
GIOIA TAURO
Ha proposto tre cose il dott. Domenico Saraceno, direttore dell'Unità operativa di Chirurgia del "Giovanni XXIII": «Blocco dei ricoveri, trasferimento di tutto il personale medico presso altra U.O. di Chirurgia dell'Asp, ripresa dell'attività di Chirurgia quando l'organico sarà ripristinato».
E Saraceno l'ha fatto con una lettera ai vertici aziendali, evidenziando che «l'organico medico dell'Unità operativa, già carente, si è ridotto ulteriormente a tre unità» e «l'organizzazione del lavoro, dalla programmazione obbligatoria delle ferie, ai congedi, ai riposi settimanali e festivi diventa incompatibile con l'erogazione di un'assistenza sufficiente» e si tende ad «evitare carenze assistenziali causate da "stress-psicofisico", già presente e che si è accentuato nell'ultima settimana».
«Se ciò avvenisse sarebbe vergognoso» affermano in un comunicato diramato alla stampa i coordinatori di "Per il bene comune", Renato Bellofiore e Iacopo Rizzo, che hanno chiesto «le dimissioni dei responsabili dello sfascio» e si sono precipitati in ospedale dove hanno incontrato anche l'on. Elio Belcastro (Mpa), già a colloquio con il dott. Pugliese.
«Dimissioni – continuano i due esponenti di Pbc – perchè l'Asp 5, benché sollecitata e informata della problematica, invece di risolverla inviando il personale mancante, avallerebbe una proposta di chiusura e di trasferimento che getterebbe nel panico e nel caos sanitario i cittadini e i lavoratori del porto. A questo punto, stanchi di tutte queste manovre che mirano a salvaguardare qualche orticello in malora, i cittadini e i lavoratori del porto sono pronti a mobilitarsi ed a rivolgersi alla Procura della Repubblica e al prefetto per chiedere loro di evitare l'interruzione di pubblico servizio e riattivare a pieno regime la Chirurgia, visto e considerato che anche dagli attuali commissari straordinari del Comune, che dovrebbero essere i primi tutori della salute pubblica cittadina, non si riesce ad avere una risposta definitiva».
Per questi motivi Pbc chiede «le dimissioni dei responsabili politici e manageriali di questo sfascio, che dovrebbero rispondere delle proprie colpe ai cittadini».
«È una vergogna sotto tutti i profili» ha dichiarato da parte sua l'on. Belcastro. «Qui, in un posto strategico e ad alto rischio, forse "sulla spinta nazionale che invoca sicurezza nei luoghi di lavoro (sic!)" si nega il diritto alla salute e le responsabilità sono a diversi livelli. Perchè questi ospedali sono privi di sanità e le responsabilità sono della classe politica e commissariale che gestisce la cosa pubblica in modo scriteriato».
Il parlamentare del Movimento per le autonomie conclude auspicando «un immediato intervento della magistratura per "scoprire gli altarini"» confermando l'iniziativa, da parte sua, di «coinvolgimento immediato della Commissione parlamentare antimafia anche per vedere dove sono i medici del "Giovanni XXIII", come sono utilizzati e scoprire la pentola piena di soprusi e di menzogne della pratica dell'ospedale unico della Piana».