
28 gennaio 2010
Porto di Gioia Tauro. Tour de force di incontri per Cittadinanza Democratica

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21 gennaio 2010
GIOIA TAURO. PLAUSO DA CITTADINANZA DEMOCRATICA RIAPERTURA DELL’ORTOPEDIA ORA TUTTI SONO SODDISFATTI
DA IL QUOTIDIANO DEL 12.1.010 di ALBERTO PETRELLI
GIOIA TAURO - A seguito della riapertura dell'ambulatorio di Ortopedia e Traumatologia dell'ospedale “Giovanni XXIII” di Gioia Tauro, è seguita subito la reazione da parte del movimento Cittadinanza Democratica, che esprime «soddisfazione per la ripresa immediata dell'attività dell'ambulatorio ortopedico». Nella nota, a firma di Bellofiore e Rizzo viene spiegato come a dare notizia dell'avvenuta riapertura sia stato il dottor Giuseppe Zampogna, direttore del nosocomio gioiese. Si riattiva quindi un reparto importantissimo, in un luogo nevralgico come può essere quello di Gioia Tauro, strettamente collegato al Porto. «Nel corso dell'incontro il Direttore Sanitario ha comunicato, inoltre, il potenziamento presso il nosocomio gioiese dell'importante attività ambulatoriale di ostetricia e ginecologia, con annessa attività ecografia. Cittadinanza Democratica ritiene importantissima tale scelta in quanto sa benissimo l'utilità di detto servizio e sa quante pazienti di Gioia Tauro e paesi della Piana erano costrette a ricorrere presso altre strutture dove gli ambulatori risultavano, inevitabilmente, ingolfati ». Il reparto di Ortopedia e Traumatologia era stato chiuso poco tempo fa a seguito della mancanza dei medici competenti, dei quali uno in malattia e l'altro andato in pensione. Una risposta celere quella dell'Asp 5, che fa ben sperare in un progressivo risollevamento delle sorti di un ospedale “critico” come il Giovanni XXIII. Cittadinanza Democratica «nel plaudire sia i tempi rapidi di risoluzione della problematica sia la disponibilità dimostrata da tutti i soggetti coinvolti, auspica per il futuro che la volontà- più volte espressa verbalmente dai vertici dell'Asp 5 e dalla regione Calabria - di potenziamento, razionalizzazione , valorizzazione e massima efficienza del Giovanni XXIII di Gioia Tauro sia attuato dando risposte concrete e immediate, per il prossimo futuro, alla principale richiesta che è stata inoltrata dai Sindaci e dai cittadini della Piana, ossia la costruzione dell'ospedale unico da costruire al più presto nell'interesse di tutti al centro della stessa Piana ». Abbiamo quindi assistito ad un caso che, nella situazione in cui versa attualmente la sanità calabrese, rappresenta una luce di speranza. Il Giovanni XXIII è uno dei più importanti centri sanitari della Piana di Gioia Tauro, e di certo le risposte pervenute in così breve tempo, fanno ipotizzare un futuro più roseo per la struttura ospedaliera gioiese.
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16 gennaio 2010
Cittadinanza Democratica annuncia il via ad una petizione popolare per coinvolgere i cittadini in una scelta "vitale" per la città di Gioia Tauro
GIOIA TAURO
Sulla riunione indetta dalla Presidenza della Regione Calabria tenutasi a Catanzaro e avente come oggetto la verifica di eventuali azioni percorribili per contrastare la crisi del Porto di Gioia Tauro, Mct, la società terminalista, esprime apprezzamento e «prende atto dello sforzo espresso dalle istituzioni regionali per la salvaguardia del patrimonio occupazionale costruito in questi anni».
«Ci preme tuttavia evidenziare – si legge nel documento – che l'andamento della riunione ha, purtroppo, lasciato ai dirigenti della Regione solo pochi minuti, in chiusura di incontro, per elencare una serie di possibili strumenti finanziari e di supporto alle aziende in difficoltà che, unitamente agli incentivi per l'occupazione e all'imminente pubblicazione del bando per i programmi di formazione continua, rappresentano quanto sviluppato dalla Regione Calabria per il rilancio della competitività dello scalo».
«La mancanza, inoltre, di una adeguata documentazione a supporto delle azioni elencate – prosegue la nota di Medcenter – non ha consentito il necessario approfondimento da parte della nostra azienda, che ha tuttavia garantito il massimo impegno a valutare tutti gli strumenti messi a disposizione non appena riceverà i documenti descrittivi. Sarà così possibile valutare come ed in quale misura gli strumenti, messi a disposizione, si coniughino con la necessità di garantire il conseguimento della massima efficienza operativa ed economica a supporto del necessario recupero della competitività del Terminal».
Intanto, Cittadinanza Democratica annuncia il via ad una petizione popolare per coinvolgere i cittadini in una scelta "vitale" per la città di Gioia Tauro ed il suo territorio. «A partire da sabato prossimo – si legge nel comunicato a firma dei coordinatori Renato Bellofiore e Jacopo Rizzo – in piazza Duomo inizierà la raccolta delle firme per evitare che venga ceduta all'Autorità Portuale un'area di oltre 300 mila metri quadrati di terreno. Dell'iniziativa verrà informata la Corte dei Conti, alla quale verrà chiesto di vigilare affinché l'intera procedura si attui nell'interesse esclusivo della cittadinanza di Gioia Tauro».
«È noto infatti – aggiungono i due dirigenti di Cd – che è in atto una trattativa tra i commissari straordinari del comune e l'Autorità Portuale per raggiungere un'intesa che consenta una variante al Piano strutturale comunale per cedere una quantità di terreno comunale grande quanto mezzo quartiere del rione Marina di Gioia Tauro».
Cittadinanza Democratica rileva che «a fronte del danno derivante dalla perdita di enormi superfici di terreno comunale e della mancata realizzazione del porticciolo turistico di strade di collegamento e di altre attività e/o opportunità previste dal Piano strutturale comunale per quell'area, non ci sono adeguati vantaggi per il Comune».
Per Bellofiore e Rizzo «non si dovrebbe decidere una questione senza che la popolazione sia informata anche nei dettagli. Infatti nessuno ha spiegato cosa realmente, tale scelta, comporterà per la città. E le pressioni che da più parti vengono fatte ai commissari per apporre la firma definitiva sono fuori luogo, a soli due mesi dalle elezioni, e avranno come unico risultato quello di privare i cittadini di Gioia Tauro della possibilità di potere, attraverso rappresentanti democraticamente eletti, tutelare i loro interessi. Perché le decisioni che verranno prese condizioneranno per sempre il futuro sviluppo della città. Ma v'è di più. Allo stato, non è stata effettuata nessuna analisi economica in termini di perdite (es. mancati introiti fiscali e tributi comunali vari) e, quindi, non si può stabilire nulla sulla circa la congruità dell'offerta di indennizzo per il Comune da parte dell'Autorità Portuale».
Fin qui il comunicato. Ma Renato Bellofiore ha voluto poi meglio specificare le finalità, i dubbi e le perplessità del suo movimento, evidenziando che «la città di Gioia Tauro è "unica" per non avere nessun "ritorno" dalla presenza di un mega Porto di importanza mondiale. Questa città – ha sottolineato – ha dato tutta sé stessa e si trova a combattere, alla stregua degli anni '70, contro la disoccupazione dilagante e tanti altri problemi che ne "paralizzano" lo sviluppo, nella completa indifferenza delle istituzioni regionali e nazionali (vedi Interporto, Zona Franca, ecc.). E quindi, è necessario rimettere tutto in discussione per sapere qual è in atto per la città il "ritorno" del Porto, ma ancor prima, del depuratore industriale, del termovalorizzatore, del rigassificatore e della immensa pericolosissima polveriera infortunistica», e a cui si vorrebbe togliere anche l'ospedale unico.
Sulla riunione indetta dalla Presidenza della Regione Calabria tenutasi a Catanzaro e avente come oggetto la verifica di eventuali azioni percorribili per contrastare la crisi del Porto di Gioia Tauro, Mct, la società terminalista, esprime apprezzamento e «prende atto dello sforzo espresso dalle istituzioni regionali per la salvaguardia del patrimonio occupazionale costruito in questi anni».
«Ci preme tuttavia evidenziare – si legge nel documento – che l'andamento della riunione ha, purtroppo, lasciato ai dirigenti della Regione solo pochi minuti, in chiusura di incontro, per elencare una serie di possibili strumenti finanziari e di supporto alle aziende in difficoltà che, unitamente agli incentivi per l'occupazione e all'imminente pubblicazione del bando per i programmi di formazione continua, rappresentano quanto sviluppato dalla Regione Calabria per il rilancio della competitività dello scalo».
«La mancanza, inoltre, di una adeguata documentazione a supporto delle azioni elencate – prosegue la nota di Medcenter – non ha consentito il necessario approfondimento da parte della nostra azienda, che ha tuttavia garantito il massimo impegno a valutare tutti gli strumenti messi a disposizione non appena riceverà i documenti descrittivi. Sarà così possibile valutare come ed in quale misura gli strumenti, messi a disposizione, si coniughino con la necessità di garantire il conseguimento della massima efficienza operativa ed economica a supporto del necessario recupero della competitività del Terminal».
Intanto, Cittadinanza Democratica annuncia il via ad una petizione popolare per coinvolgere i cittadini in una scelta "vitale" per la città di Gioia Tauro ed il suo territorio. «A partire da sabato prossimo – si legge nel comunicato a firma dei coordinatori Renato Bellofiore e Jacopo Rizzo – in piazza Duomo inizierà la raccolta delle firme per evitare che venga ceduta all'Autorità Portuale un'area di oltre 300 mila metri quadrati di terreno. Dell'iniziativa verrà informata la Corte dei Conti, alla quale verrà chiesto di vigilare affinché l'intera procedura si attui nell'interesse esclusivo della cittadinanza di Gioia Tauro».
«È noto infatti – aggiungono i due dirigenti di Cd – che è in atto una trattativa tra i commissari straordinari del comune e l'Autorità Portuale per raggiungere un'intesa che consenta una variante al Piano strutturale comunale per cedere una quantità di terreno comunale grande quanto mezzo quartiere del rione Marina di Gioia Tauro».
Cittadinanza Democratica rileva che «a fronte del danno derivante dalla perdita di enormi superfici di terreno comunale e della mancata realizzazione del porticciolo turistico di strade di collegamento e di altre attività e/o opportunità previste dal Piano strutturale comunale per quell'area, non ci sono adeguati vantaggi per il Comune».
Per Bellofiore e Rizzo «non si dovrebbe decidere una questione senza che la popolazione sia informata anche nei dettagli. Infatti nessuno ha spiegato cosa realmente, tale scelta, comporterà per la città. E le pressioni che da più parti vengono fatte ai commissari per apporre la firma definitiva sono fuori luogo, a soli due mesi dalle elezioni, e avranno come unico risultato quello di privare i cittadini di Gioia Tauro della possibilità di potere, attraverso rappresentanti democraticamente eletti, tutelare i loro interessi. Perché le decisioni che verranno prese condizioneranno per sempre il futuro sviluppo della città. Ma v'è di più. Allo stato, non è stata effettuata nessuna analisi economica in termini di perdite (es. mancati introiti fiscali e tributi comunali vari) e, quindi, non si può stabilire nulla sulla circa la congruità dell'offerta di indennizzo per il Comune da parte dell'Autorità Portuale».
Fin qui il comunicato. Ma Renato Bellofiore ha voluto poi meglio specificare le finalità, i dubbi e le perplessità del suo movimento, evidenziando che «la città di Gioia Tauro è "unica" per non avere nessun "ritorno" dalla presenza di un mega Porto di importanza mondiale. Questa città – ha sottolineato – ha dato tutta sé stessa e si trova a combattere, alla stregua degli anni '70, contro la disoccupazione dilagante e tanti altri problemi che ne "paralizzano" lo sviluppo, nella completa indifferenza delle istituzioni regionali e nazionali (vedi Interporto, Zona Franca, ecc.). E quindi, è necessario rimettere tutto in discussione per sapere qual è in atto per la città il "ritorno" del Porto, ma ancor prima, del depuratore industriale, del termovalorizzatore, del rigassificatore e della immensa pericolosissima polveriera infortunistica», e a cui si vorrebbe togliere anche l'ospedale unico.
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PORTO DI GIOIA T. IN PIAZZA DUOMO CITTADINANZA DEMOCRATICA AVVIA LA RACCOLTA DI FIRME DA INVIARE AI COMMISSARI PREFETTIZI DEL COMUNE DI GIOIA TAURO
GIOIA TAURO - Da sabato 16, in piazza Duomo, sarà presente un banchetto per la raccolta firme di una petizione promossa da Cittadinanza Democratica «volta ad evitare che i Commissari straordinari cedano all'Autorità Portuale oltre 300.000 metri quadrati di terreno comunale». La petizione verrà successivamente inviata anche alla Corte dei Conti «alla quale verrà chiesto di vigilare affinché l'intera procedura si attui nell'interesse esclusivo della cittadinanza di Gioia Tauro». La decisione di un evento del genere è da ricercare nelle recenti trattative tra la Commissione Straordinaria che regge Gioia Tauro e l'Autorità Portuale per la modifica del Piano Strutturale Comunale che, secondo il movimento gioiese farebbe perdere alla città «una quantità di terreno comunale grande quanto mezzo quartiere marina di Gioia Tauro», e situato all'interno del Porto. «Cittadinanza Democratica sostiene e rileva che a fronte del danno derivante dalla perdita di enormi superfici di terreno comunale e della mancata attuazione del porticciolo turistico o di altre attività previste dal Piano Strutturale Comunale, non ci sono adeguati e proporzionati vantaggi per i cittadini e per il Comune gioiese». Secondo Cittadinanza Democratica, infatti, la commissione straordinaria «non dovrebbe decidere una questione così importante per il Comune senza che la popolazione sia assolutamente informata su tutta l'operazione. Infatti nessuno ha spiegato cosa realmente, tale scelta, comporterà per la città di Gioia Tauro». In nome della trasparenza, necessaria visto il periodo turbolento della città della piana, «le pressioni che da più parte vengono fatte ai Commissari straordinari al fine di far loro apporre la firma definitiva sono assolutamente fuori luogo a soli 2mesi dalle elezioni», ribadendo come per Cittadinanza Democratica, i cittadini debbano conoscere «tutti i termini della questione, in modo da poter valutare quali saranno i vantaggi e/o gli svantaggi per Gioia Tauro e per i suoi cittadini, perché le decisioni che verranno prese condizioneranno per sempre il futuro sviluppo della nostra città. Non è stata effettuata da parte dei Commissari nessuna analisi economica in termini di perdite».
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8 gennaio 2010
GIOIA TAURO OSPEDALE, CHIUSO L'AMBULATORIO DI ORTOPEDIA CITTADINANZA DEMOCRATICA INSORGE CONTRO LA DECISIONE DELL'ASP 5
Gioia Tauro - Dopo il trasferimento delle sale chirurgiche da Gioia a Scilla «che avevano privato per 6 mesi dell''emergenza-urgenza l'intera area portuale», Cittadinanza Democratica denuncia oggi «la chiusura dell'ambulatorio ortopedico traumatologico dovuta, sembrerebbe, al fatto che dei due medici in forza uno è andato in pensione e l'altro è in malattia». «Il risultato – proseguono Renato Bellofiore e Jacopo Rizzo di CD – è che un servizio in grado di fornire circa 8-10.000 prestazioni annue, a diretto supporto del pronto soccorso del "Giovanni XXIII", in un'area dove gli infortuni sul lavoro sono all'ordine del giorno vista la presenza del porto, e molti di questi sono di tipo ortopedico, viene semplicemente chiuso senza avvisare i numerosi pazienti che continuano ignari a riversarsi in ospedale chiedendo un'assistenza che, da martedì scorso, gli viene negata. Ma è possibile che non si possa spostare un medico che fa servizio ambulatoriale altrove al presidio di Gioia Tauro, in modo da risolvere il problema? È possibile si continui a portare avanti questa politica di depotenziamento senza che nessuno dica niente?»
Per Cittadinanza Democratica «nessuna disfunzione di servizio aveva sino ad oggi palesato l'ambulatorio di traumatologia del nosocomio gioiese che in questo modo perde l'antica vocazione di accoglienza traumatologica rapida ed essenziale per i lavoratori del porto. I pazienti sono, dunque, costretti a continue peregrinazioni e a rivolgersi ad altre strutture ospedaliere, come il "S. Maria degli Ungheresi" di Polistena stracolmo e ingolfato» per cui si «ribadisce la disapprovazione per la scelta unilaterale dell'Azienda sanitaria, rivolta tutta e solo a danno di Gioia Tauro, chiedendo immediate spiegazioni al direttore sanitario dell'ospedale di Gioia Tauro e del direttore sanitario dell'Asp 5».
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4 gennaio 2010
DA IL QUOTIDIANO E DA GAZZETTA DEL SUD DEL 4.1.2010- CITTADINANZA DEMOCRATICA SU CRISI OCCUPAZIONALE PORTO DI GIOIA TAURO E RISCHIO 400 LICENZIAMENTI

Gioia Tauro 3.1.2010 - E’ notizia di qualche giorno che l’Mct per superare i momenti di difficoltà a causa del calo subito delle commesse del 30% farà ricorso agli ammortizzatori sociali per 400 lavoratori portuali.
Sicuramente si parlerà di crisi mondiale e si tireranno fuori cifre, sj faranno calcoli, poi qualcuno ci dirà che questi tagli sono necessari, inevitabili e dovuti a cause di forza maggiore.
Per Cittadinanza Democratica l’unica cosa chiara è che il porto di Gioia Tauro non è in nessun modo tutelato politicamente né dal governo nazionale, né dal Governo regionale dove il principale nemico di Gioia Tauro e della Piana, il Presidente Agazio Loiero, è contento solo di installare in queste zone impianti nocivi e far portare spazzatura che nessuno vuole a casa sua e senza alcuna ricaduta occupazionale. Se anche al porto di Gioia Tauro siamo arrivati alla frutta la responsabilità non può prescindere dalle scelte e dalle nomine scellerate ed inconcludenti attuate negli ultimi anni sia dal Governo romano sia dal Governo regionale.
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Chi ha un po’ di memoria ricorda che vi sono state nomine di autorità portuali e di Commissari e sub Commissari e di segretari con incarichi specifici per il Porto di Gioia Tauro solo apparentemente di prestigio, tutti o quasi provenienti da fuori, che lautamente pagati e remunerati, stanno riconsegnandoci un porto in totale crisi occupazionale che forse non si riprenderà viste le prospettive ancor più nere per il futuro.
E’ ormai ovvio a tutti che Gioia Tauro è lasciata appositamente e lentamente morire da una politica regionale incapace di valorizzare le sue potenzialità prediligendole altre aree come Lamezia Terme alla quale è andata la Zona franca urbana prima promessa a Gioia Tauro da Loiero e poi scippatale senza nessun motivo, snobbando colpevolmente e dolosamente quello che è e rimane il punto centrale più importante di snodo commerciale di tutta la Calabria e quindi il primo sito dell’intera Calabria su cui il Presidente Loiero avrebbe dovuto investire, incrementare e valorizzare sempre più viste le sue potenzialità uniche soprattutto per livelli di occupazione garantita e gettito fiscale nelle casse dello Stato e con il federalismo nelle casse della Regione Calabria.
Si capisce che siamo di fronte ad una volontà di affossare un porto ed un’intera area che potrebbe immediatamente decollare se solo ci fosse la volontà di levare quel freno a mano che Loiero continua volutamente a tenere tirato. Così già molte ditte si stanno trasferendo nell’area di Lamezia Terme visti gli sgravi promessi con la concessione della ZFU, e di conseguenza altre famiglie vivono l’angoscia di restare senza alcun sostentamento. Ma dove sono quelle contropartite di cui Loiero e il Governo centrale ci hanno parlato? E dove sono quelle infrastrutture da sempre promesse in grado di creare quei collegamenti necessari per una integrazione con il territorio circostante?
Cittadinanza Democratica al fine di scongiurare i licenziamenti chiede un intervento ad hoc per il Porto al Governo Regionale e a quello Nazionale che per Gioia Tauro sarebbe finalmente il primo e dimostrerebbe per la prima volta di voler puntare effettivamente su quest’area e non di usarla per slogan elettorali e per promesse occupazionali che chiaramente non si vogliono mantenere.
Per Cittadinanza Democratica
Renato Bellofiore
Jacopo Rizzo
Per Cittadinanza Democratica l’unica cosa chiara è che il porto di Gioia Tauro non è in nessun modo tutelato politicamente né dal governo nazionale, né dal Governo regionale dove il principale nemico di Gioia Tauro e della Piana, il Presidente Agazio Loiero, è contento solo di installare in queste zone impianti nocivi e far portare spazzatura che nessuno vuole a casa sua e senza alcuna ricaduta occupazionale. Se anche al porto di Gioia Tauro siamo arrivati alla frutta la responsabilità non può prescindere dalle scelte e dalle nomine scellerate ed inconcludenti attuate negli ultimi anni sia dal Governo romano sia dal Governo regionale.
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E’ ormai ovvio a tutti che Gioia Tauro è lasciata appositamente e lentamente morire da una politica regionale incapace di valorizzare le sue potenzialità prediligendole altre aree come Lamezia Terme alla quale è andata la Zona franca urbana prima promessa a Gioia Tauro da Loiero e poi scippatale senza nessun motivo, snobbando colpevolmente e dolosamente quello che è e rimane il punto centrale più importante di snodo commerciale di tutta la Calabria e quindi il primo sito dell’intera Calabria su cui il Presidente Loiero avrebbe dovuto investire, incrementare e valorizzare sempre più viste le sue potenzialità uniche soprattutto per livelli di occupazione garantita e gettito fiscale nelle casse dello Stato e con il federalismo nelle casse della Regione Calabria.
Si capisce che siamo di fronte ad una volontà di affossare un porto ed un’intera area che potrebbe immediatamente decollare se solo ci fosse la volontà di levare quel freno a mano che Loiero continua volutamente a tenere tirato. Così già molte ditte si stanno trasferendo nell’area di Lamezia Terme visti gli sgravi promessi con la concessione della ZFU, e di conseguenza altre famiglie vivono l’angoscia di restare senza alcun sostentamento. Ma dove sono quelle contropartite di cui Loiero e il Governo centrale ci hanno parlato? E dove sono quelle infrastrutture da sempre promesse in grado di creare quei collegamenti necessari per una integrazione con il territorio circostante?
Cittadinanza Democratica al fine di scongiurare i licenziamenti chiede un intervento ad hoc per il Porto al Governo Regionale e a quello Nazionale che per Gioia Tauro sarebbe finalmente il primo e dimostrerebbe per la prima volta di voler puntare effettivamente su quest’area e non di usarla per slogan elettorali e per promesse occupazionali che chiaramente non si vogliono mantenere.
Per Cittadinanza Democratica
Renato Bellofiore
Jacopo Rizzo
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TOTALE SOLIDARIETA’ AI MAGISTRATI E ALLA SOCIETÀ CIVILE DI REGGIO CALABRIA PER IL VILE ATTENTATO CONTRO IL PORTONE DELLA SEDE DELLA PROCURA GENERALE.

COMUNICATO STAMPA DI CITTADINANZA DEMOCRATICA
Esprimo la mia personale piena solidarietà, e quella di tutti gli iscritti a Cittadinanza Democratica, ai magistrati di Reggio Calabria per il vile attentato subito attraverso l’esplosione di un ordigno innanzi al portone della sede della Procura Generale presso al Corte di appello in Via Cimino.
Siamo di fronte ad un chiaro messaggio di violenza eccezionale che vuole condizionare la vita politica, giudiziaria e sociale di una città e di un’intera regione.
Condanniamo tale ignobile atto perpetrato nei confronti di umili servitori dello Stato da una criminalità organizzata sempre più spavalda che mira ad intimidire quei magistrati integerrimi e quella società civile che lotta e che vuole un cambiamento incentrato sul rispetto della legalità.
Occorrerà d’ora in avanti stare attenti, non abbassare la guardia e vigilare per la salvaguardia non solo dei magistrati colpiti direttamente ma di tutte le Istituzioni che non debbono assolutamente essere sconvolte da episodi di tal genere che non sono tollerabili in una democrazia.
Cittadinanza Democratica auspica che gli inquirenti muovendosi celermente riescano al più presto ad arrivare ad individuare i responsabili di questo ignobile attentato.
avv. Renato Bellofiore
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2 gennaio 2010
PER IL COMITATO SPONTANEO MANCA IL TITOLO DI PROPRIETÀ OSPEDALE UNICO DELLA PIANA PRESENTATO UN RICORSO AL TAR

PALMI - Il Comitato Spontaneo per l'Ospedale Unico della Piana, nella persona di Renato Bellofiore e da Jacopo Rizzo, ha presentato regolare ricorso al Tar della Calabria, avverso il provvedimento di nomina del Rup, motivando, la mancanza del presupposto essenziale e fondamentale del titolo di proprietà. Alla udienza del 4 dicembre 2009 l'Asp ha confermando che, allo stato, non esiste alcun titolo di proprietà del terreno e che lo stesso verrà acquisito successivamente. In tali condizioni, essendo stato ammesso pubblicamente, che non esiste alcun titolo legittimante l'azione posta in essere dall'Asp per la realizzazione del nuovo Ospedale della Piana, il legale del Comitato ha rinunciato alla domanda cautelare ed ha chiesto che venga fissata l'udienza per la decisione definita nel merito. E' stata presentata istanza e si è in attesa che il Presidente del Tar di Reggio Calabria fissi la data della udienza per la decisione del ricorso. «Risulta palese ed evidente - afferma l'avv. Saccomanno - che quanto sostenuto dal Comitato è stato confermato nel giudizio amministrativo e, quindi, l'Asp di Reggio Calabria ha affidato la realizzazione del progetto preliminare al Rup,senza che vi sia un atto regolare di individuazione dell'area e su un terreno appartenete a terzi e con un vincolo di destinazione scolastico statale che non può, certamente, essere superato. Tali fatti, - aggiunge il legale – di una estrema gravità, probabilmente anche sotto l'aspetto penale, sono stati segnalati alla Procura di Palmi, che, però, ancora, dopo oltre un anno dalla prima denuncia, non ha emesso alcun provvedimento. Certamente, la sentenza del Tar sarà molto importante, in quanto dovrà decidere la legittimità o meno dell'affidamento al Rup dell'incarico per la redazione del progetto preliminare dell'Ospedale, senza avere alcun titolo di proprietà del terreno. Nel mentre, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palmi dovrà stabilire se è possibile dichiarare ed equiparare in un atto pubblico da parte di un ente (l'Asp) che la presunta disponibilità possa ritenersi proprietà di un bene. Il Comitato conclude Saccomanno - ritiene che non solo ciò sia illecito, in quanto verrebbe a travisare la reale situazione del bene (che appartiene, ad un terzo ente con vincolo di destinazione statale), ma tenderebbe a far proseguire un'azione amministrativa illegittima e con gravissimi danni per la collettività e per la stessa realizzazione dell'Ospedale. Infatti, non solo la somma è insufficiente per la realizzazione della costruzione, ma lo sperpero di ulteriori risorse per progetti non eseguibili, verrebbe ulteriormente a diminuire l'importo destinato a ciò».
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