
Da Gazzetta del Sud del 20.5.09 di Vincenzo Toscano
GIOIA TAURO
Vicenda rigassificatore: per la lista civica nazionale "Per il bene comune" la realizzazione in loco «del più grande rigassificatore d'Italia arrecherà danni ai pescatori di Gioia Tauro e all'attività principale di trashipment, mettendo a rischio un indotto lavorativo di 3.000 persone».
"La Giunta regionale, con il benestare dei commissari prefettizi dei Comuni di Gioia Tauro, Rosarno e San Ferdinando» rimarcano i coordinatori di Pbc Renato Bellofiore e Iacopo Rizzo, nonché il gruppo di lavoro formato da Giuseppe Rizzo, Giovanni Laurendi e Rocco Mangione, «hanno deciso che nell'area portuale venga installato il più grande rigassificatore d'Italia. Se solo si considera che nei pochissimi porti del mondo in cui vi sono rigassificatori all'arrivo delle navi metaniere vi è un blocco totale del traffico marittimo, come potrà la realizzazione del più grande rigassificatore d'Italia conciliarsi e non arrecare danno all'attività principale di trashipment e ai pescatori?» si chiede il Pbc aggiungendo che «il rischio è che l'impianto di rigassificazione possa dare il colpo di grazia ad un porto già in difficoltà per la spietata concorrenza di altri siti. Inoltre, chi ci assicura che al primo anche piccolo incidente le maggiori compagnie di navigazione che oggi preferiscono Gioia Tauro non si orientino su altri approdi più sicuri? Il tutto si sta concretizzando senza considerare il rischio enorme a cui una tale struttura - contenente 12 miliardi di metri cubi di gas esporrà i cittadini residenti, per la possibilità del verificarsi da un momento all'altro del sisma e/o maremoto di fine o inizio secolo che da sempre si verifica nella nostra zona considerata ad altissimo rischio sismico».
GIOIA TAURO
Vicenda rigassificatore: per la lista civica nazionale "Per il bene comune" la realizzazione in loco «del più grande rigassificatore d'Italia arrecherà danni ai pescatori di Gioia Tauro e all'attività principale di trashipment, mettendo a rischio un indotto lavorativo di 3.000 persone».
"La Giunta regionale, con il benestare dei commissari prefettizi dei Comuni di Gioia Tauro, Rosarno e San Ferdinando» rimarcano i coordinatori di Pbc Renato Bellofiore e Iacopo Rizzo, nonché il gruppo di lavoro formato da Giuseppe Rizzo, Giovanni Laurendi e Rocco Mangione, «hanno deciso che nell'area portuale venga installato il più grande rigassificatore d'Italia. Se solo si considera che nei pochissimi porti del mondo in cui vi sono rigassificatori all'arrivo delle navi metaniere vi è un blocco totale del traffico marittimo, come potrà la realizzazione del più grande rigassificatore d'Italia conciliarsi e non arrecare danno all'attività principale di trashipment e ai pescatori?» si chiede il Pbc aggiungendo che «il rischio è che l'impianto di rigassificazione possa dare il colpo di grazia ad un porto già in difficoltà per la spietata concorrenza di altri siti. Inoltre, chi ci assicura che al primo anche piccolo incidente le maggiori compagnie di navigazione che oggi preferiscono Gioia Tauro non si orientino su altri approdi più sicuri? Il tutto si sta concretizzando senza considerare il rischio enorme a cui una tale struttura - contenente 12 miliardi di metri cubi di gas esporrà i cittadini residenti, per la possibilità del verificarsi da un momento all'altro del sisma e/o maremoto di fine o inizio secolo che da sempre si verifica nella nostra zona considerata ad altissimo rischio sismico».
Gli esponenti di "Per il bene comune" sostengono quindi che «a questo punto è chiaro che proprio il governo regionale di centrosinistra vuole il rigassificatore a Gioia Tauro a tutti i costi. In Calabria si constata che a tale andazzo si sono adeguati anche i tradizionali partiti di sinistra, un tempo anche di "lotta" oggi solo di governo, che dall'interno della Giunta invero non hanno impedito tale scempio. Sul punto mai una critica all'operato del presidente, mai una minaccia di caduta di governo. Questo tipo di politica calabrese, sempre uguale e trasversale, nel corso degli anni ha devastato la Piana di Gioia, facendola diventare terra di conquista a vantaggio di multinazionali nordiste e addirittura estere. Al porto le maggiori aziende sono del Nord Italia – conclude la nota –, all'inceneritore ci sono i francesi della multinazionale "Veolia", a Rizziconi nella centrale turbogas gli svizzeri. E per completare il saccheggio del territorio e dell'ambiente, si potrebbe pensare che per completare l'opera mancano solo i saraceni. Mentre la Piana langue nella disoccupazione e nel precariato più alto d'Italia».