26 marzo 2009

GIOIA TAURO – Attraverso un comunicato stampa, il coordinatore regionale della lista civica “Per il bene comune” Renato Bellofiore insieme al coordinatore di Gioia Tauro Jacopo Rizzo, ha reso noto il malcontento verso l’Asp 5, che a loro avviso ha un comportamento «indifferente e colpevolmente omissivo ». Le critiche prendono spunto dai ritardi per la riattivazione del reparto di Chirurgia dell’ospedale di Gioia Tauro. «L’Asp - affermano nella nota - è composta da direttori sanitari inadempienti e tecnici inconcludenti capaci e bravi, a scoprire problemini per allargare all’infinito i tempi di riapertura delle sale operatorie della più moderna ed all'avanguardia struttura ospedaliera esistente nella Piana». Secondo Bellofiore e Rizzo, l’Asp evidenzierebbe con questo comportamento «indifferenza verso questo territorio in cui oltre al porto e alle aree industriali, la Calabria ha fatto dono di depuratori, termovalorizzatori, discariche, stabilimenti inquinanti e pattumiere di ogni ordine e grado. E con tutti questi doni, la Asp e la sua equipe, arriva al punto di azzardare il tentativo di portare avanti il disegno di allocare l’ospedale unico o ex unico o in compartecipazione con Polistena, in un luogo diverso da quello stabilito dalla conferenza dei sindaci e di trasferire divisioni e reparti da una struttura a norma ad altre fatiscenti, lasciando nel più alto dei pericoli, diverse migliaia di lavoratori». Quello che si propongono di fare i due coordinatori è di portare avanti quella che definiscono una “battaglia democratica di civiltà e di giustizia”, fino a quando non otterranno tutte le risposte che si aspettano. «Quel che è certo – si legge nella nota – è che non intendiamo accettare che le sacrosante aspettative della città di Gioia Tauro e della stragrande maggioranza dei cittadini della Piana, con tutto quel che ruota intorno, subiscano l’arroganza e la prevaricazione di coloro che agiscono mettendo sotto i piedi le regole democratiche». Sono ormai passati sei mesi da quando è stata presa la decisione di interrompere il pubblico servizio della Chirurgia generale e d’urgenza del nosocomio Giovanni XXIII di Gioia Tauro, decisione questa che ha scatenato molte polemiche e malcontenti tra la popolazione non solo locale ma anche dei comuni vari limitrofi. Da quanto si apprende poi dalla nota di Bellofiore e Rizzo, lo scorso due marzo a seguito del sopralluogo effettuato dal Commissario stra-ordinario dell’Asp Massimo Cetola e dal Direttore sanitario Enzo Rupeni, era stato annunciato proprio da loro l’arrivo per il 5 marzo di tecnici per la verifica e la certificazione dell’agibilità delle sale operatorie. Ma a quanto pare, come scrivono i due coordinatori, Cetola e Rupeni «non avevano fatto i conti con il filtro dell’impianto di climatizzazione ». Frattanto, anche La Destra si muove a difesa del nosocomio gioiese. Il segretario provinciale Pino Cavallaro ha scritto una lettera aperta al presidente della Regione, Agazio Loiero. «La informo - scrive il segretario - dell’insopportabile situazione che si è venuta a creare presso l’ospedale di Gioia Tauro Giovanni XXIII. Il nostro territorio, parlo di quello della Piana, sta conoscendo un momento di totale disinteresse da parte dell’Asp 5 di Reggio Calabria, a cominciare dall’insensata idea di smantellare le guardie mediche dislocate in molti paesi pianigiani (è diquesti giorni la rivolta dei sindaci della zona contro questa scellerata decisione), per passare dalla chiusura di alcuni nosocomi della zona, e per finire con il paradosso che sta interessando l’ospedale di Gioia Tauro. Una struttura ospedaliera che dopo aver rilanciato la sua immagine riammodernando, tra l’altre cose, le sale operatorie, tra le più evolute nel territorio della Piana, adesso sono chiuse in attesa, forse, di qualche intervento “divino”».