Gioia Tauro Sono emerse novità importanti dalla visita che il Commissario straordinario del comune dott. Domenico Galati ha effettuato, su sollecitazione della Lista Civica Nazionale Pbc, all'ospedale Giovanni XXIII di Gioia Tauro. Novità che riguardano sia il nosocomio cittadino quasi completamente "azzerato" rispetto a quella che è stata e che è la sua delicata funzione istituzionale, sia con riferimento all'ospedale unico o ex unico o nuovo della Piana. E queste novità, che fanno parte delle pubbliche dichiarazioni del dott. Galati, vengono fuori anche dai contenuti del comunicato stampa diramato agli organi dell'informazione dal coordinatore regionale di Pbc Renato Bellofiore e dal coordinatore locale Iacopo Rizzo. «La lista civica nazionale Per il Bene Comune – scrivono i due coordinatori – esprime soddisfazione ed ottimismo per l'attenzione dimostrata dal commissario Domenico Galati nei confronti delle esigenze sanitarie della popolazione e nei confronti di problematiche che riguardano la sicurezza dell'intera Piana di Gioia Tauro». «In particolare la ricognizione all'ospedale Giovanni XXIII, avvenuta in seguito alla richiesta avanzata da Pbc in un recente incontro con i commissari è un chiaro segnale di apertura verso la cittadinanza». Nel comunicato, per Renato Bellofiore, coordinatore regionale, «di grande importanza nel fronte della problematica mai sopita tra ospedale unico o ospedale nuovo, sono le dichiarazioni, "cadute" come fulmini a ciel sereno, del dott. Domenico Galati. Il quale ha ricordato che il comune di Gioia Tauro aveva già dato al prefetto Zanini (delegato alla costruzione del nuovo ospedale della Piana) tutta, dicasi tutta, la disponibilità della Commissione straordinaria per la costruzione dell'ospedale unico mettendo a disposizione dei terreni confiscati alla mafia». «Ciò al fine di dare un segnale forte di legalità oltre che un esempio di come fare risparmio del pubblico denaro».
Gioia, sopralluogo del commissario e del Pbc per la riapertura di Chirurgia Di FLAVIA AMATO f.amato@calabriaora.it Non è ancora stata risolta la questione relativa al reparto di Chirurgia dell’ospedale Giovanni XXIII che continua a restare chiuso. E’ anche per questo che il commissario straordinario Domenico Galati ha voluto visitare la struttura. Ad accompagnarlo nel “viaggio”, oltre ai suoi collaboratori, anche i coordinatori regionale e locale del Pbc, Renato Bellofiore e Jacopo Rizzo. A fare da cicerone è stato il direttore sanitario, Giuseppe Zampogna che ha mostrato al viceprefetto la struttura e ha illustrato i servizi nonché le potenzialità del Giovanni XXIII. A chiarire la questione relativa alla mancata riapertura della sala operatoria, e di conseguenza anche del reparto di chirurgia, è stato il perito elettrotecnico dell’Asp, Rosario Brullo. Il tecnico ha spiegato che «durante le verifiche per il funzionamento della sala operatoria è stato accertato il guasto nell’interruttore. Ora siamo in attesa dei preventivi delle ditte per provvedere alla sostituzione che dovrebbe quindi essere effettuata entro un paio di giorni». «La verifiche sono necessarie per accogliere i pazienti in sicurezza – ha spiegato Zampogna – una volta completata la sostituzione di quest’interruttore la sala operatoria sarà pronta». Dopo i primi chiarimenti, gli ospiti sono stati accompagnati a visitare i locali del pronto soccorso e il direttore sanitario è anche riuscito ad estorcere qualche promessa al commissario Galati che ha fatto sapere che si impegnerà per la ripresa dei lavori di ristrutturazione dell’astanteria magari con l’impiego degli lsu. Galati si è detto sorpreso positivamente ed ha detto che «occorre quindi un piano di ripristino» ha detto il viceprefetto. Il commissario ha poi toccato la problematica principale. Il viceprefetto ha, inoltre, chiesto a Zampogna un documento con i dati che interessano l’ospedale, quindi, il numero di interventi, i posti letto e quant’altro, per «poter intervenire ufficialmente». C’è da dire anche che da ieri i 5 anestesisti sono impegnati a coprire anche Polistena oltre che, come avveniva già, Palmi. Il commissario Galati ha anche sottolineato che Il Comune aveva già dato al prefetto Zanini (delegato alla costruzione dell’ospedale) tutta la disponibilità per la costruzione dell’ospedale unico nei terreni confiscati alla mafia per dare un segnale forte di legalità e di risparmio di soldi pubblici. Il viceprefetto ha anche sottolineato che la Commissione straordinaria del Comune aveva comunicato che qualora fosse stato utile avrebbe potuto scambiare il terreno attualmente in uso alla Cooperativa Valle del Marro con terreni confiscati da assegnare. Dopo di allora pare che nessuna comunicazione ufficiale è pervenuta in merito alla scelta delle aree. Per Bellofiore, pertanto, la segnalazione fatta dal Comune di Palmi all’Asp 5 e alla Regione, di un suolo da acquistare per la costruzione dell’ospedale della Piana non è stata l’unica segnalazione di disponibilità di terreni giunta al prefetto Zanini. Per Rizzo la notizia di un finanziamento di 220 milioni di euro per realizzare strutture strategiche sul territorio della Piana rappresenta un’occasione da non perdere per poter integrare lo stanziamento di 63 milioni di euro per l’Ospedale della Piana con ulteriori fondi per addivenire alla realizzazione di un Policlinico Unico all’avanguardia. Successivamente, il commissario Galati si è recato con i responsabili di Pbc presso il Centro per l’impiego dove è stato ricevuto dal vicedirettore dott.ssa F.sca Laganà e dai capi settore Antonino Guerrera e Raffaele Zucco. Galati ha espresso la volontà ufficiale del Comune di mantenere gli uffici presso il presidio attuale anche facendosene carico direttamente qualora dovesse risultare dovuto.
Gioia Tauro. Ispezione all’ospedale del commissario straordinario del Comune
Galati in visita al “Giovanni XXIII” Il tour è proseguito nei locali del Centro per l’impiego di NICOLA ORSO GIOIA TAURO - Su sollecitazione della lista civica “Per il bene comune” il commissario Domenico Galati si è recato ieri mattina all'ospedale “Giovanni XXIII”, da tempo al centro del dibattito politico dopo il momentaneo trasferimento di Chirurgia in quel di Scilla e la chiusura delle sale operatorie. Galati, accolto dal direttore sanitario del nosocomio gioiese Giuseppe Zampogna, ha voluto rendersi conto di persona della situazione in cui si trova la struttura ospedaliera ed ha manifestato la piena disponibilità del Comune affinché vengano risolti tutti i problemi che ancora ostacolano un efficiente funzionamento del nosocomio. Per quanto riguarda gli inconvenienti di carattere tecnico che tuttora impediscono il rientro del reparto di Chirurgia e la riapertura delle sale operatorie è stato assicurato al commissario Galati che si sta provvedendo alla sostituzione di uno speciale interruttore perché i locali interessati possano avere i requisiti per il rilascio della certificazione di messa a norma degli impianti elettrici. “Ciò dovrebbe avvenire nello spazio di pochi giorni - ha detto Rosario Brullo, tecnico dell'Asp - e una volta fatta questa operazione sarà tutto in piena norma”. Accompagnato dal direttore sanitario Zampogna, Galati ha fatto una ricognizione dell'intera struttura ospedaliera, compiacendosi per la pulizia e l'ordine che ha trovato in tutti gli ambienti visitati. Lo stesso Galati si è impegnato ad intervenire, per come potrà fare il Comune, affinché i lavori per la ristrutturazione dei locali destinati all'astanteria vengano ultimati a breve termine. “Mi renderò interprete ha dichiarato il commissario Galati delle istanze dell'utenza e del personale che opera all'interno di questo ospedale, le cui potenzialità sono sotto gli occhi di tutti e non possono essere ignorate, anche in considerazione delle tante esigenze che scaturiscono dalla vicinanza del grande porto e dell'area industriale, realtà che non può essere sottovalutata rispetto ai servizi che in tale contesto sono da ritenersi indispensabili”. Nel corso della visita di Galati è emerso che all'indomani dell'insediamento della Commissione straordinaria al Comune di Gioia Tauro la stessa, a proposito della costruzione dell'ospedale unico o nuovo, si era resa disponibile ad individuare un terreno idoneo alla costruzione della grande opera. “Tanto è vero - ha dichiarato Domenico Galati - che in quella sede, presente il compianto collega Mario Fasano, si pensò addirittura di trovare, occorrendo, un accordo con la cooperativa Valle del Marro qualora si fosse reso necessario utilizzare i beni a questa assegnati, ovviamente in cambio di altri terreni dove sarebbe stato possibile continuare l'attività della stessa cooperativa di giovani”. “Fatto sta - ha proseguito Galati - che dopo quel primo incontro avuto con il prefetto Zanini alla Commissione Straordinaria non è arrivato nulla sulle decisioni prese o in itinere per la costruzione del grande ospedale della Piana, né negli uffici comunali abbiamo trovato traccia della volontà popolare espressa dal voto favorevole di 24 sindaci su 28 che stabiliva la realizzazione della nuova struttura sanitaria nel territorio di Cannavà”. “Insomma, le parole di Galati - ha sottolineato il coordinatore regionale del movimento Pbc Renato Bellofiore - la dicono lunga su come si voglia non tener conto della volontà della popolazione che attraverso i propri rappresentanti istituzionali ha fornito, invece, una precisa indicazione circa il sito da destinare all'importante opera. Siamo di fronte ai soliti giochi di campanile e di piccoli interessi di parte che nulla hanno a che vedere con la democrazia e la trasparenza”. “A fronte di quanto ha riferito Galati - ha concluso Bellofiore - deve essere rimesso tutto in discussione con il coinvolgimento delle istituzioni e della cittadinanza”. Dopo la visita al “Giovanni XXIII” il commissario Galati si è recato presso gli uffici del Centro per l'Impiego. Qui è stato ricevuto dal vice dirigente Laganà. Com'è è noto tra la Provincia e il Comune vi è in corso un chiarimento sulla competenza relativa al pagamento dell'affitto dei locali. “Indipendentemente da chi dovrà continuare a pagare la pigione - ha precisato Galati - gli resteranno a Gioia”.
Gioia Tauro il Commissario Straordinario del Comune in visita all'Ospedale "Giovanni XXIII"
Galati promette: tenterò di risolvere i problemi!
Da Gazzetta del sud 27.2.09 - di Vincenzo Toscano GIOIA TAURO Il commissario dott. Domenico Rocco Galati, che in quest'ultimo periodo ha dovuto assumersi per intero il peso dell'amministrazione del Comune, nella tarda mattinata di ieri si è recato all'ospedale "Giovanni XXIII" per fare una "ricognizione" dei locali e rendersi conto dello stato "stagnante" delle cose che ha prodotto, tra l'altro, una denuncia alla Procura della Repubblica per interruzione di pubblico servizio e ai Nas, da parte del movimento politico nazionale "Per il Bene Comune". Al moderno e strategico complesso ospedaliero reso "inservibile" da infiltrazioni di acqua piovana dal tetto che è valsa a far chiudere prima il reparto di Cardiologia e subito dopo "provvisoriamente" (e sono già trascorsi ben quattro mesi) quello di Chirurgia, il dott. Galati è stato accolto dal direttore sanitario e responsabile del Pronto soccorso, dott. Giuseppe Zampogna, che lo ha accompagnato nel sopralluogo all'interno e all'esterno della struttura. Il commissario si è reso conto della grave situazione di sfascio del "Giovanni XXIII" e, a caldo, ha espresso la sua piena disponibilità ad adoperarsi a risolvere la delicata problematica che è alla base del mancato funzionamento dell'ospedale. Atteso il fatto che lo stesso ha in sè tutte le caratteristiche e le potenzialità necessarie a divenire pienamente efficiente e in grado di fronteggiare i bisogni della popolazione nonchè le necessità e l'emergenza del porto. Tuttavia per la riapertura del reparto di Chirurgia gli inconvenienti tecnici non sono stati ancora completamente rimossi. Adesso si deve provvedere alla sostituzione di uno "speciale interruttore", un altro dei tanti imprevisti che richiedono tempo. Durante l'accurata visita all'intera struttura il dott. Galati si è intrattenuto anche con i degenti, per i quali ha avuto parole di augurio e di conforto. Quindi, prima di congedarsi si è compiaciuto con il direttore sanitario per l'ordine e l'igiene che ha notato nei vari locali ed ha assicurato il suo interessamento perché vengano portati a termine i lavori interrotti per l'astanteria e per l'Utic. «Interpretando i desideri del personale e dell'utenza, mi adopererò – ha detto il commissario straordinario – a risolvere i problemi del "Giovanni XXIII" le cui potenzialità sono evidenti, e per andare incontro alle esigenze della vicinanza porto e dell'area industriale, che non possono essere sottovalutate». Parlando dell'ospedale unico o nuovo, Galati ha riferito che «nell'incontro avuto con il prefetto Zanini, la commissione si era resa disponibile a mettere a disposizione un terreno adatto alla realizzazione dello stesso. Ma – ha aggiunto Galati – dopo quell'incontro con Zanini non vi è stato alcun seguito alla nostra offerta, nè siamo stati messi a conoscenza della volontà popolare espressa dal voto favorevole di 24 sindaci su 28 che aveva deliberato la realizzazione del nuovo ospedale nell'area di Cannavà». «Da quanto riferito dal commissario – ha dichiarato Renato Bellofiore di "Pbc" che, assieme a Iacopo Rizzo, ha accompagnato il dott. Galati – appare fin troppo evidente che non si vuole prendere in considerazione la volontà popolare espressa attraverso i rappresentanti istituzionali. Ma faremo di tutto per fare rispettare questa volontà, coinvolgendo la popolazione e le istituzioni competenti». Il commissario si è poi recato al Centro per l'impiego che era stato dato come pronto a "prendere il volo" per un contenzioso su chi tra Comune e Provincia debba pagare l'affitto dei locali. A tal proposito il dott. Galati ha chiuso la questione dicendo che «a prescindere dalla competenza del pagamento, il Centro resterà a Gioia Tauro».
Il Commissario Galati su richiesta di Pbc visita l’Ospedale Giovanni XXIII di Gioia Tauro e i locali del Centro per l’impiego
La lista civica nazionale Per il Bene Comune esprime soddisfazione ed ottimismo per l’attenzione dimostrata dal commissario Domenico Galati nei confronti delle esigenze sanitarie della popolazione e nei confronti di problematiche che riguardano la sicurezza dell’intera Piana di Gioia Tauro.
In particolare la ricognizione di oggi all’Ospedale Giovanni XXIII e al Centro dell’impiego, giunta dopo la richiesta avanzata da Pbc in un precedente incontro con i commissari è un chiaro segnale di apertura verso la cittadinanza.
Per Renato Bellofiore, coordinatore regionale, di grande importanza nel fronte della problematica mai sopita tra Ospedale Unico o Ospedale nuovo sono le dichiarazioni odierne del dott. Domenico Galati il quale ha ricordato che il Comune di Gioia Tauro aveva già dato al Prefetto Zanini (delegato alla costruzione dell’Ospedale) tutta la disponibilità per la costruzione dell’Ospedale unico nei terreni confiscati alla mafia, ciò al fine di dare un segnale forte di legalità oltre che esempio di come fare risparmio di soldi pubblici. Anzi il dott. Galati ha precisato che la Commissione straordinaria del Comune di Gioia Tauro aveva comunicato al Prefetto Zanini che qualora fosse stato utile avrebbe potuto pure scambiare il terreno attualmente in uso alla Cooperativa Valle del Marro con terreni confiscati da assegnare. Dopo tale primo ed ultimo incontro nessuna comunicazione ufficiale è pervenuta in merito alla scelta delle aree. Per Bellofiore la disponibilità espressa dal Comune di Gioia Tauro, di concedere terreni a titolo gratuito e dall’alto valore simbolico è l’unica strada maestra per l’individuazione dell’area dove verrà costruito l’Ospedale Unico. Per Bellofiore, alla luce di queste dichiarazioni, la segnalazione fatta dal Comune di Palmi all’Asp 5 e alla Regione Calabria, di un suolo da acquistare in Palmi per la costruzione dell’Ospedale della Piana non è stata l’unica segnalazione di disponibilità di terreni giunta al Prefetto Zanini anche se stranamente sino ad oggi è stato detto il contrario. A questo punto non si capiscono le logiche che si stanno seguendo per la scelta del sito di Palmi.
Per Jacopo Rizzo, coordinatore di Gioia Tauro, la notizia ufficiale di un finanziamento di 220 milioni di Euro per realizzare strutture strategiche sul territorio della Piana su richiesta dei Commissari straordinari dei comuni ricadenti nell’area portuale rappresenta un’occasione da non perdere per poter integrare lo stanziamento di 63 milioni di Euro per l’Ospedale della Piana con ulteriori fondi per addivenire alla realizzazione di un Policlinico Unico all’avanguardia al centro del territorio pianigiano.
Successivamente, il Commissario Galati si è recato con i responsabili di Pbc presso il Centro per l’impiego di Gioia Tauro laddove è stato ricevuto dal vice direttore dott.ssa F.sca Laganà e da numerosi dipendenti ancora allarmati dalla voci per un possibile trasferimento degli uffici. A tutti il dott. Galati ha espresso la volontà ufficiale del Comune di mantenere gli uffici presso il presidio attuale anche facendosene carico direttamente qualora dovesse risultare dovuto.
Il Coordinatore Gioia Tauro arch. Iacopo Rizzo Il Coordinatore Regione Calabria avv. Renato Bellofiore
Da Gazzetta del Sud del 19.2.09 di Vincenzo Toscano
GIOIA TAURO
Reazioni e commenti negativi all'annuncio del via alla ripresa dei lavori per la realizzazione della seconda linea del termovalorizzatore. Insorgono in molti tra partiti e movimenti ecologici ed ambientalisti, esausti per dover continuare a sopportare decisioni calate dall'alto.
Per la lista civica nazionale "Per il bene comune" che ha avuto grande parte nella manifestazione di protesta del dicembre 2007 «il raddoppio è una decisione scellerata. Apprendiamo – affermano il coordinatore regionale di Pbc Renato Bellofiore e quello locale Iacopo Rizzo – dell'ennesimo tentativo di violenza nei confronti di un territorio martoriato da scelte politiche trasversali. Per il governo nazionale la salute dei cittadini della Piana non conta nulla: non molleremo, a difesa della volontà delle popolazioni espressa attraverso la deliberazione dei sindaci dell'ex asl 10».
I due referenti del Pd Cosimo Altomonte e Nunzio Candido parlano di «decisione clamorosa che cozza violentemente contro la volontà del territorio che è stato messo a dura prova con impianti inquinanti e non intende sopportare ulteriori gravissime imposizioni».
Per Pasquale Larosa, segretario generale del comprensorio della Piana «continua il saccheggio del territorio della Piana di Gioia Tauro. La scelta di ripartire per il raddoppio del termovalorizzatore a Gioia Tauro è l'ennesima beffa e "punizione" che il territorio della Piana subisce. La Cgil del Comprensorio e della Calabria hanno più volte espresso la netta e totale contrarietà al raddoppio e soprattutto allo strumento del commissariamento per affrontare l'emergenza nel ciclo dei rifiuti, che di fatto deresponsabilizza la classe politica, la Giunta regionale, l'Amministrazioni provinciale e non permette nessun livello di concertazione e di partecipazione nelle scelte da parte dei cittadini. Ormai la Piana è un territorio di conquista e la nostra disapprovazione all'ordinanza è totale».
Dura la presa di posizione dell'assessore regionale e segretario del Pdci Calabria, Michelangelo Tripodi, contro la disposizione del commissario Sottile. «Una decisione molto grave – afferma – che si pone in netto contrasto con le scelte compiute dalla giunta regionale, dal consiglio regionale e contro la volontà del territorio. Bene ha fatto il presidente Loiero – aggiunge Tripodi – a prendere subito le distanze da un provvedimento che non ha alcuna giustificazione. Il raddoppio del termovalorizzatore, collocato in una fascia di territorio dove vivono ben cinquantamila abitanti, sarebbe infatti una vera e propria bomba ecologica per la salute dei cittadini e per l'ambiente».
«Pensavamo – dice il segretario regionale di Rifondazione comunista, Nino De Gaetano - che con le oltre ottomila persone scese in piazza un anno e mezzo fa a Gioia Tauro e il varo di ben due leggi regionali i calabresi fossero riusciti a far valere la propria volontà, mandando in pensione un progetto sbagliato nel metodo e nel merito. Purtroppo ci siamo illusi: chi ha deciso la prossima ripresa dei lavori del raddoppio del termovalorizzatore di Gioia Tauro non ha tenuto in nessun conto, infatti, quella forte e univoca volontà popolare. Oggi, dopo l'ordinanza, siamo costretti a riaprire un capitolo che consideravamo chiuso. Il partito della Rifondazione comunista, fortemente contrario ad un progetto destinato a danneggiare lo sviluppo turistico, economico e sociale della Piana di Gioia Tauro, trasformandola in pattumiera, si era fatto promotore davanti al Consiglio regionale della Calabria di due iniziative legislative che potessero tutelare quel territorio. Lo sforzo, però, non è bastato a fermare i fautori del raddoppio».
Da parte di Veolia Tec nessuna dichiarazione ufficiale. Ma è facile intuire che la società chiamata a realizzare la seconda linea dell'impianto non gradirebbe ripartire da zero quando a Gioia Tauro è stato già realizzato il 70% del raddoppio. E non sembra possa conciliarsi l'affermazione del commissario che «la decisione di riprendere i lavori non pregiudica una scelta diversa».
Sono sempre i più deboli e indifesi a pagare maggiormente le conseguenze di una crisi o riforma.
Sembra una frase fatta, uno slogan, ma purtroppo non lo è.
La scorsa settimana leggiamo con attenzione loschema di regolamento riguardantele norme per la riorganizzazione della rete scolastica: il testo si rifà al famigerato articolo 64, comma 4, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133”.
Iltesto è stato diffuso dal MIUR in data 22.12.2008.
Leggiamo e ci rallegriamo: al comma 2 dell’articolo 7, si afferma «le classi frequentate da alunni con disabilità non possono avere, di norma, più di 20 alunni». Non possiamo credere ai nostri occhi, sono quelle notizie che ti spiazzano, che non ti aspetti, lavori da tanti anni nel mondo della scuola e difficilmente gioisci delle riforme dei tuoi legislatori, ma sembra tutto così irreale che decido di andare fino in fondo e leggiamo interamente gli altri commi, chissà che non ci sia un’altra bella notizia? Ma alsuccessivo comma 3, leggiamo «le classi e le sezioni delle scuole ed istituti di ogni ordine e grado che accolgono alunni con disabilità possono essere costituite anche in deroga al limite previsto dal comma 2». Non capiamo più niente, il comma 3 smentisce il comma 2 che a sua volta smentirebbe il comma 3. Vogliamo leggere fino in fondo ealla fine, nell’ultimo articolo, precisamente all’art. 26, riguardante le abrogazioni, leggo che anche il Decreto Ministeriale 141/99 a cui si è fatto riferimento fino ad ora e che fissava a venti il numero massimo di alunni, in presenza di studenti disabili, è stato abrogato.
Ora ci è tutto chiaro.
Adesso che facciamo ci mettiamo a giocare con le parole proprio con l’anello più debole e indifeso della società? Ma che facciamo continuiamo ad adoperare sempre lo stesso linguaggio burocratico, contorto e ingannevole?
E’ fin troppo chiaro che così facendo, con quel comma 3, si violano i diritti dei ragazzini diversamente abili.
Chi lavora nel mondo della scuola è consapevole che classi numerose, in presenza di alunni diversamente abili, rappresentano un serio ostacolo all’integrazione e alla realizzazione di una vera e proficua didattica individualizzata. A tutto questo si aggiunga una diminuzionedel 30%della dotazione organica delsostegno, da realizzarsi nel triennio 2008-2011, voluta dal precedente governo, con l’art. 2, commi 413 e 414, della legge 27 dicembre 2007, n. 24.
A questo punto se il famigerato comma 3 sopra richiamato non dovesse essere modificato, tutto ciò andrebbe a dequalificare e mortificare il lavoro degli insegnanti e delle famiglie che credono ancora nel valore della diversità.
Forse sarebbe il caso che i nostri legislatori si sforzassero, almeno per una volta, di essere più umili, chiedendo consigli a tutto il mondo che ruota attorno alla disabilità: associazioni, insegnanti di sostegno, servizi sociali territoriali e famiglie, per conoscere le loro esigenze e preoccupazioni, visto chehanno il compito e soprattutto la responsabilità, di legiferare su temi così delicati che incidono profondamente nella vita di chi vive un disagio.
Nel concludere con uno stralcio della relazione delnostro Ministro dell’Istruzione, presentata alla VII Commissione Cultura della Camera del 10 giugno 2008: «È nello stesso spirito, nello spirito di una scuola che sia realmente per tutti, che affermo il diritto all'istruzione di chi presenta abilità diverse. Gli obiettivi didattici, le metodologie e gli strumenti devono essere personalizzati e coerenti con le abilità di ciascuno per definire i livelli di apprendimento attesi. Molte sono le buone pratiche costruite su competenza, professionalità, disponibilità e impegno delle diverse componenti scolastiche, dagli insegnanti di sostegno agli insegnanti curricolari, dai dirigenti scolastici alle associazioni. Occorre far tesoro dall'esperienza. Il mio impegno è indirizzato ad ascoltare le esigenze, le criticità, le proposte delle famiglie e di tutte quelle realtà associative che si occupano di disabilità al fine di individuare insieme anche percorsi formativi più adeguati al bisogno con la necessaria flessibilità, superando le rigidità che non sono coerenti con l'azione educativa», vogliamo sperare che frasi come queste non siano solo sterili slogan ma si traducano in atti concreti… al momento rimaniamo in attesa.
Gioia TauroL'interrogativo proposto da "Pbc" ai massimi rappresentanti istituzionali della regione
Ospedale unico, come mai la scelta non ufficializzata dagli organi preposti?
da Gazzetta del Sud del 10.2.09 di Vincenzo Toscano
GIOIA TAURO
Mentre si è in attesa di vedere come, in che modo e quando verrà ripristinata nella piena efficienza Chirurgia d'urgenza al "Giovanni XXIII", la lista civica "Per il bene comune" non si ferma e dichiara di essere decisa «ad arrivare fino in fondo, costi quel che costi, sia per l'ospedale cittadino oggetto di annose e disastrose "rappresaglie", sia sul problema ospedale unico».
"Pbc" in un comunicato a firma del coordinatore regionale Renato Bellofiore e di quello locale Iacopo Rizzo, chiama in causa nella questione ospedale unico della Piana, il presidente Loiero, i consiglieri regionali, il presidente della Provincia Morabito e i consiglieri reggini. «Da alcuni mesi – si legge nella nota – i politici interessati alla realizzazione di un nuovo ospedale a Palmi, con scelta antidemocratica e fortemente campanilistica contro il parere di 24 sindaci su 28 e contro la volontà popolare che ad oggi si è espressa nella Piana con 18.000 firme a favore di un'unica struttura policlinica completa da realizzarsi al centro della Piana, continuano a dare per certe notizie poi pubblicamente e clamorosamente smentite. È evidente che gli unici campanilisti in tutta questa vicenda sono i pochi politici che insistono ancora nel proporre due mezzi ospedali e guarda caso proprio nei loro Comuni. Essi sono portatori di una politica sanitaria sulla Piana disastrosa che sino ad oggi ha dimostrato il suo fallimento perché basata sul "frazionamento" dell'offerta sanitaria tra vari ospedali con conseguente spreco di denaro pubblico e continui casi di malasanità».
Bellofiore e Rizzo aggiungono di aver letto di «pubblici ringraziamenti fatti dal sindaco di Palmi per l'interessamento del presidente Loiero, contro la scelta del popolo della Piana espressasi per un ospedale (Policlinico) unico da collocare in posizione baricentrica per tutti i Comuni» e fanno seguire una serie di interrogativi: «Come è possibile che una notizia così importante non venga ufficializzata dagli organi preposti in Calabria in materia di sanità? Forse i politici non vogliono rischiare di ufficializzare questa scelta così impopolare in vista delle scadenze elettorali? O perché forse si tratta dell'ennesima bufala? E' veramente questa la volontà del presidente della Giunta regionale della Calabria? A questo punto – si legge ancora nella nota – per fare chiarezza "Pbc" chiede espressamente al presidente Agazio Loiero, ai singoli consiglieri regionali, al presidente Giuseppe Morabito e ai consiglieri della Provincia di Reggio Calabria, ai quali verrà inviata una lettera con richiesta urgente di esprimersi con chiarezza e senza ambiguità sulle loro intenzioni circa il realizzarsi nella Piana di un policlinico unico oppure di due mezzi ospedali complementari tra Polistena e Palmi». Ciò perchè riteniamo che i 180.000 abitanti e gli elettori della Piana abbiano il diritto di conoscere i nomi dei Politici che ascoltano la loro voce o di chi semplicemente la ignora. Successivamente – concludono Bellofiore e Izzo –, "Pbc" comunicherà personalmente ai 18.000 cittadini della Piana firmatari della petizione pro ospedale unico a Cannavà, chi è dalla loro parte e rispetta le loro scelte e chi non lo è. Ma lo diremo anche nelle piazze nelle quali si continuerà ad oltranza la raccolta delle firme, lo diremo volantinando all'uscita delle chiese o all'entrata dei turni degli operai del porto, lo diremo ai 150 lavoratori dell'Istituto tecnico agrario di Palmi e alle 450 famiglie degli studenti dell'Agrario che rischiano il posto di lavoro e la chiusura della scuola».
Gioia TauroL'allarme lanciato sia da Mpa che dal Pbc
Verso il trasferimento del Centro per l'impiego ?
GIOIA TAURO, 8.2.09 da Gazzetta del sud
Piove sul bagnato: il riferimento è al ventilato trasferimento da Gioia del Centro per l'impiego (ex Ufficio del lavoro). A denunciare quella che appare come un'altra "grana" per il territorio sono la lista civica nazionale "Per il bene comune" e l'on. Elio Belcastro del Mpa.
«Riteniamo – afferma l'on. Belcastro – che la misura sia veramente stracolma e assicuro un immediato interessamento per scongiurare e mettere fine al perdurare di "manovre sconvenienti" nei riguardi di una città di caratura internazionale sulla quale, tra l'altro, convergono giornalmente migliaia di lavoratori e di operatori economici».
Da parte sua il Pbc «sollecitato dalle continue pressioni della popolazione, ha fatto richiesta scritta al commissario straordinario Galati di un'urgente convocazione per esprimergli la preoccupazione dei cittadini per il ripresentarsi della problematica della chiusura del Centro per l'impiego dopo il rifiuto del presidente della Provincia di accollarsi le spese di gestione e affitto locali del centro, fino ad oggi pagate sempre dal Comune di Gioia Tauro come dagli altri Comuni nei quali sono presenti tali strutture». Peraltro, «con nota del Comune di Gioia Tauro del 16 ottobre 2008, indirizzata alla lista civica nazionale "Per il bene comune", i commissari straordinari, dimostrando sensibilità e interesse verso il mantenimento nell'area cittadina di un così importante centro di eccellenza della Pubblica amministrazione, rassicuravano "Pbc" sulla permanenza dell'ufficio a Gioia Tauro a cui, da quasi trent'anni, i 33 Comuni della Piana fanno riferimento».
Dopo aver ripercorso la storia del passaggio da Ufficio del lavoro all'odierno Centro, la nota di "Pbc" ricorda come «alla fine degli anni '90, con il passaggio delle competenze dal Ministero agli Enti locali, nello specifico la Provincia di Reggio Calabria, sono stati istituiti i Centri per l'impiego: anche in questo caso Gioia Tauro aveva mantenuto la sede principale con due sedi coordinate locali, quelle di Polistena e Palmi. Invero, con la chiusura di tutte le sezioni decentrate, solo Sant'Eufemia e Laureana di Borrello continuano a mantenere gli uffici decentrati».
Per tutte queste ragioni, considerando pure le ricadute negative sul personale, sulla città e sull'intera Piana che si verificherebbero a causa della chiusura del centro di Gioia Tauro, il coordinatore nazionale di "Pbc", Renato Bellofiore, e quello locale, Iacopo Rizzo, chiedono agli organi competenti un incontro immediato per risolvere il problema in maniera definitiva.(v.t.)
L'on Belcastro (Mpa): situazione territoriale critica in molti settori, frutto di scelte politiche scellerate
Da Gazzetta del Sud del 7.2.09 di Vincenzo Toscano
GIOIA TAURO
Si è svolta nella massima compostezza e con alto senso civico e democratico la manifestazione di protesta organizzata dal movimento politico nazionale "Per il Bene Comune", davanti all'ingresso principale dei reparti dell'ospedale.
«Una manifestazione – ha voluto ribadire in uno dei tanti passaggi il coordinatore regionale Renato Bellofiore – che siamo stati costretti a mettere in atto per l'indifferenza e la sordità delle istituzioni politiche e sanitarie che nel tempo hanno operato lo smantellamento del "Giovanni XXIII", lasciando privi per una semplice infiltrazione di acqua, di qualsiasi forma di assistenza, non solo la popolazione del comprensorio della Piana, ma anche migliaia di lavoratori del Porto e dell'Area Industriale. Parliamo di un esercito di lavoratori che opera all'interno di aree "calde" e che avrebbe il diritto di poter ricevere immediata assistenza in "emergenza-urgenza", esposto com'è ad ogni genere di rischio infortunistico».
Nell'ospedale di Gioia Tauro – ha fatto rilevare Bellofiore – è stato operato un «incosciente e pericolosissimo gioco al massacro». Con la trovata della sospensione «momentanea» sono stati affossati divisioni e reparti di eccellenza come l'Ortopedia, l'Ostetricia e Ginecologia, la Pediatria, etc. «Mentre in un luogo strategico come questo occorre che entri nel pieno del suo funzionamento oltre alla chirurgia d'urgenza "no stop", il reparto di cardiologia; che si proceda all'attivazione dell'utic i cui lavori sono stati sospesi da anni, che venga realizzata l'astanteria del Pronto Soccorso e tutto quanto occorre in un'area che è il fulcro vitale della Piana».
Dopo aver accennato «alla desolante assenza della politica nazionale e regionale», Bellofiore ha detto che «a livello verticistico regionale è molto grave che si parli di "Area di eccellenza" e poi ci si trovi di fronte alla vergognosa situazione dell'ospedale del Porto più grande del Mediterraneo, trascurato, danneggiato e depotenziato».
«Noi pensiamo che questa città – ha sottolineato Bellofiore – meriterebbe un minimo di attenzione da parte delle istituzioni, anche per il contributo che dà alla Calabria. Ma non è così, e siamo stati costretti a manifestare per risolvere la gravissima problematica sanitaria nell'interesse della popolazione e dei lavoratori che in un luogo in cui vi è un Porto "mondiale" ed attività industriali come in questo, nessuno si sentirebbe di assumersi certe gravissime responsabilità».
«Ed oggi – ha concluso Bellofiore – abbiamo iniziato una lotta che non vorremmo riprendere in forma più dura ed eclatante».
Pbc ha avuto il sostegno di partiti come il Pd rappresentato dai due referenti Cosimo Altomonte e Nunzio Candido, dalla Pro-Loco con il presidente Pino Pratticò che ha moderato gli interventi, da Gruppi ed associazioni, tra i quali i Pensionati e l'Alaga; ha anche aderito la Cisl (è intervenuto Francesco Politanò), un alto contingente di dipendenti comunali (per il quale è intervenuta Tiziana Scarcella), l'associazione Civicum (rappresentata da Giovanna La Terra); la Commissione Straordinaria del comune ha inviato un comunicato letto da Debora Guerci. Messaggi sono pervenuti dai consiglieri regionali Sandro Nicolò e Giovanni Nucera. Presenti anche molti lavoratori del Porto, preoccupati della situazione.
Nel suo intervento l'on. Elio Belcastro del Mpa, dopo aver rimarcato «la situazione critica territoriale in tutti i settori», ha detto di essere venuto alla manifestazione «per protestare per il problema delicato e serio della salute di 180.000 abitanti e dei lavoratori. La scellerata scelta di depotenziare o addirittura chiudere il "Giovanni XXIII" è una scelta infelice della destra e della sinistra che sono rispettivamente al governo nazionale e regionale. Ritengo che i cittadini del comprensorio debbano prendere coscienza dei fatti, andare avanti e lottare senza guardare il colore politico. Ricordo questo ospedale – ha concluso - come "il fiore all'occhiello" della Provincia e sono desolato di vedere come è stato ridotto da una politica fallimentare che non bada agli interessi delle popolazioni».
Per Iacopo Rizzo, coordinatore locale di Pbc «la voglia di manifestare in piazza da parte di tutta questa gente fa capire che la problematica del ritorno di chirurgia all'Ospedale di Gioia Tauro e quindi dell'emergenza-urgenza nella Piana e nel Porto è tra le prime preoccupazioni dei cittadini e non potrà né dovrà essere ignorata dai vertici dell'Asp e della Regione».
Nunzio Candido (Pd) ha "rapportato" sugli interventi ed i solleciti rivolti agli organismi istituzionali e dato lettura di una nota tranquillizzante del prefetto dott. Musolino. Mentre l'altro referente del Pd, Cosimo Altomonte, con un intervento dai toni forti ha sollecitato «un immediato ritorno alla normalità del Giovanni XXIII» ed ha chiesto «chiarezza sull'ospedale unico per il quale nessuno può ignorare che c'è una precisa volontà espressa democraticamente dalla stragrande maggioranza dei rappresentanti elettivi della popolazione del comprensorio».
"Per il Bene Comune" difende imperterrito l'ospedale
da Gazzetta del Sud del 6.2.09 Vincenzo Toscano GIOIA TAURO Manifestazione di protesta questa mattina, a partire dalle 10, davanti all'ospedale "Giovanni XXIII", indetta dalla Lista civica nazionale "Per il Bene Comune". «Siamo stati costretti a ricorrere a queste forme di lotta – ha dichiarato il coordinatore regionale Renato Bellofiore – dopo cinque mesi di appelli accorati rivolti a tutti gli organismi istituzionali che sono rimasti sordi e impassibili alle sacrosante richieste di "salute" proveniente da tutti i ceti sociali della città, del comprensorio della Piana e dal vasto bacino d'utenza che comprende migliaia di lavoratori del Porto e dell'Area Industriale esposti ad ogni genere di rischio infortunistico. Riteniamo sia un fatto assolutamente unico al mondo che tutti quanti hanno avuto ed hanno un minimo di competenza e quindi sono tenuti a dare risposte in materia di salute e di prevenzione di rischi e di infortuni - governo, regione, provincia, asp - si siano assunti la gravissima responsabilità di distruggere un ospedale modernissimo e in posizione strategicamente inattaccabile, lasciando letteralmente allo sbaraglio una popolazione di oltre centomila "gravitanti". Riteniamo inoltre assolutamente inconcepibile – evidenzia altresì Bellofiore – che si sia arrivati a disattivare e a "traslare" il reparto di chirurgia d'urgenza posizionato accanto ad una "polveriera" che potrebbe scoppiare in qualsiasi istante. Riteniamo ancora molto più grave che per una semplice scheda o per altri guasti che in altri luoghi vengono risolti in tempi brevissimi, si sia arrivati ad innescare una sconcertante e pericolosissima interruzione di pubblico servizio e di "giocare" con la pelle della gente annunciando la riattivazione del reparto incautamente dismesso da una settimana all'altra». Da parte sua il coordinatore del Pbc di Gioia, Iacopo Rizzo, nell'affermare che si ha «la reale percezione che questa città sia stata completamente abbandonata», rinnova l'invito a partecipare a «cittadini, le forze politiche, parti sociali, forze dell'ordine e istituzionali, rappresentanti delle imprese operanti nel porto di Gioia Tauro, associazioni, sindaci della Piana».
Ospedale, il Pbc tiene alta l'attenzione attraverso un sit-in
da Gazzetta del sude del 4.2.09
Vincenzo Toscano
GIOIA TAURO
La situazione sanitaria diventa sempre più "esplosiva". I coordinatori di Pbc Calabria, Renato Bellofiore, e di Gioia Tauro, Iacopo Rizzo, hanno emesso un comunicato stampa inerente la manifestazione promossa per venerdì prossimo davanti all'ospedale cittadino. Bellofiore e Rizzo hanno anche reso noto di avere inoltrato un esposto alla Procura e ai Nas.
«Tutti coloro che hanno come punto più vicino per l'emergenza-urgenza sanitaria l'ospedale "Giovanni XXIII" sono stati lasciati – rimarcano gli scriventi – sin dall'inizio di ottobre scorso, e lo sono tutt'oggi, senza un reparto di chirurgia, senza sala operatoria, con il personale medico e infermieristico di chirurgia e di anestesia dell'ospedale di Gioia Tauro trasferito a Scilla, con un pronto soccorso che a causa di questi motivi è diventato un ritardo di soccorso, con un reparto d'eccellenza come urologia che sempre per la chiusura di chirurgia ha dovuto interrompere gli interventi di chirurgia urologica che solo nel 2008 hanno superato i 130 interventi con 408 ricoveri ordinari. Da inizio ottobre, per una semplice infiltrazione d'acqua riparabile in 24 ore e segnalata da anni e per negligenza e/o imperizia e/o imprudenza di personale a noi ignoto si stanno facendo tremare 180.000 cittadini della Piana che hanno bisogno di cure. Si rimanda di settimana in settimana l'apertura dell'importantissima sala chirurgica del nosocomio gioiese, posticipandola, aspettando 15 giorni per montare una scheda elettrica per poi accorgersi che manca un trasformatore e che servono altri 15 giorni e così via. Tutti accertamenti che potevano benissimo essere fatti sin dal primo intervento. Il presidio più vicino è a Scilla – prosegue la nota – ma per raggiungerlo bisogna percorrere una strada lunga e tortuosa e con continue interruzioni che da sola è fonte di pericolo e viene spesso chiusa per il maltempo».
Bellofiore e Rizzo aggiungono che «dopo due richieste formali avanzate per iscritto al commissario dell'Asp 5 e rimaste lettera morta, si è deciso con la presente di "dirottarle" direttamente ai Nas e a tutti gli organi preposti alla tutela della salute dei cittadini. Per tutti questi motivi si manifesterà venerdì 6 febbraio (ore 10) dinanzi all'ospedale di Gioia Tauro. Sono invitati i cittadini, le forze politiche, le parti sociali, le forze dell'ordine ed istituzionali, i rappresentanti delle imprese operanti nel porto di Gioia Tauro, le associazioni, i sindaci della Piana. Hanno già aderito alla manifestazione l'on. Elio Belcastro di Mpa, la Cisl, l'associazione gioiese Alaga, la Pro Loco e tanti altri».