20 giugno 2009

LA LISTA “PBC” CALA IL TRIS RIGASSIFICATOR E ARRIVA IL COMITATO CONTRO L’IMPIANTO

Da Il Quotidiano della Calabria del 15.6.09
GIOIA TAURO - I responsabili del Pbc (Per il Bene Comune) Giuseppe Rizzo, Jacopo Rizzo e Renato Bellofiore, dopo aver dato vita al Comitato contro il raddoppio del termovalorizzatore, al Comitato a favore dell'ospedale unico nella Piana, adesso triplicano la loro attività dando vita ad un terzo comitato: quello del “No al rigassificatore di Gioia Tauro”. Un Comitato con tanto di sede e numero di telefono. Insomma specialisti, i tre del Pbc, di comitati civici per la difesa dei cittadini. Del resto la lista politica Pbcche ha partecipato all'ultima campagna elettorale per le politiche del 2008, punta proprio a costituire movimenti civici che agiscano sui territori su temi sensibili. Instancabili quindi. Questa ultima creazione punta all'opposizione alla realizzazione del mega rigassificatore di Gioia Tauro che «oltre al rischio esplosione per i cittadini ed a mettere a rischio l'attività di transhipment nel porto – secondo il neo comitato - produrrà un danno inestimabile all'ecosistema marino, al patrimonio naturalistico ambientale calabrese,al nostro mare e al turismo». La Costa Viola, decantata per le sue bellezze da Platone, che ospita la colonia di corallo nero più grande del mondo, sensibile alle temperature e ai mutamenti ambientali, tanto da essere considerata specie protetta oltre che incantesimo naturale che il tempo ha gelosamente custodito lungo i secoli nelle acque del mare, tra i 50 e i 110 mt di profondità «rischia – secondo il Pbc - oggi di venire annientato in pochissimo tempo con la realizzazione di un mega rigassificatore unico al mondo dalla capacità di 12-16 miliardi di mc di gas. Infatti - spiegano Giuseppe Rizzo, Jacopo Rizzo e Renato Bellofiore - il gas arriverà a Gioia Tauro con le metaniere in forma liquida ad una temperatura di -163° centigradi e nelle operazioni di rigassificazione verrà portato alla temperatura di 9°centigradi. Il tutto avverrà prelevando l'acqua del mare alla quale verrà sottratta un'enorme quantità di energia calorica prima di essere restituita alle nostre coste più bassa di 7° e addittivata con ipoclorito di sodio (ossia:candeggina). Nello studio d'impatto ambientale di parte, presentato dalla società Lng - dichiarano i componenenti del neonato comitato per il no al rigassificatore - manca qualsiasi riferimento ad un'analisi dello stato di salute del nostro mare, o meglio prendono in considerazione i dati di uno studio del ministero dell’Ambiente del 1996-99 come se negli ultimi dieci anni non fosse cambiato nulla. Allo stato dei fatti manca uno studio serio, neutrale e pubblico sulle conseguenze di quest'ultima attività con l'ecosistemamarino e anche ulla possibilità di arrecare danno al “corallo nero” o di dare il colpo di grazie all'attività dei pescatori delle nostre coste. Nello studio di parte presentato dalla Lng ci si limita solamente ad affermare che le quantità di ipoclorito di sodio che verranno riversate nelle nostre acque saranno nei limiti consentiti dalla legge come se fissare un limite possa evitare ad un veleno di essere tale. Queste sostanze che saranno riversate in mare anche se nei limiti di legge inquineranno e l'inquinamento è dannoso per la salute e l'ecosistema. Come possiamo credere che il turismo non subirà alcuna conseguenza? Chi si bagnerà nelle nostre acque sempre più inquinate e sempre più redde? E quanti posti di lavoro si perderanno - si chiedono i componenti del comitato - a fronte delle 80 persone impiegate nel rigassificatore? Vogliono costruire un ecomostro, di nome e di fatto. La fila dei questuanti per avere prebende, ogni giorno s'infittisce. A parte due sindaci della Piana nessun politico di rilievo si è interessatodelle conseguenze sul territorio e dei pericoli incombenti sulle popolazioni ».

5 giugno 2009

LUNGOMARE DI GIOIA TAURO SEMBRA TERRA DI NESSUNO



riceviamo e pubblichiamo

di Pasquale Patamia (indipendente) 5/06/2009.

GIOIA TAURO - La bella stagione sta per iniziare e già le premesse vi sono tutte e… c’è da scommettere che senza l’adozione di opportuni provvedimenti, anche quest’anno sul lungomare ci sarà l’“Ambaradan”, ovvero il caos.” Questo bellissimo Belvedere sul mare, che molti ci invidiano e che i gioiesi dovrebbero guardarsi bene dal deturparlo ed inquinarlo, perché un luogo deputato più ad essere un’oasi, dove concedersi delle rilassanti passeggiate a piedi per prender una sana boccata d’aria di mare, piuttosto che “bombardarlo” e soffocarlo con i gas di scarico delle macchine e dei motorini che, in nome del beato consumismo ci si ostina ad usare sempre di più. Centinaia di auto incolonnate, la sera: serpeggiano, sfilano a rilento nei due sensi di marcia, intasano,sommergono tutto pur di doppiare un paio di volte la rotonda senza che vi sia un valido quanto comprensibile motivo. Nessuno alza un dito. Nessuno sente il dovere civico e morale di attuare un piano che preveda la regolamentazione o, al meglio l’interdizione del traffico veicolare per rendere più vivibile ed impedire che il disordine, la confusione, il pericolo regnino sovrani in questo tratto di strada. Eppure è deprimente lo “spettacolo”: mamme con passeggini e pedoni costretti a funamboliche gimcane tra le interminabili code di autovetture per non essere investite dai motorini che sbucano dappertutto zigzagando per guadagnare pochi metri; clacson strombazzanti, macchine impunemente parcheggiate in doppia fila o sui marciapiedi con conseguente restringimento delle carreggiate e degli spazi pedonali; scivoli per i disabili sistematicamente ostruiti,massicce emissioni di gas e polveri sottili che ovviamente vanno a finire nei nostri polmoni,rumore, smog , inquinamento acustico, mancanza di educazione e pure di senso civico. In poche parole il caos. Ma qualcuno mi spiega come farebbe un mezzo di soccorso a passare in mezzo a quei serpentoni di veicoli, nel malaugurato caso di un qualsiasi incidente? Sembra una terra di nessuno dove, non vige nessun tipo di gestione e vigilanza del traffico, ovviamente, dei vigili urbani, nemmeno l’ombra.

Ancora una volta, ci auguriamo che chi di competenza si impegni a prevenire i problemi e non semplicemente a guardali e/o a subirli.







4 giugno 2009

GIOIA TAURO LO RENDONO NOTO BELLOFIORE E RIZZO "PER IL BENE COMUNE" "GIOVANNI XXIII", RIPRESA L'ATTIVITÀ DELLA CHIRURGIA


Da Gazzetta del Sud del 3.6.09 di Vincenzo Toscano
GIOIA TAURO

Il reparto di Chirurgia del "Giovanni XXIII" ha "ritrovato" i suoi medici ed ha ripreso a dare risposte concrete al vastissimo bacino d'utenza che comprende le diverse migliaia di lavoratori ad alto rischio della adiacente "polveriera" portuale ed industriale. Ne dà notizia, con un comunicato, la lista civica nazionale "Per il bene comune", che in questa durissima battaglia iniziata nell'ottobre scorso - quando l'acqua piovana si è infiltrata nei reparti di Cardiologia e Chirurgia - ha svolto una parte predominante in primo luogo per la riapertura del reparto che nel frattempo aveva messo "radici" a Scilla, e poi per il rientro in sede del personale medico la cui insufficienza, alla riapertura, aveva indotto il direttore di Chirurgia a proporre all'Asp la "chiusura bis" del reparto.Dopo aver plaudito all'evento «perché finalmente – scrivono il coordinatore regionale Renato Bellofiore e il coordinatore locale Iacopo Rizzo – si apprende con grande soddisfazione che da circa una settimana sono stati fatti rientrare i medici chirurghi al "Giovanni XXIII"; perché l'Asp 5 ha condiviso le nostre richieste e ha reso efficiente un reparto salvavita al quale mancava solo il personale, inspiegabilmente e ingiustificatamente sparso nei vari presidi del territorio; perchè torna ad essere garantita l'emergenza-urgenza, con un sospiro di sollievo per i lavoratori del porto, per i cittadini di Gioia Tauro e dell'intera Piana»- Ad avviso dei due esponenti del Pbc «occorre ora procedere nella direzione intrapresa, potenziando e rendendo efficienti sia il "Giovanni XXIII" che l'ospedale di Polistena, in attesa che tutte queste strutture vengano "messe a riposo" e si realizzi l'ospedale unico della Piana, unica soluzione in grado di dare una risposta seria al problema della malasanità. Evitando i pellegrinaggi dei malati da un nosocomio all'altro, evitando le continue lotte di campanile tra i vari paesi, con politici e medici locali arroccati a difesa di orticelli malandati, evitando tra l'altro continui sprechi».Per l'avv. Bellofiore e l'arch. Rizzo «non si può più difendere questo sistema di malasanità, né si può farlo costruendo ad arte documenti venuti fuori da fantomatiche riunioni di sindaci come ultimamente - seguendo una nuova moda - si cerca strumentalmente di fare a scopi campanilistici. In particolare e nello specifico ci riferiamo ad una riunione informale di sindaci dell'associazione "Città degli ulivi" che sarebbe avvenuta nella sala consiliare del Comune di Palmi il 22 aprile scorso e in seguito alla quale sarebbe stata poi redatta una proposta di riassetto sanitario per l'intera Piana di Gioia Tauro». In merito, Bellofiore e Rizzo specificano nel comunicato diramato alla stampa che «nessuna convocazione in merito a questa specifica riunione è stata mai inviata al Comune di Gioia Tauro, né a numerosi altri Comuni della Piana, anzi ci risulta che i sindaci presenti in tale occasione si contassero sulle dita di una mano. E ricordiamo che il 3 ottobre 2007, 24 sindaci su 28 votarono democraticamente per un ospedale unico da realizzare al centro della Piana, mettendo da parte ogni forma di campanilismo. Purtroppo, ancora c'è qualche politico che pensa che di questa delibera dei sindaci basti non parlarne più per essere disattesa, dimostrando una strana concezione della democrazia».

«Tornano i medici nell’ospedale di Gioia» Bellofiore e Rizzo (Pbc) sono soddisfatti per le nuove disposizioni dell’Asp 5 di Reggio Calabria


Da Calabria Ora del 3.6.09 di FLAVIA AMATO f.amato@calabriaora.it
Sono stati fatti rientrare i medici chirurghi all’ospedale di Gioia Tauro. Lo si apprende da una nota diramata dai coordinatori regionale e locale di “Per il bene comune”, Renato Bellofiore e Jacopo Rizzo, che avevano avanzato richieste agli organi competenti affinché fosse colmata la carenza di personale medico. «Finalmente l’Asp 5 di Reggio ha condiviso le nostre richieste ed ha reso efficiente un reparto salvavita al quale mancava solo il personale inspiegabilmente e ingiustificatamente sparso nei vari presidi del territorio – si legge nel documento - Finalmente viene garantita l’emergenza-urgenza con un sospiro di sollievo per i lavoratori del porto, per i cittadini di Gioia Tauroe dell’intera Piana». Come si ricorderà il reparto, rimasto chiuso per alcuni mesi, è stato riattivato ma il personale che era stato trasferito altrove non era stato fatto rientrare creando così disagi ai pazienti e lasciando i soli tre chirurghi in servizio nell’impossibilità di procedere con le urgenze. La nota è stata inviata tra gli altri al commissario straordinario dell’Asp Massimo Cetola, al ministro Maurizio Sacconi, al presidente della Giunta regionale Agazio Loiero, al prefetto di Reggio Francesco Musolino. «Occorre ora procedere nella direzione intrapresa, potenziando e rendendo efficienti sia il Giovanni XXIII che l’ospedale di Polistena, in attesa che si realizzi l’Ospedale Unico della Piana – scrivono ancora - Non si può più difendere questo sistema di malasanità, né si può farlo costruendo ad arte documenti venuti fuori da fantomatiche riunioni di sindaci come ultimamente si cerca strumentalmente di fare. Ci riferiamo ad una riunioneinformale di sindaci della Città degli ulivi che sarebbe avvenuta, secondo alcuni politici locali – si legge nel comunicato - a Palmi il 22 aprile in seguito alla quale sarebbe stata redatta una proposta di riassetto sanitario per la Piana. Nessuna convocazione in merito a questa specifica riunione è stata mai inviata al Comune di Gioia, né a numerosi altri Comuni. Non è corretto il comportamento di chi pubblicizza tali documenti venuti fuori da riunioni non ufficiali».

3 giugno 2009

GIOIA TAURO LO RENDE NOTO "PER IL BENE COMUNE" "GIOVANNI XXIII", RIPRESA L'ATTIVITÀ DELLA CHIRURGIA.



Da Gazzetta del Sud del 3.6.09 di

Vincenzo Toscano

GIOIA TAURO

Il reparto di Chirurgia del "Giovanni XXIII" ha "ritrovato" i suoi medici ed ha ripreso a dare risposte concrete al vastissimo bacino d'utenza che comprende le diverse migliaia di lavoratori ad alto rischio della adiacente "polveriera" portuale ed industriale.

Ne dà notizia, con un comunicato, la lista civica nazionale "Per il bene comune", che in questa durissima battaglia iniziata nell'ottobre scorso - quando l'acqua piovana si è infiltrata nei reparti di Cardiologia e Chirurgia - ha svolto una parte predominante in primo luogo per la riapertura del reparto che nel frattempo aveva messo "radici" a Scilla, e poi per il rientro in sede del personale medico la cui insufficienza, alla riapertura, aveva indotto il direttore di Chirurgia a proporre all'Asp la "chiusura bis" del reparto.

Dopo aver plaudito all'evento «perché finalmente – scrivono il coordinatore regionale Renato Bellofiore e il coordinatore locale Iacopo Rizzo – si apprende con grande soddisfazione che da circa una settimana sono stati fatti rientrare i medici chirurghi al "Giovanni XXIII"; perché l'Asp 5 ha condiviso le nostre richieste e ha reso efficiente un reparto salvavita al quale mancava solo il personale, inspiegabilmente e ingiustificatamente sparso nei vari presidi del territorio; perchè torna ad essere garantita l'emergenza-urgenza, con un sospiro di sollievo per i lavoratori del porto, per i cittadini di Gioia Tauro e dell'intera Piana»-

Ad avviso dei due esponenti del Pbc «occorre ora procedere nella direzione intrapresa, potenziando e rendendo efficienti sia il "Giovanni XXIII" che l'ospedale di Polistena, in attesa che tutte queste strutture vengano "messe a riposo" e si realizzi l'ospedale unico della Piana, unica soluzione in grado di dare una risposta seria al problema della malasanità. Evitando i pellegrinaggi dei malati da un nosocomio all'altro, evitando le continue lotte di campanile tra i vari paesi, con politici e medici locali arroccati a difesa di orticelli malandati, evitando tra l'altro continui sprechi».

Per l'avv. Bellofiore e l'arch. Rizzo «non si può più difendere questo sistema di malasanità, né si può farlo costruendo ad arte documenti venuti fuori da fantomatiche riunioni di sindaci come ultimamente - seguendo una nuova moda - si cerca strumentalmente di fare a scopi campanilistici. In particolare e nello specifico ci riferiamo ad una riunione informale di sindaci dell'associazione "Città degli ulivi" che sarebbe avvenuta nella sala consiliare del Comune di Palmi il 22 aprile scorso e in seguito alla quale sarebbe stata poi redatta una proposta di riassetto sanitario per l'intera Piana di Gioia Tauro».

In merito, Bellofiore e Rizzo specificano nel comunicato diramato alla stampa che «nessuna convocazione in merito a questa specifica riunione è stata mai inviata al Comune di Gioia Tauro, né a numerosi altri Comuni della Piana, anzi ci risulta che i sindaci presenti in tale occasione si contassero sulle dita di una mano. E ricordiamo che il 3 ottobre 2007, 24 sindaci su 28 votarono democraticamente per un ospedale unico da realizzare al centro della Piana, mettendo da parte ogni forma di campanilismo. Purtroppo, ancora c'è qualche politico che pensa che di questa delibera dei sindaci basti non parlarne più per essere disattesa, dimostrando una strana concezione della democrazia».