5 gennaio 2009

GIOIA TAURO LA DENUNCIA DEL "PBC" CHE FINE HA FATTO LO SPORTELLO DELLA CASSA EDILE?

Gazzetta del sud del 5.1.09 di Vincenzo Toscano

GIOIA TAURO

Tutti lo cercano e nessuno lo trova. Da alcuni mesi, infatti, è "scomparso" lo sportello della Cassa Edile della Provincia di Reggio Calabria, istituito nel giugno del 2004 e che, dopo una serie di contatti con l'amministrazione comunale ed il Ce.f.r.i.s. (l'alto Centro di formazione regionale di istruzione professionale sorto per formare i lavoratori del Porto, anch'esso "scomparso", presieduto dall'ing. Francesco De Bonis) aveva fissato la sua sede nei locali di quest'ultimo organismo. Orbene, non si sa cosa sia accaduto. I locali dell'alta scuola, non si sa perché, sono chiusi, e conseguentemente, "chiuso dentro" è rimasto lo sportello della Cassa Edile, i cui funzionari "vanno e vengono" da Reggio senza poter accedere alla struttura per svolgere il servizio.

«Secondo quanto si è potuto apprendere, imprese, lavoratori e professionisti – scrivono in una nota il coordinatore regionale del movimento politico "Per il Bene Comune", Renato Bellofiore e il Coordinatore locale Iacopo Rizzo – sono costretti a riprendere la via (molto precaria per i lavori dell'A3) di Reggio Calabria, constatata l'impossibilità di entrare nei locali della Cassa Edile. A quanto ci risulta a tutt'oggi non vi sono spiragli per poter azzardare se, quando, dove e come riprenderà l'attività dello sportello. Vuol dire che, per venire a capo della situazione, tenteremo di avere risposte coinvolgendo "Chi l'ha visto" e gli inviati di "Striscia", che ci auguriamo vengano presto perché già interessati a dare risposte e un "conforto" di atti legali alla misteriosa scomparsa del distretto sanitario; allo scempio dell'ospedale più moderno e più accessibile del comprensorio della Piana».

«Mentre aspettiamo di sapere che fine ha fatto il Cefris, chi l'ha chiuso e chi ha chiuso dentro la Cassa Edile; di rintracciare il distretto sanitario e venire a capo di chi, come, quando, con quali atti ufficiali e a firma di chi è stata effettuata l'eventuale operazione di "scippo", per conoscere il destino dell'ospedale "Giovanni XIII, della mancata ordinaria manutenzione e della esasperante lentezza dei lavori che stanno lasciando sguarnito una vasto bacino ad "alto potenziale di rischio" – concludono Bellofiore e Rizzo – assicuriamo cittadini e lavoratori che continueremo la nostra battaglia civile e democratica senza abbassare il livello di guardia».