22 aprile 2009

IL COMITATO SPONTANEO DIFFIDA L’ASP 5 DAL PROSEGUIRE CON LA PROGETTAZIONE DEL NUOVO NOSOCOMIO OSPEDALE


OSPEDALE, SITO SENZA PROPRIETÀ
CHIESTO L’INTERVENTO DI PROCURA E CORTE DEI CONTI PER EVITARE SPRECHI


Da il Quotidiano del 21.4.09
PALMI - Individuato da un pezzo come sito «a costo zero », circoscritto, accettato dalle istituzioni competenti (un po' meno dal territorio, ma tant'è) e già oggetto di una progettazione preliminare su cui l'Ufficio Tecnico dell'Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria è al lavoro da due mesi, ma mai acquisito, almeno ufficialmente, al demanio pubblico. E' lo strano caso del parco da 8 ettari annesso alla Scuola Agraria «Galileo Ferraris» di contrada San Gaetano a Palmi, che dovrebbe ospitare il «Nuovo Ospedale»: quello che, tanto per intenderci, nel piano di riorganizzazione sanitaria della Regione, sarà chiamato (assieme al presidio sanitario già esistente di Polistena) «a dare una risposta definitiva alla domanda di salute» nella Piana di Gioia Tauro degli attuali 7 famigerati «mezzi ospedaletti». Il paradosso è che proprio la nuova struttura, progettata per mettere fine ai troppi casi di malasanità e di sprechi pubblici - già finanziata con 57 milioni di euro, a valere su un Apq Governo-Regione, e pronta ad essere costruita «in due anni» (Loiero dixit) grazie ad un decreto urgente di Protezione Civile - proprio per via di quel «piccolo dettaglio » del titolo di proprietà ancora mancante sul sito ove dovrebbe sorgere, potrebbe diventare, manco a dirlo, l'ennesimo spreco a danno dei contribuenti. Almeno così la pensano i promotori del «Comitato spontaneo pro Ospedale Unico» che dall'anno scorso hanno ingaggiato nella Piana una battaglia contro la scelta (non condivisa da tutto il territorio) di costruire a Palmi il nuovo nosocomio da 300 posti letto, raccogliendo peraltro, tra i cittadini, 18 mila firme a sostegno della loro causa. E che non ci pensano proprio, a rassegnarsi all'opzione Palmi: dopo la petizione e le continue segnalazioni (cadute nel vuoto) alla Regione e alla Provincia, Renato Bellofiore e Jacopo Rizzo, i due attivisti di Gioia Tauro, vere anime del «Comitato pro Ospedale Unico», ieri hanno deciso infatti di passare alle vie di fatto. Inviando stavolta al commissario dell'Asp 5, Massimo Cetola e al responsabile del procedimento, l'ingegner Francesco Costantino - ma per conoscenza anche alle Procure della Repubblica di Palmi e Reggio Calabria e alla Corte dei Conti - una «diffida dal proseguire, in assenza di titolo di proprietà, nella progettazione preliminare dell'Ospedale della Piana in Palmi presso i terreni ad uso scolastico dell'Istituto Agrario Galileo Ferraris». Nell'ammonizione scritta, che è stata spedita anche alla Regione Calabria, alla Provincia, al Ministero della Salute e persino al presidente della Commissione Parlamentare Antimafia Giuseppe Pisanu, Rizzo e Bellofiore, ribadiscono innanzitutto la loro contrarietà alla «frammentazione dell'offerta sanitaria pubblica tra Palmi e Polistena» e il loro sostegno «a favore di Ospedale Unico della Piana da costruire a Cannavà - scrivono - nel rispetto della scelta ufficiale fatta dalla Conferenza dei Sindaci dell'ex Asl 10, in rappresentanza di 180 mila abitanti, in maniera istituzionale e soprattutto democratica, mediante l'adozione di una delibera votata il 3 ottobre 2007, nella quale 22 sindaci su 26 presenti hanno statuito che l'Ospedale della Piana dovrà essere costruito a Cannavà di Rizziconi, sito ritenuta centrale e di facile raggiungimento da tutti i comuni ». Ciò premesso, la diffida del fronte «pro Ospedale Unico» muove dalla considerazione che i terreni di contrada San Gaetano (che continuano ad ospitare vigneti e uliveti coltivati dalla Scuola Agraria) da un recente controllo presso la Conservatoria dei Registro Immobili di Reggio Calabria risultano ancora intestati all'Ente Patronato “Regina Elena” e che dunque «da ciò si evince che l'Asp 5 non ha, ad oggi, né la proprietà né altro titolo per procedere alla progettazione preliminare dell'ospedale che, in assenza di un titolo valido, sta comportando un'enorme ed evidente spreco di risorse professionali ed economiche con possibile sperpero di soldi pubblici». Né risulta, stando a quanto sostengono infine Rizzo e Bellofiore, che la Scuola Agraria sia mai stata messa al corrente dell'acquisizione del sito né tanto meno che con essa sia mai stata stipulata una convenzione, come prevede la legge nel caso di trasferimento ed utilizzazione di immobili appartenenti a soggetti diversi da Comuni e Stato e sui quali sussiste una destinazione ad uso scolastico.