"Giovanni XXIII", Gioia Tauro si ribella
L'on Belcastro (Mpa): situazione territoriale critica in molti settori, frutto di scelte politiche scellerate
Da Gazzetta del Sud del 7.2.09 di Vincenzo Toscano
GIOIA TAURO
Si è svolta nella massima compostezza e con alto senso civico e democratico la manifestazione di protesta organizzata dal movimento politico nazionale "Per il Bene Comune", davanti all'ingresso principale dei reparti dell'ospedale.
«Una manifestazione – ha voluto ribadire in uno dei tanti passaggi il coordinatore regionale Renato Bellofiore – che siamo stati costretti a mettere in atto per l'indifferenza e la sordità delle istituzioni politiche e sanitarie che nel tempo hanno operato lo smantellamento del "Giovanni XXIII", lasciando privi per una semplice infiltrazione di acqua, di qualsiasi forma di assistenza, non solo la popolazione del comprensorio della Piana, ma anche migliaia di lavoratori del Porto e dell'Area Industriale. Parliamo di un esercito di lavoratori che opera all'interno di aree "calde" e che avrebbe il diritto di poter ricevere immediata assistenza in "emergenza-urgenza", esposto com'è ad ogni genere di rischio infortunistico».
Nell'ospedale di Gioia Tauro – ha fatto rilevare Bellofiore – è stato operato un «incosciente e pericolosissimo gioco al massacro». Con la trovata della sospensione «momentanea» sono stati affossati divisioni e reparti di eccellenza come l'Ortopedia, l'Ostetricia e Ginecologia,
Dopo aver accennato «alla desolante assenza della politica nazionale e regionale», Bellofiore ha detto che «a livello verticistico regionale è molto grave che si parli di "Area di eccellenza" e poi ci si trovi di fronte alla vergognosa situazione dell'ospedale del Porto più grande del Mediterraneo, trascurato, danneggiato e depotenziato».
«Noi pensiamo che questa città – ha sottolineato Bellofiore – meriterebbe un minimo di attenzione da parte delle istituzioni, anche per il contributo che dà alla Calabria. Ma non è così, e siamo stati costretti a manifestare per risolvere la gravissima problematica sanitaria nell'interesse della popolazione e dei lavoratori che in un luogo in cui vi è un Porto "mondiale" ed attività industriali come in questo, nessuno si sentirebbe di assumersi certe gravissime responsabilità».
«Ed oggi – ha concluso Bellofiore – abbiamo iniziato una lotta che non vorremmo riprendere in forma più dura ed eclatante».
Pbc ha avuto il sostegno di partiti come il Pd rappresentato dai due referenti Cosimo Altomonte e Nunzio Candido, dalla Pro-Loco con il presidente Pino Pratticò che ha moderato gli interventi, da Gruppi ed associazioni, tra i quali i Pensionati e l'Alaga; ha anche aderito
Nel suo intervento l'on. Elio Belcastro del Mpa, dopo aver rimarcato «la situazione critica territoriale in tutti i settori», ha detto di essere venuto alla manifestazione «per protestare per il problema delicato e serio della salute di 180.000 abitanti e dei lavoratori. La scellerata scelta di depotenziare o addirittura chiudere il "Giovanni XXIII" è una scelta infelice della destra e della sinistra che sono rispettivamente al governo nazionale e regionale. Ritengo che i cittadini del comprensorio debbano prendere coscienza dei fatti, andare avanti e lottare senza guardare il colore politico. Ricordo questo ospedale – ha concluso - come "il fiore all'occhiello" della Provincia e sono desolato di vedere come è stato ridotto da una politica fallimentare che non bada agli interessi delle popolazioni».
Per Iacopo Rizzo, coordinatore locale di Pbc «la voglia di manifestare in piazza da parte di tutta questa gente fa capire che la problematica del ritorno di chirurgia all'Ospedale di Gioia Tauro e quindi dell'emergenza-urgenza nella Piana e nel Porto è tra le prime preoccupazioni dei cittadini e non potrà né dovrà essere ignorata dai vertici dell'Asp e della Regione».
Nunzio Candido (Pd) ha "rapportato" sugli interventi ed i solleciti rivolti agli organismi istituzionali e dato lettura di una nota tranquillizzante del prefetto dott. Musolino. Mentre l'altro referente del Pd, Cosimo Altomonte, con un intervento dai toni forti ha sollecitato «un immediato ritorno alla normalità del Giovanni XXIII» ed ha chiesto «chiarezza sull'ospedale unico per il quale nessuno può ignorare che c'è una precisa volontà espressa democraticamente dalla stragrande maggioranza dei rappresentanti elettivi della popolazione del comprensorio».