Gioia Tauro Il 31 marzo si torna alla normalità ma è polemica sui servizi sanitari
Martedì saranno riaperte le sale operatorie dell'ospedale
Il Movimento "Per il Bene Comune": serve il reparto di terapia intensiva
Da Gazzetta del Sud del 28.3.09 di Vincenzo Toscano
GIOIA TAURO
La notizia è ufficiale. Martedì prossimo, 31 marzo, le sale operatorie dell'ospedale "Giovanni XXIII" di Gioia Tauro, saranno riaperte. Salvo, pero, altri malaugurati imprevisti, dopo i tanti e tanti che hanno prodotto la dilatazione dei tempi in maniera esasperante. E ciò, stante anche il fatto che già le sale operatorie dell'ospedale, se non si fosse messo "un filtro" all'impianto di climatizzazione, dovevano essere riaperte il 5 marzo, cioè tre giorni dopo la visita del commissario straordinario dell'Asp, prefetto Cetola e del direttore sanitario Enzo Rupeni.
La notizia della riapertura la ufficializza il coordinatore regionale del movimento politico nazionale "Per il Bene Comune", avv. Renato Bellofiore e il coordinatore di Gioia Tauro arch. Iacopo Rizzo, che si trovavano nel presidio ospedaliero quando è giunta la comunicazione dell'Asp.
A detta dei tecnici, il "Giovanni XXIII" è la struttura più moderna in materia di architettura ospedaliera ed è situata in luogo strategico nel cuore della Piana di Gioia Tauro, altamente fruibile e raggiungibile con qualsiasi mezzo dai numerosi utenti del comprensorio.
Il movimento "Per il Bene Comune Calabria" «apprende con grande soddisfazione che riapriranno le sale operatorie, con il ritorno immediato del personale medico chirurgico, infermieristico e delle attrezzature da Scilla, restituendo quell'assistenza sanitaria di emergenza urgenza che fino ad oggi è stata negata ai cittadini della Piana e ai lavoratori del porto».
«Altresì, apprendiamo con stupore che – continua la nota – mentre i più importanti sindacati della Sanità non assumono posizioni campanilistiche, qualche sigla avanza discutibili proposte di riassetto».
«Ma dove erano – si chiedono Bellofiore e Rizzo – le stesse sigle sindacali in questi mesi di lotta per la riapertura del reparto salvavita di chirurgia al Giovanni XXIII? Ma se la maggioranza schiacciante dei Sindaci (24 a favore e 4 contrari) e dei cittadini della Piana (abbiamo 18 mila firme raccolte) sostengono la necessità di realizzare un "Policlinico Unico" della Piana per razionalizzare e concentrare i servizi, qual è la logica che ci deve portare ancora alla frammentazione e alla perdita di vite umane?».
Secondo il movimento «bisogna assolutamente evitare che con la proposta dei sindacati si continui nella dannosissima frammentazione»: «Non è più pensabile che chi lotta tra la vita e la morte, quando ogni secondo è drammaticamente prezioso, debba essere portato in ambulanza da Gioia Tauro verso altre località per una semplice Tac per poi ritornare in sala operatoria a Gioia».
Ma la riapertura della sale operatorie non basta: «Non si possono far funzionare le sale chirurgiche senza avere a fianco un reparto di Cardiologia come Unità o Struttura Complessa, con l'Utic (terapia intensiva) perché durante un intervento c'è sempre la necessità per l'anestesista della collaborazione e consulenza della cardiologia, per risolvere una qualsiasi patologia».
Martedì saranno riaperte le sale operatorie dell'ospedale
Il Movimento "Per il Bene Comune": serve il reparto di terapia intensiva
Da Gazzetta del Sud del 28.3.09 di Vincenzo Toscano
GIOIA TAURO
La notizia è ufficiale. Martedì prossimo, 31 marzo, le sale operatorie dell'ospedale "Giovanni XXIII" di Gioia Tauro, saranno riaperte. Salvo, pero, altri malaugurati imprevisti, dopo i tanti e tanti che hanno prodotto la dilatazione dei tempi in maniera esasperante. E ciò, stante anche il fatto che già le sale operatorie dell'ospedale, se non si fosse messo "un filtro" all'impianto di climatizzazione, dovevano essere riaperte il 5 marzo, cioè tre giorni dopo la visita del commissario straordinario dell'Asp, prefetto Cetola e del direttore sanitario Enzo Rupeni.
La notizia della riapertura la ufficializza il coordinatore regionale del movimento politico nazionale "Per il Bene Comune", avv. Renato Bellofiore e il coordinatore di Gioia Tauro arch. Iacopo Rizzo, che si trovavano nel presidio ospedaliero quando è giunta la comunicazione dell'Asp.
A detta dei tecnici, il "Giovanni XXIII" è la struttura più moderna in materia di architettura ospedaliera ed è situata in luogo strategico nel cuore della Piana di Gioia Tauro, altamente fruibile e raggiungibile con qualsiasi mezzo dai numerosi utenti del comprensorio.
Il movimento "Per il Bene Comune Calabria" «apprende con grande soddisfazione che riapriranno le sale operatorie, con il ritorno immediato del personale medico chirurgico, infermieristico e delle attrezzature da Scilla, restituendo quell'assistenza sanitaria di emergenza urgenza che fino ad oggi è stata negata ai cittadini della Piana e ai lavoratori del porto».
«Altresì, apprendiamo con stupore che – continua la nota – mentre i più importanti sindacati della Sanità non assumono posizioni campanilistiche, qualche sigla avanza discutibili proposte di riassetto».
«Ma dove erano – si chiedono Bellofiore e Rizzo – le stesse sigle sindacali in questi mesi di lotta per la riapertura del reparto salvavita di chirurgia al Giovanni XXIII? Ma se la maggioranza schiacciante dei Sindaci (24 a favore e 4 contrari) e dei cittadini della Piana (abbiamo 18 mila firme raccolte) sostengono la necessità di realizzare un "Policlinico Unico" della Piana per razionalizzare e concentrare i servizi, qual è la logica che ci deve portare ancora alla frammentazione e alla perdita di vite umane?».
Secondo il movimento «bisogna assolutamente evitare che con la proposta dei sindacati si continui nella dannosissima frammentazione»: «Non è più pensabile che chi lotta tra la vita e la morte, quando ogni secondo è drammaticamente prezioso, debba essere portato in ambulanza da Gioia Tauro verso altre località per una semplice Tac per poi ritornare in sala operatoria a Gioia».
Ma la riapertura della sale operatorie non basta: «Non si possono far funzionare le sale chirurgiche senza avere a fianco un reparto di Cardiologia come Unità o Struttura Complessa, con l'Utic (terapia intensiva) perché durante un intervento c'è sempre la necessità per l'anestesista della collaborazione e consulenza della cardiologia, per risolvere una qualsiasi patologia».