18 dicembre 2008

Povero mare nostro!





Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Gioia Tauro, 18 dic. '08




di Pasquale Patamia

Una discarica a cielo aperto, un inopportuno depuratore. E’la triste storia del mare che bagna Gioia Tauro. C è poco da stare allegri a vedere durante le mareggiate la spiaggia che s’inonda di ogni sorta di rifiuto:carcasse di pneumatici, bottiglie di plastica, lattine di alluminio, ferraglia varia, reti metalliche, qualche elettrodomestico usato e perfino delle siringhe(per non farci mancare nulla). Di tutto e di più che nulla ha a che vedere con le vite del mare. Una vera vergogna se si pensa anche alla notevole quantità di rifiuti che probabilmente giacciono nei fondali e molti altri ancora in attesa di essere spiaggiati. Tutto ciò che l’uomo lascia alla custodia del mare, il mare lo rigetta come a volersi “liberare” E c’è da indignarsi non poco a pensare che esistono ancora i “Barbari”, ovvero quelle squallide persone il cui senso per il rispetto per l’ambiente non fa parte della loro cultura, del loro senso civico, (ammesso che ce l’abbiano) le quali, credendo o facendo finta di credere che il mare possa termovalorizzare tutto, gettano, sversano, in esso senza ritegno qualsiasi tipo di rifiuto: danneggiando i fondali, togliendo ossigeno all’acqua, finendo per distruggere e ad avvelenare tutto quello che vive e vegeta nel meraviglioso mondo marino. Ma questi piccoli uomini si sono mai chiesti quanto tempo impiega il mare a smaltire alcuni oggetti che normalmente utilizziamo. Probabilmente no. Eppure sarebbe interessante saperlo,per esempio: una lattina di alluminio , 500 anni,una busta di plastica,100 anni. Se non poniamo un rimedio a questo sfascio, il nostro meraviglioso mare finirà inevitabilmente a collassare sotto una montagna di rifiuti. E’necessario avere più consapevolezza che inquinare il mare e i corsi d’acqua non è una buona idea per tre ragioni: facciamo un danno alla natura in primis , deturpiamo il paesaggio costiero danneggiando il turismo, ma soprattutto facciamo male a noi stessi in quanto, i rifiuti e la sostanze tossiche che gettiamo e che in modo diretto o indiretto finiscono per contaminare le acque non stanno lì fermi: finiranno anche nei nostri stomaci, dato che siamo anche grandi consumatori di pesce.