24 dicembre 2008

AUGURI DALLA LISTA “PER IL BENE COMUNE - CALABRIA”

I migliori auguri di Buon Natale a tutti voi e a tutte le vostre famiglie!



BARI, 15 OTTOBRE 2008

22 dicembre 2008

21 dicembre 2008

Gioia Il prof. Giovanni Frisina racconta "Giovanni XXIII" un patrimonio da non cancellare


Gazzetta del Sud del 21.12.08, di Vincenzo Toscano
GIOIA TAURO.
Mentre ci avviciniamo a due mesi dal "momentaneo" trasferimento a Scilla della Chirurgia di Gioia senza avere notizie concrete, nonostante i sopralluoghi di tecnici e di alti rappresentanti delle istituzioni, sulla data entro cui si potrebbe verificare il rientro del reparto nell'ospedale, registriamo una ricostruzione "storica" scaturita da un incontro con il padre fondatore del "Giovanni XXIII". È il prof. Giovanni Frisina, primo primario chirurgo dell'ospedale più moderno del comprensorio della Piana.
– Professore, vuole ricordarci le origini del nosocomio?
«Il presidio ospedaliero "Giovanni XXIII" , collocato geograficamente in un hinterland che ha il più alto indice di agibilità rispetto agli altri presidi dell'area dell'Asp 5., è stato costruito alla fine degli anni '60 su progettazione dell'architetto Filocamo, uno dei più famosi professionisti reggini, sul modello degli ospedali svizzeri. Ancora oggi rispecchia la più moderna tecnologia in materia di edilizia ospedaliera sanitaria. Attivato nel 1973 dal sottoscritto, quale direttore sanitario e primario chirurgo con la collaborazione di una équipe di medici tra primari e assistenti come ospedale di base, è stato il fiore all'occhiello della sanità nella Piana di Gioia Tauro in quanto dotato di 168 posti letto, sei divisioni medico-chirurgiche, quattro servizi specialistici più tutti i servizi di base. Dopo pochi mesi dalla sua apertura al pubblico la sua attività aveva raggiunto un notevole successo: 6000 ricoveri, 2000 interventi chirurgici e 50.000 degenze all'anno. L'emigrazione sanitaria era ridotta a meno dell'1% e limitata alle patologie di altissima chirurgia».
– Secondo lei come si è arrivati al declino?
«La parabola discendente ebbe inizio con l'avvento delle Usl, raggiunse il fondo con l'accorpamento all'Asl 10 di Palmi e ora il colpo di grazia con l'Asp 5. Le divisioni di base sono state disattivate per grave negligenza dei dirigenti. Le cause di tale parabola discendente sono numerose, ma tutte ben note e individuabili in un'irrazionale politica sanitaria di smantellamento. Tutto questo ha portato alla chiusura prima di ostetricia e ginecologia, poi pediatria e successivamente cardiologia, medicina, ortopedia e traumatologia. Per guasti mai riparati alle attrezzature di diagnostica sono stati chiusi i servizi di endoscopia digestiva e di senologia. I responsabili sanitari del presidio ospedaliero di Gioia Tauro, che già prevedevano il progressivo degrado, dopo aver fatto presente con reiterate richieste, agli amministratori del tempo, di personale medico e paramedico, di attrezzature sanitarie e relativo materiale di consumo di sala operatoria senza ricevere alcuna risposta, si sono visti costretti ad inoltrare anche esposti–denuncia alla Procura della Repubblica per omissioni nei provvedimenti di competenza».
– Quale nesso tra vecchi ospedali e il nuovo in fase di progettazione?
«Occorre essere concreti e prendere atto della gravità in cui versa la sanità nella Piana, proponendo un programma integrato che a medio termine assicuri un'idonea assistenza sanitaria lasciando a lungo termine la progettazione dell'ospedale nuovo. Solo quando questo ospedale sarà realizzato si valuterà se la struttura sarà dotata di tutte le caratteristiche e dei servizi necessari per un'adeguata assistenza sanitaria a tutti i cittadini utenti della Piana. Solo allora si renderà utile chiudere i vecchi ospedali in toto o riconvertirli. Resta comunque un obbligo imprescindibile che, nelle more della costruzione dell'ospedale nuovo, bisogna garantire il diritto alla salute, oggi messo ad alto rischio. In questa ottica si rende indispensabile la riattivazione del presidio ospedaliero di Gioia Tauro, che ha tutti i requisiti strutturali per ritornare ad essere un ospedale di base esemplare con tutti i reparti ed i servizi che sempre ha avuto e continuare ad assistere i pazienti della Piana, in particolare tutte le vittime affette da patologie traumatologiche da incidenti sull'autostrada e nel porto di Gioia Tauro».
– Quanto tempo ci vorrebbe, a suo parere, per riportare il "Giovanni XXIII" in piena attività?
«Se effettivamente lo si vuole, si può riattivare il presidio nel giro di qualche mese e non sarà cosa difficile per chi di managerialità sanitaria se ne intende, nel rispetto delle ragioni dei cittadini delle quali si sono in queste settimane fatti lodevolmente interpreti vari movimenti civici e partiti».

20 dicembre 2008

Ripascimento storia di un disastro annunciato

Gioia Tauro, 20.12.08 di Pasquale Patamia
Tutto vanificato. Il lavoro di ripascimento dell’arenile che avrebbe dovuto salvaguardare il tratto costiero e la stessa profondità della spiaggia della nostra marina è miseramente fallito. Non ha retto! L’opera milionaria contro l’erosione costiera salutata con molta enfasi la primavera scorsa dalla cittadinanza ignara che, quanto stava avvenendo, era l’ennesimo spreco di danaro pubblico. Tutti soldi (nostri) buttati a mare, con buona pace di quanti credevano che tale intervento potesse fungere da argine alle forze del mare. Ed invece un milione e più metri cubi di sabbia, tolti prepotentemente dall’uomo al mare, lo stesso mare se li è ripresi. Il giorno che sono iniziati i lavori c’era molta gente ad assistere e un pescatore ormai in pensione, mi aveva confidato: “la prima mareggiata vera si porterà via tutto”. Così è stato. Che dire? La sensazione che aleggia tra i cittadini è che quando la politica dice di risolvere i problemi della gente, in realtà sta facendo tutt’altro. Solo una riflessione: un ripascimento non si può fare dalla sera alla mattina, senza uno studio approfondito delle correnti marine e di altri fattori come il vento di maestrale che da noi spira con molta veemenza. Forse è il caso di prendere in seria considerazione la realizzazione di barriere flangi flutto al largo.
Ci si chiede: cosa fanno i nostri politici e le istituzioni preposte? e a cosa servono le associazioni ambientaliste nazionali e le sovrintendenze a tutela del paesaggio, se non si riesce a evitare che il nostro litoraneo giorno dopo giorno venga divorato dal mare?

18 dicembre 2008

Povero mare nostro!





Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Gioia Tauro, 18 dic. '08




di Pasquale Patamia

Una discarica a cielo aperto, un inopportuno depuratore. E’la triste storia del mare che bagna Gioia Tauro. C è poco da stare allegri a vedere durante le mareggiate la spiaggia che s’inonda di ogni sorta di rifiuto:carcasse di pneumatici, bottiglie di plastica, lattine di alluminio, ferraglia varia, reti metalliche, qualche elettrodomestico usato e perfino delle siringhe(per non farci mancare nulla). Di tutto e di più che nulla ha a che vedere con le vite del mare. Una vera vergogna se si pensa anche alla notevole quantità di rifiuti che probabilmente giacciono nei fondali e molti altri ancora in attesa di essere spiaggiati. Tutto ciò che l’uomo lascia alla custodia del mare, il mare lo rigetta come a volersi “liberare” E c’è da indignarsi non poco a pensare che esistono ancora i “Barbari”, ovvero quelle squallide persone il cui senso per il rispetto per l’ambiente non fa parte della loro cultura, del loro senso civico, (ammesso che ce l’abbiano) le quali, credendo o facendo finta di credere che il mare possa termovalorizzare tutto, gettano, sversano, in esso senza ritegno qualsiasi tipo di rifiuto: danneggiando i fondali, togliendo ossigeno all’acqua, finendo per distruggere e ad avvelenare tutto quello che vive e vegeta nel meraviglioso mondo marino. Ma questi piccoli uomini si sono mai chiesti quanto tempo impiega il mare a smaltire alcuni oggetti che normalmente utilizziamo. Probabilmente no. Eppure sarebbe interessante saperlo,per esempio: una lattina di alluminio , 500 anni,una busta di plastica,100 anni. Se non poniamo un rimedio a questo sfascio, il nostro meraviglioso mare finirà inevitabilmente a collassare sotto una montagna di rifiuti. E’necessario avere più consapevolezza che inquinare il mare e i corsi d’acqua non è una buona idea per tre ragioni: facciamo un danno alla natura in primis , deturpiamo il paesaggio costiero danneggiando il turismo, ma soprattutto facciamo male a noi stessi in quanto, i rifiuti e la sostanze tossiche che gettiamo e che in modo diretto o indiretto finiscono per contaminare le acque non stanno lì fermi: finiranno anche nei nostri stomaci, dato che siamo anche grandi consumatori di pesce.

13 dicembre 2008

"Il ritorno del principe" di Saverio Lodato e Roberto Scarpinato - Giovedì 18 dicembre ore 21,15, segui la diretta su www.mogulus.com/perilbenecomune

Intanto Bellofiore (Pbc) ribadisce il ricorso alla magistratura sulla vicenda "ospedale unico"

Gioia Tauro Disposto dal direttore sanitario Zampogna
Sale operatorie, un sopralluogo per stabilire i tempi di riapertura
Intanto Bellofiore (Pbc) ribadisce il ricorso alla magistratura sulla vicenda "ospedale unico"

Da Gazzetta del Sud del 13.12.08 di Vincenzo Toscano
GIOIA TAURO
«Sarà la magistratura a valutare la pratica dell'ospedale ex "unico", complicata dalla procedura antidemocratica della Regione, aggravata dal comportamento "singolare" della Provincia, due istituzioni che stanno andando avanti con "atti d'imperio", a dispetto del risultato schiacciante della votazione per appello nominale della conferenza dei sindaci del 3 ottobre 2007, e delle decine di migliaia di firme degli utenti della Piana». Renato Bellofiore, coordinatore regionale del movimento "Per il Bene Comune" non intende alzare bandiera bianca e assicura «un impegno sempre più intenso, anche sul fronte legale», ricordando a tal proposito che «è imminente un nuovo incontro con il procuratore della Repubblica, al quale verrà consegnato un documentato dossier che riguarda sia la procedura per la localizzazione del nuovo ospedale, sia la lunghissima ed incredibile storia delle gravissime inadempienze che hanno "demolito" il "Giovanni XXIII», l'ospedale strategico e dei lavoratori ai quali, giorno dopo giorno, viene sempre più ridotta la sicurezza di un immediato intervento in caso di eventi infortunistici, ed anche i casi di documenti di "marcia indietro" di alcuni sindaci (diversi dei quali hanno prontamente smentito di avere apposto la loro firma) sulle determinazioni espresse il 3 ottobre 2007.
Intanto, subito dopo la "ricognizione" effettuata dal nuovo direttore amministrativo dell'Asp 5 Domenico Minicuci, Bellofiore riferisce che «il direttore sanitario del nosocomio gioiese, Giuseppe Zampogna, ha fatto intervenire per un sopralluogo alla divisione di chirurgia e in particolare alle sale operatorie, una ditta specializzata in impianti elettrici».
Dal sopralluogo sarebbero emersi «solo piccoli problemi facilmente risolvibili ed entro brevissimo tempo si potrebbe arrivare al collaudo dell'impianto per riaprire le sale operatorie».
Continuando, Bellofiore afferma di essere tornato più volte in ospedale assieme al coordinatore di Pbc di Gioia Tauro, Iacopo Rizzo, e di avere trovato all'opera la ditta incaricata dall'Asp di costruire la copertura del tetto del "Giovanni XXIII".
«La ditta – riferisce Bellofiore – ha ripreso i lavori trasportando sul posto tutto il materiale preparato in cantiere per effettuare la messa in opera e salvaguardare il solaio dalle infiltrazioni di acqua, ma i lavori procedono a rilento anche a causa del maltempo. Infine – riferisce ancora Bellofiore – da parte del responsabile del Pronto soccorso nonché direttore Sanitario dott. Giuseppe Zampogna abbiamo appreso di sopralluoghi effettuati all'ospedale di Gioia Tauro da parte del nuovo responsabile dell'Ufficio tecnico dell'Asp, ing. Francesco Costantino, che si è portato al "Giovanni XXIII" assieme ad un alto funzionario della Prefettura. Ci auguriamo – ha aggiunto, in proposito, il coordinatore regionale di Pbc – che questa tanto auspicata visita non si risolva con un nulla di fatto com'è avvenuto finora, ma che invece si possa rivelare determinante per "fare il punto" sulla gravissima situazione di sfascio dovuta alle inadempienze che hanno prodotto, nella posizione più centrale e strategica della Piana, la "dipartita" di interi reparti (ad esempio, Ortopedia, Ginecologia, Medicina, Pediatria) e la "paralisi sine die" di lavori iniziati, ad esempio per l'astanteria del Pronto Soccorso, e il "salvavita" Utic nella cui area "dimorano", buttati alla rinfusa, mattoni e altri materiali edili abbandonati».
L'auspicio di Bellofiore è che «la visita del nuovo responsabile dell'Ufficio tecnico e del rappresentante del Governo sia risolutiva per fare ritornare in sede la Chirurgia e per dare risposte all'utenza del comprensorio della Piana ed alle varie migliaia di lavoratori che giornalmente rischiano la vita per le strade e nella "polveriera" dell'area portuale ed industriale, cui il "Giovanni XXIII" è il primo baluardo di speranza per la sopravvivenza. Valutando anche in modo disinteressato se la qualità della struttura e il luogo strategico in cui si trova, con una adeguata ristrutturazione dell'edificio, potrebbero consentire di risolvere la problematica assistenziale dell'intera popolazione della Piana e dei lavoratori a forte rischio infortunistico».

11 dicembre 2008

Pbc apre una nuova sezione a Nicotera. Nuovo referente locale l’avv. Espedito Domenico Calopresti.

COMUNICATO STAMPA

Nicotera, 10 dic. 2008

La Lista Civica Nazionale “Per il Bene Comune” che alle ultime elezioni nazionali ha avuto nel ricercatore e scienziato di fama mondiale dott. Stefano Montanari il suo candidato a Premier, ufficializza la costituzione di una nuova sezione Pbc a Nicotera e la nomina di un referente locale. Nel mese di luglio u.s. si è svolto il primo Congresso regionale della Calabria che ha eletto alla carica di coordinatore politico regionale l’avv. Renato Bellofiore che per l’occasione esprime “soddisfazione per il crescente numero di adesioni che denota un’esplicita richiesta di un autorevole e concreta voglia di cambiamento. Tutto ciò è il frutto del serio e operoso lavoro svolto, negli ultimi mesi, su tutto il territorio calabrese dalla Lista “Per il Bene Comune”. Per Espedito Domenico Calopresti, nuovo referente locale di Nicotera, l'intensa attività politica di Pbc sul territorio già dimostrata dagli interventi costanti, sarà ancora più incisiva su tematiche e problematiche di salute pubblica, di lavoro, di tutela dell’ambiente e tutele sociali, per un partito nuovo e soprattutto vicino alle istanze dei cittadini e alle realtà locali, dalle quale occorre ricominciare. "Lo spirito di condivisione, in un rinnovato slancio di un'etica politica a servizio del cittadino, traccia per la nuova classe dirigente regionale del partito una netta linea di demarcazione con un modo antiquato e retrograde di fare politica che fino ad oggi ha strumentalizzato il corpo elettorale senza peraltro riuscire a recepire le istanze e le richieste di ascolto provenienti da sempre più numerose fasce di cittadini delusi e preoccupati da risultati a volte incoerenti altre volte inesistenti ". Pbc è pronta a misurarsi sul campo già dalle prossime elezioni europee previste per il 2009 e lo farà analizzando sin da subito le molte annose questioni da affrontare e che gli attuali partiti di governo e di opposizione non hanno saputo né voluto risolvere, relegando inevitabilmente la Calabria in quasi tutti i campi della vita sociale e culturale tra le ultime regioni italiane. Pbc ricorda ai cittadini di Nicotera che per il tramite del referente locale è disponibile per un dialogo aperto e sincero con la città. S'invitano pertanto i simpatizzanti e tutti i cittadini ad esprimere le loro opinioni attraverso i confronti ed i dibattiti che a partire dai prossimi mesi verranno organizzati con la collaborazione dei membri di Pbc che sin d’ora sono a disposizione della cittadinanza.

Lista civica nazionale “Per il bene comune”

Ufficio Stampa

10 dicembre 2008

Questione-rifiuti nel Reggino - Per il bene comune: «E’ solo un rimedio tampone»

La lista civica nazionale è soddisfatta per la firma di Sottile ma mette in guardia gli enti locali

Per il bene comune: «E’ solo un rimedio tampone»

da Il Quotidiano del 10.12.08

Questione-rifiuti nel Reggino, Sottile firma l'autorizzazione a sversare nella discarica di Rossano e la lista civica nazionale Per il ben comune non fa mancare la sua voce. «L'ufficio del Commissario all'emergenza rifiuti in Calabria, Prefetto Sottile, dopo aver provato ad usare due pesi e due misure tra Gioia Tauro e Rossano, ha finalmente disposto la riapertura della discarica di quest'ultima cittadina sbloccando di fatto la situazione - scrivono Jacopo Rizzo e Renato Bellofiore, coordinatore pianigiano e regionale del movimento - Tale provvedimento d'urgenza e d'autorità era stato più volte richiesto con note scritte da Pbc che mettevano in risalto le contraddizioni e le disparità di trattamento che subiva fino ad oggi, ad opera dell'Ufficio del Commissario all'emergenza, la città di Gioia Tauro e l'intera provincia reggina rispetto alla città di Rossano». Al riguardo Bellofiore esprime la propria personale soddisfazione e quella dell'intero movimento politico Pbc «per il superamento della fase più acuta dell'emergenza rifiuti a Gioia Tauro e nell'intera provincia reggina ». Per Iacopo Rizzo e Renato Bellofiore la fase d'emergenza «al momento è stata superata ma abbiamo ragione di dire che non è stata risolta in quanto è stato usato solo un rimedio tampone. Si potrà vedere una schiarita solo quando i vari enti locali punteranno in maniera concreta, organizzandosi da subito, sulla raccolta differenziata porta a porta con trattamento biologico a freddo della minima quantità non riciclabile e premiando - con sconti sulla Tarsu - le famiglie virtuose che nel corso dell'anno si siano prodigate a differenziare nel rispetto dell'ambiente e della salute dei cittadini”. Su quest'ultimo punto Pbc propone alle amministrazioni comunali della Piana di promuovere una campagna di educazione che parta al più presto dalle scuole e sia rivolta oltre che agli alunni anche ai genitori.

9 dicembre 2008

Pbc ai PIT 19 propone La "città del porto" per dare forza ai Comuni della Piana di Gioia Tauro

Il movimento politico "Per il Bene Comune" illustra l'idea per la nascita di "Metauria" da legare al Pit 19. Basilare predisporre una rete stradale primaria per consentire interscambi rapidi.

di Francesco Toscano
GIOIA TAURO
Durante una riunione, tenuta nell'aula consiliare, è stato illustrato ai cittadini il contenuto del Pit 19 e, nell'occasione, sono state ribadite delle proposte che potrebbero trovare concretezza in tempi piuttosto brevi. Quella su cui si è insistito di più e con convinzione, riguarda i quattro comuni (Gioia Tauro, Rosarno, Rizziconi e San Ferdinando) dalla cui fusione dovrebbe nascere la città del porto: Metauria.
La proposta nasce da uno studio dell'ing. Andrea Cento del movimento politico "Per il Bene Comune" che gode del sostegno del coordinatore regionale avv. Renato Bellofiore. E per quest'ultimo «fino a quando non si realizza una rete viaria adeguata, ovvero non si individuano i siti dove collocare le infrastrutture sociali necessarie alla crescita ordinata del territorio, il processo di integrazione sarà vanificato o ritardato sine die perché anzitutto occorre predisporre una rete stradale primaria della futura città per consentire interscambi rapidi». Nella relazione Cento, quindi, tra i suggerimenti per un futuro «al passo con i tempi e con le enormi potenzialità di Gioia Tauro», emerge la necessità di «"catturare" Rizziconi e consentire che la sua popolazione partecipi attivamente alla costruzione della città del porto», come pure urge «decongestionare lo svincolo autostradale di Gioia» e «proiettarsi verso il centro della Piana - Taurianova, Cittanova, Polistena e Oppido - con l'intento di favorirne l'integrazione e la possibile futura fusione con i comuni del porto».
Ad avviso del progettista «è imperativo decongestionare lo svincolo autostradale e la Statale 111, creando percorsi alternativi per chi entra a Gioia Tauro provenendo dall'autostrada o dall'entroterra pianigiano. E ciò si può ottenere: realizzando una tangenziale sulla destra entrando a Gioia, che si colleghi in quota alla via Toscanini e quindi alla Statale 18, ma che prosegua fino a raggiungere il quartiere Marina, costeggiando il Petrace; creando un nuovo svincolo autostradale all'altezza del fiume Budello e costruendo una grande arteria che da una parte raggiunge la SS 18 (costeggiando il Budello) e l'area portuale in tunnel, dall'altra parte arrivi a Rizziconi per poi proiettarsi verso l'interno; potenziando le attuali strade provinciali che collegano Rosarno e Rizziconi e i paesi dell'entroterra; potenziando la Statale 111 fino a Cittanova e la Statale 18 fino a Palmi».
La città che nascerebbe dalla conurbazione dei 4 Comuni, trattandosi di un sistema urbano integrato «potrà prendere in considerazione l'utilizzo delle Ferrovie della Calabria (ex Calabro-Lucane) solo collocando lungo il suo percorso alcune delle infrastrutture sociali che dovranno essere previste in un piano strutturale comune. Altrimenti nelle condizioni in cui versano - antiquate, con percorsi che non interessano le popolazioni di Rosarno e San Ferdinando - sarebbe meglio abbandonarle e adattare la sede ferroviaria per corsie preferenziali (filobus, bus urbani, taxi, ecc) o, magari, per piste ciclabili tra un paese e l'altro».
Sempre secondo lo studio dell'ing. Cento, il piano strutturale comune dovrebbe «prevedere le aree in cui si dovranno collocare le infrastrutture sociali, un centro direzionale e altro, fermo restando che le attività connesse con il porto, l'interporto e la logistica, come già accade, troveranno dislocazione tra la Marina di Gioia e San Ferdinando. La dislocazione di tutte le infrastrutture sociali che dovranno essere pensate, progettate e realizzate dovrà essere scelta lontana dai centri abitati attuali, non solo per favorire l'integrazione dei 4 nuclei urbani, ma soprattutto per evitare la congestione e la crisi strutturale dell'esistente».

8 dicembre 2008

Da Calabria Ora 8.12.08 Pbc sull'emergenza rifiuti

Pbc incalza Sottile: anche Rossano si sacrifichi "Per i rifiuti si fanno due pesi e due misure"











































di Teresa Cosmano

«Perché, quando lo scorso 17 aprile, per l’ampliamento della discarica di Marrella, si approvò un’ordinanza immediatamente esecutiva, senza ritenere opportuno di dover sentire il parere del sindaco di Gioia Tauro e oggi invece, si permette al sindaco di Rossano di rifiutare lo sversamento presso la discarica della sua città e perché in questa storia vi è il totale silenzio del Presidente Agazio Loiero, quando invece nella situazione analoga vissuta da Gioia Tauro, durante l’emergenza spazzatura a Napoli, per far contento l’allora presidente del Consiglio Prodi, fece sversare in Calabria 1.000 tonnellate di rifiuti campani, di cui 250 tonnellate nella discarica di contrada Marrella di Gioia Tauro, incurante del suo stato di quasi saturazione ?». Questi i quesiti che la Lista civica “Per il bene comune”, coordinamento della Regione Calabria e soprattutto di Gioia Tauro nella persona del coordinatore Jacopo Rizzo, pone al commissario all’Emergenza rifiuti della Calabria prefetto Goffredo Sottile e al presidente della Regione Calabria Agazio Loiero. Secondo la lista civica “Per il bene comune” sul problema rifiuti a Gioia Tauro e a Rossano, sono stati usati «due pesi e due misure» sulla medesima questione, dimostrando così che «la legge non è uguale per tutti». A giudizio del partito infatti si sta assistendo impotenti a quella che potrebbe essere «la prima infezione o epidemia generata dalla situazione ormai drammatica dell’emergenza spazzatura per strada a Gioia Tauro, Palmi, Rosarno, Rizziconi e nel resto della Piana, montagne di rifiuti davanti alle varie abitazioni e alle scuole finalizzate ad esasperare i cittadini e gli amministratori locali che preoccupati e in grosse difficoltà non avrebbero remore a far realizzare sul loro territorio un nuovo inceneritore senza pensare ai pericoli per la salute pubblica purchè si liberino strade e scuole dai rifiuti ». Quello che chiede il Pbc è che il Prefetto Sottile, che di fatto ha cercato di risolvere il problema autorizzando lo sversamento dei rifiuti in una discarica in provincia di Catanzaro ma solo fino a martedì e al Presidente Loiero, di «scendere in campo e autorizzare con un provvedimento d’autorità lo sversamento immediato delle ceneri residue dell’inceneritore di contrada Cicerna presso la discarica di Rossano, facendo così ripartire il ciclo e liberando la popolazione della Piana dal rischio infezione che lo attanaglia, ricordando che qualche mese fa il governo nazionale chiese un sacrificio alle Regioni, tra cui la Regione Calabria, per alleggerire il problema dei rifiuti campani e in quell’occasione il Presidente Loiero e il Commissario all’emergenza rifiuti diedero l’assenso e si prodigarono per permettere lo smaltimento nella nostra regione di oltre 1.000 tonnellate di cui 250 nella discarica di Gioia Tauro, nonostante fosse satura ». Per cui l’appello del Pbc è «che si smetta di usare due pesi e due misure», soprattutto perchè domani scade la moratoria che sta consentendo lo sversamento dei rifiuti della Piana nel catanzarese.

Pbc incalza Sottile: anche Rossano si sacrifichi

<< Per il rifiuti si fanno due pesi e due misure>>


di Teresa Cosmano

«Perché, quando lo scorso 17 aprile, per l’ampliamento della discarica di Marrella, si approvò un’ordinanza immediatamente esecutiva, senza ritenere opportuno di dover sentire il parere del sindaco di Gioia Tauro e oggi invece, si permette al sindaco di Rossano di rifiutare lo sversamento presso la discarica della sua città e perché in questa storia vi è il totale silenzio del Presidente Agazio Loiero, quando invece nella situazione analoga vissuta da Gioia Tauro, durante l’emergenza spazzatura a Napoli, per far contento l’allora presidente del Consiglio Prodi, fece sversare in Calabria 1.000 tonnellate di rifiuti campani, di cui 250 tonnellate nella discarica di contrada Marrella di Gioia Tauro, incurante del suo stato di quasi saturazione ?». Questi i quesiti che la Lista civica “Per il bene comune”, coordinamento della Regione Calabria e soprattutto di Gioia Tauro nella persona del coordinatore Jacopo Rizzo, pone al commissario all’Emergenza rifiuti della Calabriaprefetto Goffredo Sottile e al presidente

della Regione Calabria Agazio Loiero.Secondo la lista civica “Per il bene comune”sul problema rifiuti a Gioia Tauro e a Rossano,sono stati usati «due pesi e due misure» sulla medesima questione, dimostrando così che «la legge non è uguale per tutti». A giudizio del partito infatti si sta assistendo impotenti a quella che potrebbe essere «la prima infezione o epidemia generata dalla situazione ormai drammatica dell’emergenza spazzatura per strada a Gioia Tauro, Palmi, Rosarno, Rizziconi e nel resto della Piana, montagne di rifiuti davanti alle varie abitazioni e alle scuole finalizzate ad esasperare i cittadini e gli amministratori locali che preoccupati e in grosse difficoltà non avrebbero remore a far realizzare sul loro territorio un nuovo inceneritore senza pensare ai pericoli per la salute pubblica purchè si liberino strade e scuole dai rifiuti ». Quello che chiede il Pbc è che il prefetto Sottile, che di fatto ha cercato di risolvere il problema autorizzando lo sversamento dei rifiuti in una discarica in provincia di Catanzaro ma solo fino a martedì e al Presidente Loiero, di «scendere in campo e autorizzare con un provvedimento d’autorità lo sversamento immediato delle ceneri residue dell’inceneritore di contrada Cicerna presso la discarica di Rossano, facendo così ripartire il ciclo e liberando la popolazione della Piana dal rischio infezione che lo attanaglia, ricordando che qualche mese fa il governo nazionale chiese un sacrificio alle Regioni, tra cui la Regione Calabria, per alleggerire il problema dei rifiuti campani e in quell’occasione il Presidente Loiero e il commissario all’emergenza rifiuti diedero l’assenso e si prodigarono per permettere lo smaltimento nella nostra regione di oltre 1.000 tonnellate di cui 250 nella discarica di Gioia Tauro, nonostante fosse satura ». Per cui l’appello del Pbc è «che si smetta di usare due pesi e due misure», soprattutto perchè domani scade la moratoria che sta consentendo lo sversamento dei rifiuti della Piana nel catanzarese.


7 dicembre 2008

Emergenza rifiuti Pbc lancia l’allarme e sollecita Sottile: siamo a rischio epidemie

Il Quotidiano del 7 nov. 2008
GIOIA TAURO – Emergenza rifiuti: «la legge non è uguale per tutti», secondo la lista civica nazionale Per il bene comune, se nella Piana di Gioia Tauro e a Rossano si «applicano due pesi e due misure, ossia come applicare a due cittadine due criteri di giudizio differenti sulla medesima questione». «Assistiamo impotenti e temiamo per la prima infezione o epidemia generata dalla situazione ormai drammatica dell'emergenza spazzatura per strada a Gioia Tauro, Palmi, Rosarno, Rizziconi e nel resto della Piana - scrivono in una nota i responsabili dei coordinamenti regionale e pianigiano - Problema quest'ultimo ancora non risolto nonostante il lungo tempo decorso che potrebbe far comodo ai “furbetti del polverino”, perché di fatto sta dando vita a quello stato di pericolo per la salute pubblica e a quello stato di necessità legittimante l'esigenza dell'apertura di “un'ennesima discarica nella Piana di Gioia Tauro”, con tutti i rischi ambientali e pericoli per la salute pubblica che tale scelta comporta. In effetti si è permesso di far accumulare per strada montagne di rifiuti davanti alle varie abitazioni e alle scuole e ciò potrebbe anche essere strumentale e finalizzato ad esasperare cittadini e amministratori locali che preoccupati e in grosse difficoltà non avrebbero più remore dal far realizzare sul loro territorio tutto quello che si vuole purché si liberino strade e scuole dai rifiuti. A questo punto con il rischio di infezioni ed epidemie, il Commissario all'Emergenza rifiuti in Calabria, Prefetto Goffredo Sottile e con lui il Presidente Loiero non possono non scendere in campo direttamene ed autorizzare con un provvedimento d'autorità lo sversamento immediato delle ceneri residue dell'inceneritore di contrada Cicerna presso la discarica di Rossano, facendo ripartire il ciclo e liberando così la popolazione della Piana dal rischio infezione che la attanaglia. Del resto ricordiamo a noi stessi per primi e a tutti che solo qualche mese addietro il Governo nazionale chiese un sacrificio non di poco conto alle Regioni, tra cui anche alla Regione Calabria, per alleggerire “il problema rifiuti Campani”, e in quell'occasione il Presidente Loiero e l'Ufficio del Commissario all'emergenza rifiuti, diedero l'assenso e si prodigarono per permettere lo sversamento nella nostra Regione di oltre 1.000 tonnellate di rifiuti “tal quale”, di cui almeno 250 nella discarica gioiese di contrada “Marrella”, pur sapendo, o dovendolo sapere, che quest'ultima non era in grado di sopportarli perché quasi satura». Pbc, quindi, chiede all'Ufficio del Commissario «perché quando lo scorso 17 aprile si trattò di ampliare la discarica di Marrella, per complessivi 126.015,85 mc, si fece d'autorità con un'ordinanza immediatamente esecutiva, la n° 006846 del 17/4/08, senza ritenere di dover sentire il parere del sindaco di Gioia Tauro ed oggi, invece, sugli stessi presupposti di tutela della salute pubblica ma in questo caso di cittadini della Piana, si glissa, si trascura e si permette al sindaco di Rossano di rifiutare lo sversamento presso la discarica di quella città?».

5 dicembre 2008

Giovedì 18 ore 21,15 presso la sede di “Per il bene comune” in Piazzale Stazione 15 a Ferrara sarà presentato il libro “Il ritorno del principe”

Il ritorno del principe

di Saverio Lodato e Roberto Scarpinato

Chiarelettere editore

Collana Reverse



Giovedì 18 ore 21,15 presso la sede di “Per il bene comune” in Piazzale Stazione 15 a Ferrara sarà presentato il libro “Il ritorno del principe” di Saverio Lodato e Roberto Scarpinato. Per l'occasione giungerà a Ferrara Roberto Scarpinato, procuratore aggiunto presso la Procura antimafia di Palermo, città nella quale dirige il Dipartimento Mafia-economia. Il magistrato ha lavorato con Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e si è occupato di alcuni dei più importanti processi di mafia degli ultimi anni. E' stato inoltre uno dei pm nel processo Andreotti. Nel libro, Scarpinato ammette di vivere “in un luogo che non ammette illusioni” e di non essere “più bravo a raccontare favole”: proprio per questo l'illustrazione del declino italiano, della corruzione e della mafia che vi si ritrovano appartengono drammaticamente alla realtà di questo paese. Nella presentazione del libro, il messaggio è chiarissimo: “Non è vero che la mafia è quella che si vede in tv, e che i corrotti e i criminali sono una malattia della nostra società. Qui in Italia, la corruzione e la mafia sembrano essere costitutive del potere, a parte poche eccezioni (la Costituente, Mani pulite, il maxiprocesso a Cosa nostra). Ricordate il Principe di Machiavelli? In politica qualsiasi mezzo è lecito. C'è un braccio armato (anche le stragi sono utili alla politica del Principe), ci sono i volti impresentabili di Riina, Provenzano, Lo Piccolo, e poi c'è la borghesia mafiosa e presentabile che frequenta i salotti buoni e riesce a piazzare i suoi uomini in Parlamento. Ma il potere è lo stesso, la mano è la stessa.” Il libro è questo: racconta il fuori scena del potere, quello che non si vede e non è mai stato raccontato ma che decide, fa politica e piega le leggi ai propri interessi. Ma un filo di speranza rimane e all'interrogativo di un contesto democratico mafioso, la risposta è fondamentale: “gli Italiani possono reagire, è già successo.”

Dalle premesse degli autori

Roberto Scarpinato Questo è un libro di storie «oscene» che nel loro intrecciarsi sui terreni della mafia, della corruzione e dello stragismo possono offrire una chiave per comprendere pagine importanti del passato e per decifrare il presente e il futuro… o forse la mancanza di futuro del Paese.



Saverio Lodato

Questo non vuole essere un libro sulla mafia. Non è un libro sulle stragi. Non è un libro sulla corruzione. Semmai è la spietata radiografia che mostra la faccia scura e nascosta, la storia inconfessabile, di un Giano bifronte: lo Stato italiano. Si sarebbe fatto ancora una volta il gioco del Principe rinunciando finalmente a una visione panoramica, pur nei limiti di un singolo libro, di mafia, stragi e corruzione, messe finalmente tutte insieme. È proprio in questo intreccio la chiave di volta per capire ciò che altrimenti resterebbe incomprensibile, indecifrabile, inspiegabile.

C’è un solo filo da scoprire, se si vuole dipanare l’intera matassa
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Gli autori.

Saverio Lodato, giornalista e scrittore, lavora per “l’Unità”. Tra i suoi libri, per Mondadori: La mafia ha vinto (con Tommaso Buscetta); Ho ucciso Giovanni Falcone (con Giovanni Brusca). Per Rizzoli: Trent'anni di mafia; Intoccabili (con Marco Travaglio); La linea della palma (con Andrea Camilleri). Roberto Scarpinato è procuratore aggiunto presso la Procura antimafia di Palermo, dove dirige il Dipartimento Mafia-economia. Ha lavorato con Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e si è occupato di alcuni dei più importanti processi di mafia degli ultimi anni. È stato uno dei pm nel processo Andreotti.



4 dicembre 2008


LA PULIZIA ETNICA DELLA PALESTINA DI ILAN PAPPE
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3-dic-2008
Giovedì 4 dicembre alle ore 21,15 presso la sede di Per il Bene Comune, in Piazzale Stazione 15 a Ferrara, sarà presentato il libro “La pulizia etnica in Palestina”, di Ilan Pappe, docente all'Università di Exeter (Gran Bretagna).

Ad inizio serata sarà trasmesso un messaggio video dell'autore, che spiega le ragioni del libro, ovvero il piano risalente agli anni '30 – poi massicciamente messo in pratica nel 1948 – per la pulizia etnica in Palestina. Ciò comporta, secondo l'autore, enormi implicazioni di natura morale e politica, soprattutto dal punto di vista del diritto internazionale; per questo motivo, Pappe si dice convinto del fatto che un reale processo di pace nella regione si potrà avviare solo quando gli Israeliani e l'opinione pubblica mondiale avranno ammesso questo 'peccato originale'.

Al dibattito parteciperanno Alfredo Tradardi, responsabile italiano del International Solidarity Movement, Diana Carminati, già docente di storia contemporanea all'Università di Torino, Fernando Rossi, del coordinamento nazionale di Per il bene comune, recentemente tornato in Italia dopo essere riuscito, a bordo di un'imbarcazione di Free Gaza, a raggiungere la striscia di Gaza, riportando in Italia una drammatica testimonianza delle terribili condizioni di vita degli abitanti di quella che ormai anche Amnesty International non esita definire una prigione a cielo aperto, a causa delle massicce violazioni dei diritti umani umani.

Come ormai consuetudine, l'iniziativa di Per il bene comune potrà essere seguita in modo interattivo (in diretta) anche su www.mogulus.com/perilbenecomune

29 novembre 2008

Sopralluogo al “Giovanni XXIII” del nuovo direttore amministrativo del presidio unico. Pbc era presente.

Sopralluogo al “Giovanni XXIII” del nuovo direttore amministrativo del presidio unico

Gioia, visita operativa all’ospedale

Domenico Minicuci: «Presto interventi funzionali»



Da ll Quotidiano del 27 nov. 2008 di Nicola Orso

GIOIA TAURO - All'ospedale “Giovanni XXIII” visita operativa di Domenico Minicuci, nuovo direttore amministrativo del Presidio unico che, attualmente, comprende gli ospedali per acuti di Gioia Tauro e di Polistena. Minicuci è stato accolto dal direttore sanitario del nosocomio gioiese Giuseppe Zampogna e dal direttore di Urologia Franco Zumbo. Il direttore amministrativo ha voluto fare una prima ricognizione delle urgenze che interessano l'ospedale di Gioia Tauro, «una struttura - ha detto fra l'altro il dirigente – che l'Asp non credo voglia penalizzare o addirittura chiudere, proprio in funzione della forte domanda di questo bacino di utenza e della sua posizione, decisamente strategica. Questo ospedale - ha continuato Minicuci - deve avere un ruolo preminente, non può avere un ruolo secondario, per cui è chiaro che gli interventi necessari alla sua piena funzionalità dovranno essere fatti». Il sopralluogo di Minicuci è iniziato da quella che avrebbe dovuto essere l'astanteria del Pronto Soccorso. «Qui, i lavori iniziati dal Comune di Gioia Tauro sono fermi da circa un anno - ha riferito il direttore sanitario Zampogna - e, la situazione di stallo, è sotto gli occhi di tutti». Dopo questa prima tappa, il direttore Minicuci ha visitato il reparto di Chirugia, dove - ha dichiarato Zampogna - «la struttura di copertura del tetto è quasi pronta e dovrebbe essere installata a breve. Per il ripristino delle sale operatorie - ha detto ancora il direttore sanitario – mancano soltanto i controlli ed eventualmente qualche intervento per il rilascio della certificazione di messa a norma dell'impianto elettrico, dopodichè la Chirurgia potrebbe essere immediatamente riaperta. Ho sollecitato più volte di intervenire in questo senso - ha precisato Zampogna - ma, a tutt'oggi, nulla si è mosso». Nel constatare di persona la “bontà” delle sale operatorie del nosocomio gioiese, il direttore Minicuci ha subito autorizzato il dottor Zampogna di richiedere dei preventivi a ditte specializzate del luogo, affinché venga eseguita una ricognizione degli apparati elettrici. Se ciò avverrà, c ome riteniamo che sarà, la Chirurgia, momentaneamente trasferita all'ospedale di Scilla, potrebbe finalmente ritornare a Gioia Tauro. Saputo della visita di Minicuci, i coordinatori regionale e locale del movimento politico “Per il bene comune”, rispettivamente, Renato Bellofiore e Iacopo Rizzo, non si sono fatti scappare l'opportunità di avere un colloquio diretto col nuovo direttore amministrativo. I due responsabili del Pbc hanno sottolineato ancora una volta il ruolo strategico del “Giovanni XXXIII”, in considerazione della vasta utenza e della vicinanza al grande porto. «E' impensabile – ha sostenuto Bellofiore – che non si debba tenere conto di ciò e che si continui a tergiversare sulle decisioni da prendere nei confronti di questa struttura, una struttura che, sotto il profilo logistico, ha tutte le carte in regola per funzionare efficacemente e per assolvere ai bisogni della popolazione ». Una visita, dunque, gradita e sperata da parte dei medici e di tutto il personale dell'ospedale gioiese,una ricognizione del nuovo dirigente che, al momento, lascia credere che l'ospedale di Gioia Tauro avrà il giusto riconoscimento.