11 luglio 2008


Da Reuters - Gio 10 Lug - 20.08

STRASBURGO/ROMA - Il Parlamento europeo ha esortato oggi con una risoluzione le autorità italiane ad astenersi dal raccogliere le impronte digitali dei rom.

La risoluzione ritiene tra l'altro "inammissibile la violazione dei diritti fondamentali dei bambini e la loro criminalizzazione" e "chiede quindi alla Commissione di verificare la compatibilità delle misure italiane con il diritto Ue".

Dopo un acceso dibattito a Strasburgo, il Parlamento ha adottato con 336 voti favorevoli, 220 contrari e 77 astensioni la risoluzione sostenuta tra gli altri da Pse e Verdi.

PER L’EUROPARLAMENTO E’ UN "ATTO DISCRIMINAZIONE DIRETTA".

Il Parlamento di Strasburgo ha invitato la Commissione "a valutare approfonditamente le misure legislative ed esecutive adottate dal governo italiano per verificarne la compatibilità con i trattati dell'Ue e il diritto dell'Ue".

Secondo la risoluzione, la raccolta delle impronte digitali dei rom "costituirebbe chiaramente un atto di discriminazione diretta fondata sulla razza e l'origine etnica, vietato dall'articolo 14 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo".

Più in particolare, i deputati ritengono "inammissibile" che, con l'obiettivo di proteggere i bambini, questi ultimi "vedano i propri diritti fondamentali violati e vengano criminalizzati". Sostengono, invece, che "il miglior modo per proteggere i diritti dei bambini rom sia di garantire loro parità di accesso a un'istruzione, ad alloggi e a un'assistenza sanitaria di qualità, nel quadro di politiche di inclusione e di integrazione, e di proteggerli dallo sfruttamento".

Il Parlamento europeo ha espresso poi preoccupazione per il fatto che, a seguito della dichiarazione dello stato di emergenza, i prefetti, cui è stata delegata l'autorità dell'esecuzione di tutte le misure, inclusa la raccolta di impronte digitali, "possano adottare misure straordinarie in deroga alle leggi", sulla base di una legge riguardante la protezione civile in caso di "calamità naturali, catastrofi o altri eventi", "che non è adeguata o proporzionata a questo caso specifico".

I deputati si sono detti preoccupati riguardo all'affermazione - contenuta nei decreti amministrativi e nelle ordinanze del governo italiano - secondo cui la presenza di campi rom attorno alle grandi città costituisce di per sé una grave emergenza sociale, con ripercussioni sull'ordine pubblico e la sicurezza, che giustificano la dichiarazione di uno "stato d'emergenza" per 12 mesi.

Per il Bene Comune Calabria plaude con entusiasmo la suddetta risoluzione del Parlamento europeo che nel sancire finalmente quanto da noi sostenuto e gridato sin dall’inizio della messa in esecuzione di questa misura “inammissibile” e criminalizzante - assunta in violazione dei diritti fondamentali dei bambini - tende a riportare sul giusto binario di democrazia e di rispetto dei diritti umani l’orientamento preso dal governo italiano.

Per il Bene Comune rimane contrario ad ogni forma di discriminazione di carattere razziale, sociale, sessuale o sim.

Il Coordimanento Regionale PBC