non si trovano pochi spiccioli per realizzare l'astanteria nel Pronto Soccorso nel quale vi è un via vai nelle 24 ore che non dà pace all'insufficiente personale». Come se non bastasse «non si sono trovati fondi per realizzare l'Utic, mentre si apprende con sgomento che il dott. Giuseppe Putortì, l'ex manager dell'Asl 10, aveva compiuto passi concreti. Infatti, dopo aver annunciato la dotazione di "Tac" e "Risonanza magnetica", aveva già provveduto a suo tempo ad acquistare le apparecchiature per almeno otto posti Utic. Apparecchiature che giacciono inutilizzate da diversi anni in un deposito del "Giovanni XXIII».
GIOIA TAURO - Nuovo incontro, nel pomeriggio di ieri, sulle sorti del Palamangione. Il “palazzotto dello sport” è stato teatro di un incontro tra l’assessore provinciale allo Sport Attilio Tucci e l’As Cestistica Gioia Tauro per far chiarezza su quanto emerso dal meeting di una settimana fa. Presenti anche Bellofiore e Ceravolo, che hanno ribadito il loro appoggio ed il loro interesse sulle sorti del Palamangione. La terna commissariale di Gioia Tauro ha ipotizzato il 4 ottobre come data per la normalizzazione della situazione relativa all’impianto sportivo, e proprio su questo si è svolto gran parte dell’incontro. Tucci ha rassicurato i dirigenti dell’associazione sportiva, dando garanzia di futuri incontri con la terna commissariale di Gioia Tauro e l’ufficio tecnico delcomune. Un incontro breve, dove i dirigenti hanno mostrato le condizioni precarie del parquet di gioco a seguito del maltempo che da qualche giorno funesta la cittadina gioiese, sollecitando i presenti alla risoluzione del problema. Inoltre, i dirigenti della As Cestistica Gioia Tauro, hanno avanzato alcune proposte affinché venga concessa l’autorizzazione a giocare da parte delle autorità competenti. Nello specifico, la società sarebbe disponibile a giocare all’interno del Palamangione in presenza di un massimo di 92 spettatori più un tecnico designato dalle autorità per supervisionare le condizioni dell’impianto. Nonostante ciò, la dirigenza si sente frustrata” dalla situazione, alla luce della presentazione del progetto di ammodernamento e messa in sicurezza della struttura, non ancora approvato. Sicuramente l’incontro fissato per questa mattina con l’architetto Mezzatesta - capo dell’ufficio tecnico del Comune di Gioia Tauro - sarà fondamentale per riuscire a sbrogliare la matassa, e dare finalmente risposte concrete alle domande avanzate dalla società sportiva. A ciò si aggiunge un altro incontro, previsto per settimana prossima, dove l’assessore regionale allo Sport Attilio Tucci incontrerà i funzionari comunali per “render - si conto” delle condizioni nelle quali versano gli impianti sportivi di Gioia Tauro, in funzione dello screening delle strutture in via di completamento - o in disuso presenti nella provincia di Reggio Calabria. A pochi giorni dall’inizio del campionato di serie C1, sembra che la questione relativa al Palamangione sia in via di risoluzione. Maggiori dettagli emergeranno sicuramente dall’incontro di questa mattina con l’architetto Mezzatesta, ma una nota positiva si può cogliere nei confronti dell’interessamento alla situazione da parte dell’assessore regionale Attilio Tucci, che, ancora una volta, ha ribadito che farà il possibile per garantire un inizio sereno di campionato.
GIOIA TAURO - «I vertici dell’Asp 5 di Reggio Calabria hanno dimostrato una totale chiusura negandosi alle legittime richieste di chiarimenti e di incontri avanzate dai rappresentanti del “Comi - tato pro ospedale unico della Piana di Gioia Tauro”. Al punto da vedere i rappresentanti di quest’ultimo costretti, con successo, a fare ricorso al Tar di Reggio per il riconoscimento del sacrosanto ed inviolabile diritto di accesso agli atti pubblici. La visione di questi documenti riguardanti il costruendo Ospedale della Piana, gelosamente custoditi e a lungo negati, fa emergere numerose contraddizioniche alimentano dubbi sulle operazioni che si stanno conducendo ». L’accusa ai vertici dell’Asp è firmata da Iacopo Rizzo, Gianfranco Saccomanno e Renato Bellofiore, esponenti del Comitato pro ospedale unico nella Piana. I tre hanno espresso «profonda inquietudine e preoccupazione perché, stando così le cose, si avanzerebbe nella progettazione del nuovo ospedale su un terreno che non è di proprietà dell’Asp 5 e che mai potrà esserlo, con conseguente sperpero di ingenti quantità di danaro pubblico e di tempo ». Un’affermazione pesante che se corrisponderebbe a verità potrebbe persino rimettere in discussione il Piano di rientro sulla sanità calabrese , predisposto dal Presidente Loiero. Ma ecco la ricostruzione: «Nella delibera di nomina del responsabile unico del procedimento per la costruendo struttura, a firma della Commissione straordinariadell’Asp 5,quest’ultima riporta che il soggetto attuatore connota del24 novembre 2008 comunicava che l’Assessore al Patrimonio della Provinciali Reggio Calabria aveva confermato “la cessione” all’Asp del suolo individuato sul quale costruire il nuovo Ospedale; e su questi presupposti l’Asp 5 procedeva alla nomina del Rup e avviava la fase di progettazione preliminare del nuovo Ospedale». Ma in realtà il soggetto attuatore, Giuseppe Tannini Quirini, nella nota ufficiale sopra richiamata del 24 novembre, «parla invece di una semplice “disponibilità alla cessione” da parte dell’Assessore al Patrimonio della Provincia di Reggio Calabria. A questo punto chi mente?». Se lo chiedono gli esponenenti del comitato pro ospedale unico che continuano: «Ma v’è di più, essendo il terreno un bene della provincia, lo stesso può essere alienato solo con una delibera del consiglio provinciale, ad oggi mai assunta, econ una necessaria e congrua contropartita economica come previsto dallo stesso statuto e regolamento dell’ente, a differenza di quanto dichiarato nella nota ufficiale numero 148 del 19 febbraio 2009 a firma del Commissario delegato Spaziante che attribuisce, al Presidente della Provincia Giuseppe Morabito, una dichiarazione di disponibilità alla cessione dei terreni a titolo gratuito, pur sapendo o dovendo sapere che ciò non è possibile». «Chi ha preso l’abbaglio? Orbene - aggiungono Rizzo, Saccomanno e Bellofiore – la stessa Provincia di Reggio Calabria nell’acquisire i terreni da sempre in uso all’istituto tecnico agrario “Ferraris” di Palmi, terreni intestati all’Ente Patronato Regina Elena, fa espressamente riferimento alla legge 11 gennaio 1996 numero 23, articolo 8, riconoscendo esplicitamente l’uso scolastico di tali terreni, senza contare poi le decine e decine di migliaia di euro che sarebbero stati finanziati alla scuola proprio su detti terreni per la didattica da parte della stessa Provincia. E si sa, per legge, il vincolo di destinazione d’uso scolastico su dei terreni non è rimovibile». Ed ancora «Come si fa, allora, a costruirci sopra un Ospedale considerato che, per altre vicende, i rappresentanti dell’Asp5 hanno risposto con solerzia a critiche mossegli a mezzo stampa tramite comunicati volti a ribadire la volontà di trasparenza e di correttezza delle decisioni dell’Ente ai vertici dell’Asp 5 di Reggio e al Commissario delegato Spaziante di fare pubblicamente chiarezza, ove necessario smentendo con atti alla mano, in merito alle vicende sopra riportate al fine di far procedere l’iter della costruzione del nuovo ospedale». «Purtroppo - conclude la nota del comitato – dobbiamo constatare che come tutte le cose buone che si vogliono realizzare in Calabria, nonostante vi sia una decisione democraticamente deliberata dai Sindaci il 3 ottobre 2007, con una maggioranza schiacciante 24 su 28 che ha sancito che l’Ospedale della Piana dovesse essere costruito al centro della stessa, superando tutti i campanili locali, per l’ostinazione di solo 4 sindaci contrari si sta rischiando che l’Ospedale Nuovo della Piana non veda mai la luce, nel mentre qui da noi si continua a morire di malasanità» .
Preoccupazione e riserve espresse dai rappresentanti del comitato spontaneo dei cittadini Ospedale unico della Piana, ancora perplessità.
Gazzetta del Sud del 15.9.09 di Vincenzo Toscano GIOIA TAURO
«Fino ad oggi i vertici dell'Asp 5 hanno dimostrato una totale chiusura, al punto da costringerci, con successo, a fare ricorso al Tar per il riconoscimento del sacrosanto diritto di accesso agli atti pubblici». È questo l'esordio dei delegati del Comitato spontaneo dei cittadini pro ospedale unico della Piana di Gioia Tauro, Renato Bellofiore, Giacomo Saccomanno e Jacopo Rizzo, in un documento diramato agli organi d'informazione.
«La visione di questi documenti a lungo negati – riprendono gli scriventi – fa emergere numerose contraddizioni che alimentano dubbi sulle operazioni che si stanno conducendo. A tal proposito il Comitato esprime profonda inquietudine e preoccupazione perché si avanzerebbe nella progettazione del nuovo ospedale su un terreno che non è di proprietà dell'Asp e che mai potrà esserlo, con conseguente sperpero di ingenti quantità di danaro pubblico e di tempo. Ma andiamo per ordine. Nella delibera di nomina del responsabile unico del procedimento (Rup) da parte dell'Asp, quest'ultima evidenzia che il soggetto attuatore comunicava che l'assessore al Patrimonio della Provincia aveva confermato "la cessione" all'Asp del suolo per il nuovo ospedale; e di conseguenza l'Asp procedeva alla nomina del "Rup" e avviava la fase di progettazione preliminare del nuovo ospedale. Ma in realtà il soggetto attuatore, Zannini Quirini, nella sua nota parla invece di una semplice "disponibilità alla cessione" da parte dell'assessore provinciale. A questo punto chi mente?».
«Ma c'è di più – prosegue la nota –: essendo il terreno un bene della Provincia, può essere alienato solo con delibera consiliare e con congrua contropartita economica, come previsto dallo stesso statuto e regolamento dell'Ente, a differenza di quanto dichiarato dal commissario delegato Spaziante che attribuisce al presidente della Provincia Morabito una dichiarazione di disponibilità alla cessione, a titolo gratuito, pur sapendo o dovendo sapere che ciò non è possibile. Chi ha preso l'abbaglio? Orbene, la stessa Provincia nell'acquisire i terreni intestati all'Ente Patronato Regina Elena fa espressamente riferimento alla legge in vigore, riconoscendo esplicitamente l'uso scolastico di tali terreni (per il quale uso la Provincia ha erogato ingenti risorse alla scuola per attuare, proprio su detti terreni, la didattica). E si sa che, per legge, il vincolo di destinazione d'uso scolastico sui terreni non è rimovibile».
«Come si fa allora – domandano Bellofiore, Saccomanno e Rizzo – a costruirci sopra un ospedale? Chiediamo quindi ai vertici dell'Asp e al commissario delegato Spaziante di fare pubblicamente chiarezza, ove necessario smentendo con atti alla mano, al fine di far procedere l'iter della costruzione del nuovo ospedale nella piena e completa trasparenza, dando così ai cittadini garanzia di rispetto della legge, spesso osannata ma non applicata. Purtroppo – concludono gli scriventi – dobbiamo amaramente constatare che nonostante la delibera democratica con cui 24 sindaci su 28 hanno sancito che l'ospedale unico dovesse essere costruito al centro della Piana, per l'ostinazione di soli 4 sindaci e dei loro "fiancheggiatori" si sta rischiando che l'ospedale svanisca, nel mentre qui da noi si continua a morire di malasanità».
In un suo intervento, infine, Bellofiore afferma senza mezzi termini che «è di enorme gravità e assolutamente inaccettabile che i vari soggetti istituzionali regionali e quelli di nomina governativa siano andati facilmente contro le democratiche decisioni degli organi elettivi, assunte quasi all'unanimità nella giusta sede. Credo che in nessun paese civile si possa dare corso al volere di 4 sindaci, mettendone sotto i piedi ben ventiquattro».
GIOIA TAURO - Le sorti del “Palamangione”, il palazzetto dello sport di Gioia Tauro, sono state oggetto di discussione durante un meeting - svoltosi proprio in quella sede - ieri pomeriggio. Presenti all'incontro, l'assessore provinciale allo Sport Attilio Tucci, il membro della terna commissariale di Gioia Tauro, Giordano, il sindaco di Laureana Domenico Ceravolo, ed i rappresentanti di Cittadinanza Democratica, Bellofiore, Rizzo e Nardi, che, insieme a Muscolino (presidente della “A.s. Cestistica Gioia Tauro”) hanno ascoltato le preoccupazioni della società sportiva riguardo l'agibilità del Palamangione. Sono stati sviscerati i problemi che per il momento tengono in stasi lo svolgimento del campionato nella sede storica della società. Problemi relativi all'agibilità della struttura sportiva,carente di un impianto antincendio adeguato, dei bagni non a norma e la questione relativa al telone di copertura della struttura. Si è discusso della possibilità di poter accelerare i tempi riguardo l'agibilità del luogo, da rilasciare prima del 27 settembre, data di inizio del campionato di serie C1. L'assessore Tucci ha espresso piena disponibilità da parte dell'organo di competenza provinciale per garantire la risoluzione dei problemi strutturali, in modo da scongiurare futuri strascichi relativi ad un mancato accordo riguardo la gestione del Palamangione. L'assessore, inoltre, ha ribadito come in questo momento la Provincia stia effettuando «uno screening sulle strutture in sospeso distribuite sul territorio di competenza della provincia di Reggio Calabria », in modo da poter avere un'idea precisa riguardo le condizioni dei vari impianti sportivi. Giordano, in rappresentanza della terna commissariale di Gioia Tauro si è mostrato conciliante rispetto alle proposte pervenute in loco, auspicando il rilascio di un'autorizzazione che permetta l'ingresso al Palamangione ad un massimo di novantanove spettatori. Ceravolo e “Cittadinanza Democratica”, che è stata la promotrice dell'incontro, hanno espresso parole di solidarietà nei confronti dell'associazione sportiva gioiese, augurandosi una soluzione al problema in tempi ragionevoli. Muscolino, presidente dell'A.S. Cestistica Gioia Tauro, ha definito la struttura del Palamangione «un luogo dove poter far allenare i bambini levandoli così dalla strada, dove non si sa mai cosa può accadere». Ha inoltre ringraziato l'assessore provinciale ed il movimento Cittadinanza Democratica per l'interessamento alla questione, sperando al risolvimento della stessa.
CHIRURGIA, SERVIZIO RIATTIVATO H24 PRIMI RISULTATI SALVAVITA NELLA NOTTE TRA IL 31 AGOSTO E L'1 SETTEMBRE
Da Gazzetta del Sud del 3.9.09 di Vincenzo Toscano GIOIA TAURO Nel reparto di Chirurgia dell'ospedale "Giovanni XXIII" è stato riattivato il servizio "no stop" per cui il pericoloso vuoto notturno è stato colmato. «Accogliamo con soddisfazione il ripristino della piena operatività h24 del reparto di chirurgia del "Giovanni XXIII" – scrivono in un comunicato diramato agli organi d'informazione Renato Bellofiore di Cittadinanza Democratica e i suoi più stretti collaboratori – anche se rimaniamo disorientati di fronte ai tempi di reazione dell'Asp 5 che per oltre un mese e mezzo, in piena estate, ha permesso il blocco notturno di questo importantissimo servizio salvavita che, posto in posizione strategica nella Piana, è a salvaguardia della polveriera infortunistica connessa all'attività lavorativa del più grande porto del Mediterraneo». "Cittadinanza Democratica" per tale inefficienza aveva protestato vivamente nelle sedi competenti, sostenendo che non era «né ammissibile né tollerabile che i cittadini della Piana e i lavoratori del Porto fossero costretti, per scelte incomprensibili e non tollerabili a dover "saltare" l'ospedale di Gioia Tauro per allungare il tragitto fino ad arrivare all'ospedale di Scilla, viaggiando per una strada malagevole quanto impercorribile». Oggi finalmente, con il ripristino della piena operatività del reparto di Chirurgia dell'ospedale di Gioia Tauro, di fatto è ritornata operante l'emergenza urgenza chirurgica al "Giovanni XXIII" anche nelle ore notturne.
«E i primi risultati salvavita non si sono fatti attendere – rimarca la nota –, infatti nella notte tra il 31 agosto e l'1 settembre sono stati ricoverati tre pazienti a rischio d'intervento chirurgico d'urgenza che altrimenti sarebbero dovuti essere trasferiti in capo al mondo».
Un passo importante, dunque, ma non risolutorio per Cittadinanza Democratica, per arrivare «a quel potenziamento del "Giovanni XXIII" che specifiche direttive regionali imporrebbero. Se la volontà dell'Asp 5 è anch'essa orientata in questa direzione e in sintonia con la Regione dovrebbe dare seguito ai tanti ordini di servizio a favore del Giovanni "XXIII" rimasti inevasi, come quello del trasferimento del reparto di medicina "temporaneamente" spostato e per il quale - si apprende - sarebbe già stato dato incarico di progettazione per il suo rientro ad un professionista di Palmi ma, allo stato, inspiegabilmente, da mesi, tutto tace. Ancora tra le altre urgenze per cui si chiede l'intervento dell'Asp 5 vi è il ritorno del reparto di terapia intensiva che si continua a negare al "Giovanni XXIII", reparto che dovrebbe necessariamente essere vicino alle sale operatorie e al reparto di cardiologia che inevitabilmente viene limitato nelle sue potenzialità».
«E che dire del mancato potenziamento del pronto soccorso – prosegue Bellofiore – dove si è già arrivati ad oltre 26.000 accessi dall'inizio dell'anno, oppure del mancato potenziamento dell'ottimo reparto di Urologia, ad oggi ancora mancante di personale medico e paramedico adeguato, che registra oltre 80/90 pazienti visitati a settimana? Assurdo poi pensare che ancora oggi al "Giovanni XXIII" per mancanza di un apparecchio Tac i pazienti gravi ricoverati d'urgenza devono essere portati in altri ospedali per fare l'esame per poi essere riportati a Gioia per essere operati. Nel frattempo, perdendo tempo prezioso, cosa potrebbe accadere? Per Cittadinanza Democratica – così chiude il comunicato – è bene che l'Asp 5 intervenga in maniera perentoria e chiara su tali problematiche, altrimenti si continuerà a favorire la politica della frammentazione, dispersione e della difesa dei campanili che hanno portato allo sfascio della sanità calabrese e in particolare della Piana di Gioia Tauro, dove di malasanità si continua a morire».
Da Il Quotidiano del 2.9.09 di Alberto Petrelli GIOIA TAURO -Aseguito della riapertura del reparto di chirurgia all'ospedale Giovanni XXIII di Gioia Tauro, “Cittadinanza Democratica” ha diramatouncomunicato stampa nel quale esprime soddisfazione per l'avvenimento, pur chiedendo un intervento deciso da parte delle autorità competenti. I firmatari del comunicato, si dichiarano «disorientati di fronte ai tempi di reazione dell'Asp 5 di Reggio Calabria che per oltre unmese e mezzo,in piena estate, hanno permesso il blocco notturno di questo importantissimo servizio» , specificando comequesti siaposto«a salvaguardia della polveriera infortunistica connessa all'attivitàlavorativa svolgentesi all'interno del più grande porto del Mediterraneo ». La lista civica di Renato Bellofiore si riferisce ai disservizi legati alla mancata presenza di un reparto di chirurgia operativotutto il giorno, che costringeva i pazienti in emergenza «ad arrivare all'ospedale di Scilla, viaggiando per una strada malagevole ed impercorribile ». Nonostante tutto, Cittadinanza Democratica sposta l'attenzione nei confronti degli ordini inevasi nei confronti dell'ospedale di Gioia Tauro, tra i quali «il ritorno del reparto di terapia intensiva che si continua a negare al Giovanni XXIII, reparto che dovrebbe necessariamente essere vicino alle sale operatorie e al reparto di cardiologia che inevitabilmenteviene limitato nelle sue potenzialità». Vengono sollevate anche altre questioni riguardo il nosocomio gioiese, come la mancanza di una Tacper cui«i pazientigravi ricoveratid'urgenza devono essere spostati a Palmi per fare l'esame per poi essere riportati a Gioia Tauro per essere operati. Nel frattempo qualcuno potrebbemorire». Unaposizione fermanel contesto diunasituazione -quella relativa alla sanità calabrese - non certo felice, in merito alla quale Cittadinanza Democratica esprime un'opinione “forte”, chiedendo a gran voce l'intervento delle autorità regionali e locali addette a tali servizi. Si legge infatti nel comunicato che «per Cittadinanza Democratica è bene che l'Asp 5intervenga in maniera perentoria e chiara su tali problematiche altrimenti si continuerà a favorire la politica della frammentazione, dispersione e della difesa dei campanili che hanno portato allo sfascio della sanità calabrese e in particolare della Piana di Gioia Tauro, dove di malasanità si continua amorire». Bellofiore e suoi restano inattesa di sviluppi. a.p.
Da Gazzetta del Sud del 1 settembre 2009 di Vincenzo Toscano
GIOIA TAURO
La terna commissariale ha dato prova di tempestività ed efficienza. Non ha perso tempo, infatti, a dare seguito alla parte di competenza del Comune mettendo a fuoco nella comunicazione trasmessa alle istituzioni competenti le risultanze dell'incontro con i rappresentanti del Comitato dei titolari dei lidi Antonio Saltalamacchia, Consolato Tripodi e Pasquale Ozzimo, i coordinatori di Cittadinanza Democratica Renato Bellofiore, Jacopo Rizzo e Salvatore Nardi, il consigliere regionale Giovanni Nucera, il presidente del Comitato dei sindaci dell'Asp 5 Domenico Ceravolo e altri esponenti politici cittadini (Antonio Castaldo, Cosimo Altomonte, Angelo Guerrisi, Antonio Parrello).
L'azione della terna - composta dai commissari Luigi Pizzi, Francesca Maria Crea, Francesco Giordano - ha riscosso il plauso dell'associazione politico-culturale "Cittadinanza Democratica" che attraverso i suoi rappresentanti Bellofiore, Rizzo, Nardi, Cento e Laurendi ha inteso far giungere ai tre commissari un «sentito ringraziamento per il concreto segnale di operatività che ha voluto dare agli operatori in difficoltà e alla cittadinanza del capoluogo della Piana».
"Cittadinanza Democratica" nella nota ai tre commissari straordinari coglie l'occasione per ricordare altre problematiche urgenti ed ha quindi chiesto di essere riconvocata «per richiamare tutte le istanze già inoltrate alla precedente gestione».
«Una lunga sfilza di delicati argomenti tutti di vitale importanza per il futuro di Gioia Tauro» ha detto Renato Bellofiore, auspicando che «l'azione fattiva e costruttiva della terna commissariale possa essere determinante anche per bloccare, in seno alla Piana di Gioia Tauro, chi e quanti stanno pianificando "progetti e ripartizioni", ignorando e lasciando fuori la prima e più rappresentativa città portuale e industriale della Calabria».