20 dicembre 2008

Ripascimento storia di un disastro annunciato

Gioia Tauro, 20.12.08 di Pasquale Patamia
Tutto vanificato. Il lavoro di ripascimento dell’arenile che avrebbe dovuto salvaguardare il tratto costiero e la stessa profondità della spiaggia della nostra marina è miseramente fallito. Non ha retto! L’opera milionaria contro l’erosione costiera salutata con molta enfasi la primavera scorsa dalla cittadinanza ignara che, quanto stava avvenendo, era l’ennesimo spreco di danaro pubblico. Tutti soldi (nostri) buttati a mare, con buona pace di quanti credevano che tale intervento potesse fungere da argine alle forze del mare. Ed invece un milione e più metri cubi di sabbia, tolti prepotentemente dall’uomo al mare, lo stesso mare se li è ripresi. Il giorno che sono iniziati i lavori c’era molta gente ad assistere e un pescatore ormai in pensione, mi aveva confidato: “la prima mareggiata vera si porterà via tutto”. Così è stato. Che dire? La sensazione che aleggia tra i cittadini è che quando la politica dice di risolvere i problemi della gente, in realtà sta facendo tutt’altro. Solo una riflessione: un ripascimento non si può fare dalla sera alla mattina, senza uno studio approfondito delle correnti marine e di altri fattori come il vento di maestrale che da noi spira con molta veemenza. Forse è il caso di prendere in seria considerazione la realizzazione di barriere flangi flutto al largo.
Ci si chiede: cosa fanno i nostri politici e le istituzioni preposte? e a cosa servono le associazioni ambientaliste nazionali e le sovrintendenze a tutela del paesaggio, se non si riesce a evitare che il nostro litoraneo giorno dopo giorno venga divorato dal mare?