16 luglio 2008

Gazzetta del Sud Martedì 15 Luglio 2008

Ieri mattina la singolare protesta attuata in Prefettura da 22 primi cittadini del comprensorio della Piana

Giù le mani dalle guardie mediche e i sindaci consegnano la fascia
Ceravolo: attenderemo fiduciosi un incontro, viceversa passeremo a forme di lotta più incisive
L'unico movimento politico a dare manforte ai sindaci è stato quello civico nazionale "Per il Bene Comune"

Emanuela Aliberti
Palmi
Un nuovo atto, ieri mattina, nella mobilitazione dei primi cittadini contro la soppressione di guardie mediche (per ora 5) nella Piana.
Una protesta dal significato fortemente simbolico quella che ha visto ben 22 sindaci del comprensorio della Piana di Gioia Tauro consegnare in Prefettura nelle mani del vicario dott. Vincenzo Covato, alla presenza del capo di Gabinetto d.ssa Maria Grazia Nicolò, le proprie fasce tricolori.
Teatro dell'incontro è stato il Palazzo di Governo in piazza Italia a Reggio, letteralmente "invaso" dai primi cittadini che, supportati da numerosi medici di Gm, hanno «posto un segno di protesta che forse non ha precedenti – ha spiegato il presidente della Conferenza dei sindaci dell'ex Asl 10, avv. Rocco Domenico Ceravolo –. Nel tentativo di farci ascoltare e di opporci all'atteggiamento dell'attuale commissario dell'Asp 5, generale Massimo Cetola, vogliamo far notare come la nosra Piana sia bistrattata: da una parte viene negato il diritto alla salute e dall'altra viene garantito l'obbligo ad ammalarsi attraverso l'insediamento di siti ad alto tasso di inquinamento ambientale».
I 22 sindaci (non hanno risposto all'appello Palmi, Cinquefrondi, Candidoni e i Comuni commissariati di Gioia Tauro, Maropati, Seminara e San Pietro di Caridà) contestano al commissario Cetola la volontà di decidere del futuro della Piana senza tenere in considerazione le indicazioni degli amministratori locali e in particolare la decisione di chiudere 5 guardie mediche (Feroleto della Chiesa, Serrata, Anoia, Terranova Sappo Minulio, Melicuccà) senza un minimo di concertazione «che, pure, era stata promessa in una conferenza dei sindaci dal precedente commissario straordinario Renato Caruso – hanno avuto modo di sottolineare i primi cittadini –. C'è il rischio che i sindaci assumano decisioni e proposte e chi di competenza, poi, le disattenda senza nemmeno dare spiegazioni. Si è proceduto alla chiusura delle postazioni in un baleno, senza prevedere la dovuta informazione ai cittadini, i quali sono disorientati e non sanno nemmeno dove rivolgersi, ciò in una stagione in cui si deve far fronte anche all'arrivo di turisti ed emigrati».
Tante le preoccupazioni sottoposte al vicario del prefetto nel corso dell'incontro: la difesa del principio della concertazione, il rispetto del ruolo di primi cittadini ma anche l'assenza della politica regionale e nazionale. «Ogni territorio ha dei punti di riferimento politico – ha sottolineato Ceravolo –, il nostro punto di riferimento è la solitudine. L'unico movimento politico a dare manforte ai sindaci è stato quello civico nazionale "Per il Bene Comune" di cui è rappresentante regionale Renato Bellofiore».
In un recente documento i sindaci avevano già lamentato l'assenza della politica nelle scelte sanitarie, sollevando molte perplessità sulla scelta di «decretare la morte dell'Asl 10 di Palmi» attraverso l'accorpamento, provvedimento che ha contribuito a «devastare in modo irrimediabile il servizio sanitario dell'intero circondario».
L'incontro, definito dal presidente della Conferenza «utile e proficuo», dovrebbe essere il preambolo di un tentativo di dialogo tra sindaci e commissario straordinario. «Al prefetto – sottolinea Domenico Ceravolo –, va tutto il nostro ringraziamento per la sensibilità che sta dimostrando. Attenderemo fiduciosi. Se ogni tentativo si dimostrerà vano sarà necessario passare a forme di lotta più incisive».