11 gennaio 2009

Gioia Tauro - Ospedale, Pbc denuncia l'ennesimo "scippo"

Oggi previsto il trasferimento in altro presidio di un macchinario in uso al reparto di Chirurgia.

di Vincenzo Toscano

GIOIA TAURO

Il movimento politico "Per il Bene Comune" , attraverso una nota a firma del Coordinatore regionale Renato Bellofiore e locale Iacopo Rizzo, denuncia «l'ennesimo scippo di macchinari sanitari in funzione presso l'ospedale "Giovanni XXIII"».

Il movimento ricorda che «dall'inizio di novembre scorso, a causa di un'infiltrazione d'acqua dal tetto sovrastante il reparto di Chirurgia, l'Asp decideva di spostare il reparto temporaneamente da Gioia Tauro a Scilla, per un periodo massimo non superiore a 30 giorni necessari per il ripristino. Ma la scelta di quest'ultimo presidio, considerato il lungo e tortuoso tragitto gravato dai perenni lavori autostradali, su cui far dirottare migliaia di abitanti della Piana ha comportato sino ad oggi non solo innumerevoli disagi ai pazienti malati e ai loro familiari ma sta mettendo a repentaglio la vita di chi di in caso d'incidente o di bisogno di cure immediate è costretto a essere trasportato fino a Scilla. Orbene, quando ormai si aspettava da un giorno all'altro la riapertura di Chirurgia al Giovanni XXIII ecco che arriva l'ulteriore beffa. Per il 9 gennaio 2009 – rilevano Bellofiore e Rizzo – l'Asp 5 ha disposto lo spostamento dell'intensificatore di brillanza presso altro ospedale. È un importantissimo macchinario sanitario in uso proprio nel reparto di Chirurgia da riattivare, ritardandone di fatto la riapertura».

"Per il Bene Comune", nel chiedere la «revoca immediata di tali decisioni», tra cui si segnala anche il trasferimento di personale medico e infermieristico di Anestesia «che di fatto, come dagli stessi denunciato, comporta il depotenziamento del pronto soccorso», denuncia ancora una volta che «tali scelte - privando un vastissimo bacino d'utenza tra cui gli oltre 3.000 portuali che esercitano un'attività ad altissimo rischio - lasceranno sguarnito del punto più vicino di pronto intervento salvavita il primo porto del Mediterraneo». Non è escluso che i rappresentanti del movimento attuino oggi più eclatanti forme di protesta contro la "spoliazione" del locale ospedale.