10 luglio 2008

Da Gazzetta del Sud del 10 luglio 2008


Gioia Tauro In vista della protesta preannunciata dai sindaci della Piana

Soppressione guardie mediche, si allarga il fronte del dissenso

"Per il Bene Comune" critica il provvedimento dell'Asp

Vincenzo Toscano

GIOIA TAURO

Dopo una riunione in cui si è discussa la problematica della chiusura delle guardie mediche in cinque Comuni della Piana, il movimento politico "Per il Bene Comune regionale" esprime «piena solidarietà ai sindaci della Piana di Gioia Tauro che tenacemente protestano contro il recente provvedimento dell'Asp 5 che ha deciso la chiusura delle guardie mediche di Terranova, Melicuccà, Serrata, Feroleto e Anoia. E si unisce al coro di protesta indetto per la giornata di lunedì 14 alle ore 10 davanti alla Prefettura».

A tal proposito, il coordinatore regionale di Pbc, Renato Bellofiore, fa sapere che una delegazione «sarà al fianco dei sindaci, impegnati in questa condivisa battaglia contro un provvedimento illogico che apporterà insignificanti tagli di spesa tutti a discapito della salute dei cittadini». Il movimento si augura che prevalga il buon senso e il dialogo tra le parti e che il prefetto Massimo Cetola, capo della commissione straordinaria dell'Asp 5 «voglia rivedere e modificare il provvedimento di chiusura delle guardie mediche contestato».

Il segretario regionale del movimento manifesta preoccupazione per il futuro della Sanità nel territorio pianigiano: «La manovra messa in atto dal prefetto Cetola colpisce pesantemente i cittadini dei Comuni citati, già gravati da collegamenti stradali impervi e difficoltosi, e colpirà solo cittadini non in buona salute che nelle guardie mediche riescono a trovare il primo e insostituibile atto concreto di aiuto in caso di necessità. La chiusura delle guardie mediche senza una valida alternativa in quei luoghi minerà notevolmente la salute di cittadini malati e della gente bisognosa di quei luoghi, che già paga lo scotto di abitare in aree depresse tra le più deboli della provincia». Per Bellofiore la decisione presa dell'Asp di Reggio «mortifica, altresì, il ruolo dei sindaci di quei Comuni, responsabili della salute dei loro cittadini, e sferza un pugno alla stomaco alle loro aspettative volte ad impedire un provvedimento non concordato che produrrà impoverimento ulteriore dell'economia del loro territorio e l'allontanamento sempre maggiore di persone giovani dai loro Comuni. Il tutto alla faccia della tanto decantata autonomia degli Enti locali e dei maggiori poteri ai sindaci che, in questo caso, vengono esautorati pure di autorità e prestigio. Una tale decisione, se non riformata, sarà l'ennesimo esempio di una politica sanitaria miope e poco incline ai bisogni dei ceti più deboli».