
Da Gazzetta del Sud del 12.4.09 di Vincenzo Toscano
GIOIA TAURO
«Apprendiamo con soddisfazione la svolta stabilita giovedì scorso, a Roma nell'incontro tra il Governo e la Regione Calabria, al termine del quale si è deciso definitivamente che il secondo inceneritore (o il raddoppio del primo) non verrà costruito a Gioia Tauro». È quanto comunica la Lista civica nazionale "Per il Bene Comune" in una nota a firma del coordinatore regionale avv.
Renato Bellofiore e del coordinatore locale arch. Iacopo Rizzo. «Finalmente – si legge – dopo battaglie durate due anni, ottomila firme raccolte dai movimenti popolari, una grande manifestazione a Gioia Tauro il 22 dicembre 2007 con diecimila persone in piazza (movimenti, comitati, sindaci della Piana, partiti e singole personalità politiche, parti sociali), nonché proteste pubbliche a Catanzaro, Lamezia e Reggio Calabria, anche questa battaglia di civiltà, di democrazia e di valori profondi è stata vinta per merito di tutti questi soggetti. L'aver abbandonato la decisione del raddoppio dell'impianto di contrada Cicerna, con in gioco tra l'altro enormi interessi economici, è la chiara dimostrazione che quando si procede sulla strada della legalità, in difesa dei principi sacrosanti edimprescindibili della tutela della salute dei cittadini e del rispetto delle peculiarità dei territori, la volontà delle popolazioni residenti non può e non deve essere ignorata». Da parte sua Rocco Domenico Ceravolo, presidente della Conferenza dei sindaci dei Comuni ricadenti nell'Asp 5, organismo che insieme a movimenti e associazioni è stato promotore e protagonista di numerose mobilitazioni che indussero il governatore Loiero e il Consiglio regionale ad emanare la legge che bloccò il raddoppio dell'inceneritore, esulta per un risultato che «è una dimostrazione ulteriore del fatto che quando il fronte è comune è possibile raggiungere un obiettivo che va a tutto beneficio delle popolazioni amminstsrate. Continueremo a vigilare sul corretto funzionamento della struttura di contrada Cicerna, auspicando che la Piana di Gioia Tauro non venga mai più considerata come la pattumiera della regione». La notizia è stata accolta con favore anche dall'on. Elio Belcastro (Mpa), per il quale «era atteso con impazienza e trepidazione l'annuncio che la Regione aveva sposato la giusta causa delle popolazioni della Piana di Gioia Tauro che in tutti i modi civili e democratici avevano espresso e ribadito la loro ferma opposizione al raddoppio dell'impianto di termovalorizzazione di contrada Cicerna. È una decisione sacrosanta – continuato l'on. Belcastro – perché non è giusto che tutti gli impianti che creano disagi e problemi all'ambiente e alla salute vengano sistematicamente "assegnati" a Gioia Tauro. Mentre quando si presenta l'opportunità di dare qualcosa che serva a dare sollievo ai grossi problemi di disoccupazione esistenti nel territorio, tutto viene "dirottato" in aree più forti e protette. Come è avvenuto per la tanto sbandierata zona franca che ha avuto ben altre destinazioni (due a Lamezia) e per l'ospedale "unico" che la politica vorrebbe allontanare dalla zona di grande fruibilità e "codice rosso", aumentando la portata dei pericoli per cittadini e lavoratori».