
da Gazzetta del Sud del 6.2.09
Vincenzo Toscano
GIOIA TAURO
Manifestazione di protesta questa mattina, a partire dalle 10, davanti all'ospedale "Giovanni XXIII", indetta dalla Lista civica nazionale "Per il Bene Comune".
«Siamo stati costretti a ricorrere a queste forme di lotta – ha dichiarato il coordinatore regionale Renato Bellofiore – dopo cinque mesi di appelli accorati rivolti a tutti gli organismi istituzionali che sono rimasti sordi e impassibili alle sacrosante richieste di "salute" proveniente da tutti i ceti sociali della città, del comprensorio della Piana e dal vasto bacino d'utenza che comprende migliaia di lavoratori del Porto e dell'Area Industriale esposti ad ogni genere di rischio infortunistico. Riteniamo sia un fatto assolutamente unico al mondo che tutti quanti hanno avuto ed hanno un minimo di competenza e quindi sono tenuti a dare risposte in materia di salute e di prevenzione di rischi e di infortuni - governo, regione, provincia, asp - si siano assunti la gravissima responsabilità di distruggere un ospedale modernissimo e in posizione strategicamente inattaccabile, lasciando letteralmente allo sbaraglio una popolazione di oltre centomila "gravitanti". Riteniamo inoltre assolutamente inconcepibile – evidenzia altresì Bellofiore – che si sia arrivati a disattivare e a "traslare" il reparto di chirurgia d'urgenza posizionato accanto ad una "polveriera" che potrebbe scoppiare in qualsiasi istante. Riteniamo ancora molto più grave che per una semplice scheda o per altri guasti che in altri luoghi vengono risolti in tempi brevissimi, si sia arrivati ad innescare una sconcertante e pericolosissima interruzione di pubblico servizio e di "giocare" con la pelle della gente annunciando la riattivazione del reparto incautamente dismesso da una settimana all'altra».
Da parte sua il coordinatore del Pbc di Gioia, Iacopo Rizzo, nell'affermare che si ha «la reale percezione che questa città sia stata completamente abbandonata», rinnova l'invito a partecipare a «cittadini, le forze politiche, parti sociali, forze dell'ordine e istituzionali, rappresentanti delle imprese operanti nel porto di Gioia Tauro, associazioni, sindaci della Piana».
Vincenzo Toscano
GIOIA TAURO
Manifestazione di protesta questa mattina, a partire dalle 10, davanti all'ospedale "Giovanni XXIII", indetta dalla Lista civica nazionale "Per il Bene Comune".
«Siamo stati costretti a ricorrere a queste forme di lotta – ha dichiarato il coordinatore regionale Renato Bellofiore – dopo cinque mesi di appelli accorati rivolti a tutti gli organismi istituzionali che sono rimasti sordi e impassibili alle sacrosante richieste di "salute" proveniente da tutti i ceti sociali della città, del comprensorio della Piana e dal vasto bacino d'utenza che comprende migliaia di lavoratori del Porto e dell'Area Industriale esposti ad ogni genere di rischio infortunistico. Riteniamo sia un fatto assolutamente unico al mondo che tutti quanti hanno avuto ed hanno un minimo di competenza e quindi sono tenuti a dare risposte in materia di salute e di prevenzione di rischi e di infortuni - governo, regione, provincia, asp - si siano assunti la gravissima responsabilità di distruggere un ospedale modernissimo e in posizione strategicamente inattaccabile, lasciando letteralmente allo sbaraglio una popolazione di oltre centomila "gravitanti". Riteniamo inoltre assolutamente inconcepibile – evidenzia altresì Bellofiore – che si sia arrivati a disattivare e a "traslare" il reparto di chirurgia d'urgenza posizionato accanto ad una "polveriera" che potrebbe scoppiare in qualsiasi istante. Riteniamo ancora molto più grave che per una semplice scheda o per altri guasti che in altri luoghi vengono risolti in tempi brevissimi, si sia arrivati ad innescare una sconcertante e pericolosissima interruzione di pubblico servizio e di "giocare" con la pelle della gente annunciando la riattivazione del reparto incautamente dismesso da una settimana all'altra».
Da parte sua il coordinatore del Pbc di Gioia, Iacopo Rizzo, nell'affermare che si ha «la reale percezione che questa città sia stata completamente abbandonata», rinnova l'invito a partecipare a «cittadini, le forze politiche, parti sociali, forze dell'ordine e istituzionali, rappresentanti delle imprese operanti nel porto di Gioia Tauro, associazioni, sindaci della Piana».