26 maggio 2009

Gioia. Allarme di “Pbc” Ordine pubblico chiesto un incontro con Prefetto e Commissari


Il Quotidiano del 26.5.09 di Nicola Orso
GIOIA TAURO - «La notizia della rapina e della violenza messa in atto contro il titolare di una tabaccheria sulla centralissima Via Roma a Gioia Tauro, ci rende profondamente inquieti e preoccupati, in quanto conferma un'escalation criminale in aumento non solo a Gioia Tauro ma nell'intera città della Piana». Così il Pbc sulla situazione dell'ordine pubblico. «Nel manifestare tutta la nostra solidarietà ad Antonio Domenico Rosace e rivendicare il diritto dei cittadini a vivere in città sicure, rimarchiamo - si legge in una nota - come il tema fondamentale della legalità e poi della giustizia e della certezza della pena costituiscano gravi questioni che rimangono irrisolte e che dovrebbero interrogare in maniera pressante l'agire delle forze dell'ordine per un maggiore controllo del territorio, e le scelte degli attuali Commissari prefettizi che reggono il Comune di Gioia Tauro orientandole in direzione di una maggiore presenza in campo di vigili urbani e polizia provinciale per prevenire illeciti e garantire un maggiore controllo del nostro territorio». Il Pbc ritiene «assurdo e non più giustificabile né tollerabile che, soprattutto nelle zone periferiche della città, densamente popolate, assistere a “spettacoli” come l'incendio di copertoni e quant'altro, i cui effetti sono fortemente dannose e irreversibili per tutta la cittadinanza. Su queste questioni è auspicabile che i Commissari inizino a confrontarsi». Per questo il Pbc ha chiesto un incontro a Prefetto e Commissari straordinari.

Gioia. Allarme di “Pbc” Ordine pubblico chiesto un incontro con Prefetto e Commissari

Il Quotidiano del 26.5.09 di Nicola Orso
GIOIA TAURO - «La notizia della rapina e della violenza messa in atto contro il titolare di una tabaccheria sulla centralissima Via Roma a Gioia Tauro, ci rende profondamente inquieti e preoccupati, in quanto conferma un'escalation criminale in aumento non solo a Gioia Tauro ma nell'intera città della Piana». Così il Pbc sulla situazione dell'ordine pubblico. «Nel manifestare tutta la nostra solidarietà ad Antonio Domenico Rosace e rivendicare il diritto dei cittadini a vivere in città sicure, rimarchiamo - si legge in una nota - come il tema fondamentale della legalità e poi della giustizia e della certezza della pena costituiscano gravi questioni che rimangono irrisolte e che dovrebbero interrogare in maniera pressante l'agire delle forze dell'ordine per un maggiore controllo del territorio, e le scelte degli attuali Commissari prefettizi che reggono il Comune di Gioia Tauro orientandole in direzione di una maggiore presenza in campo di vigili urbani e polizia provinciale per prevenire illeciti e garantire un maggiore controllo del nostro territorio». Il Pbc ritiene «assurdo e non più giustificabile né tollerabile che, soprattutto nelle zone periferiche della città, densamente popolate, assistere a “spettacoli” come l'incendio di copertoni e quant'altro, i cui effetti sono fortemente dannose e irreversibili per tutta la cittadinanza. Su queste questioni è auspicabile che i Commissari inizino a confrontarsi». Per questo il Pbc ha chiesto un incontro a Prefetto e Commissari straordinari.

Calabria Ora del 25.5.09. Pbc su escalation criminale vuole incontrare Prefetto e Commissari Straordinari



25 maggio 2009

Gioia Tauro Interviene anche il "Pbc" Rapina in tabaccheria indagini serrate e allarme criminaliltà


Da Gazzetta del Sud del 25.5.09 di Gioacchino Sacca
Gioia Tauro

Le indagini sulla rapina perpetrata sabato mattina in una rivendita di tabacchi in via Roma vanno avanti con verifiche e controlli. L'attività investigativa della Polizia è a caccia dell'identificazione dei due giovani malviventi che hanno colpito alla testa col calcio di una pistola il titolare dell'esercizio. Si cerca soprattutto di capire, forse sulla base delle indicazioni della vittima, se uno dei rapinatori possa essersi reso protagonista di un altro colpo, messo a segno il sabato precedente sempre sulla via Roma ai danni di un negozio di abbigliamento per bambini. Ci sarebbero infatti alcune analogie sulle quali stanno lavorando gli uomini del dott. Rocchè, dirigente del Commissariato, e del dott. Amore, responsabile della Sezione investigativa.
Del problema criminalità si fa carico il movimento politico "Per il Bene Comune", che, a firma del coordinatore locale, Jacopo Rizzo, e del coordinatore regionale, Renato Bellofiore, ha diramato un documento. «La notizia della rapina e della violenza messe in atto contro il titolare di una tabaccheria sulla centralissima via Roma a Gioia Tauro ci rende profondamente inquieti e preoccupati in quanto conferma un'escalation criminale non solo a Gioia ma nell'intera "città della Piana". Nel manifestare tutta la nostra solidarietà – prosegue la nota – e nel rivendicare il diritto dei cittadini a vivere in città sicure, rimarchiamo come il tema fondamentale della legalità e poi della giustizia e della certezza della pena costituiscano gravi questioni che rimangono irrisolte e che dovrebbero interessare in maniera pressante l'agire delle forze dell'ordine per un maggiore controllo del territorio e le scelte dei commissari che reggono il Comune orientandole in direzione di una maggiore presenza in campo di vigili urbani e polizia provinciale per prevenire illeciti e garantire un maggiore controllo del nostro territorio».
«È assurdo e non più giustificabile né tollerabile – si legge ancora – che soprattutto nelle zone periferiche della città, densamente popolate (come la zona Ciambra), si debba assistere a spettacoli come l'incendio di pneumatici ed altro ancora, con effetti e conseguenze dannosi per tutta la cittadinanza. Su tali questioni è auspicabile che i signori commissari inizino a confrontarsi, perchè quanto sta accadendo in questi mesi a Gioia Tauro, ma un po' anche in tutta la Piana, preoccupa la società civile e la popolazione. "Per il Bene Comune" afferma con più forza il diritto alla legalità ed a vivere in una città più sicura. Questo è il risanamento che vogliamo».

Da il Quotidiano della Calabria del 24.5.09.Pbc critica lancia l'allarme spazzatura contro l'emergenza rifiuti ci vuole un piano di prevenzione.


Gioia Tauro Forti perplessità sulla struttura avanzate da "Per il bene comune" Porto penalizzato dal rigassificatore?


Da Gazzetta del Sud del 20.5.09 di Vincenzo Toscano
GIOIA TAURO
Vicenda rigassificatore: per la lista civica nazionale "Per il bene comune" la realizzazione in loco «del più grande rigassificatore d'Italia arrecherà danni ai pescatori di Gioia Tauro e all'attività principale di trashipment, mettendo a rischio un indotto lavorativo di 3.000 persone».
"La Giunta regionale, con il benestare dei commissari prefettizi dei Comuni di Gioia Tauro, Rosarno e San Ferdinando» rimarcano i coordinatori di Pbc Renato Bellofiore e Iacopo Rizzo, nonché il gruppo di lavoro formato da Giuseppe Rizzo, Giovanni Laurendi e Rocco Mangione, «hanno deciso che nell'area portuale venga installato il più grande rigassificatore d'Italia. Se solo si considera che nei pochissimi porti del mondo in cui vi sono rigassificatori all'arrivo delle navi metaniere vi è un blocco totale del traffico marittimo, come potrà la realizzazione del più grande rigassificatore d'Italia conciliarsi e non arrecare danno all'attività principale di trashipment e ai pescatori?» si chiede il Pbc aggiungendo che «il rischio è che l'impianto di rigassificazione possa dare il colpo di grazia ad un porto già in difficoltà per la spietata concorrenza di altri siti. Inoltre, chi ci assicura che al primo anche piccolo incidente le maggiori compagnie di navigazione che oggi preferiscono Gioia Tauro non si orientino su altri approdi più sicuri? Il tutto si sta concretizzando senza considerare il rischio enorme a cui una tale struttura - contenente 12 miliardi di metri cubi di gas esporrà i cittadini residenti, per la possibilità del verificarsi da un momento all'altro del sisma e/o maremoto di fine o inizio secolo che da sempre si verifica nella nostra zona considerata ad altissimo rischio sismico».
Gli esponenti di "Per il bene comune" sostengono quindi che «a questo punto è chiaro che proprio il governo regionale di centrosinistra vuole il rigassificatore a Gioia Tauro a tutti i costi. In Calabria si constata che a tale andazzo si sono adeguati anche i tradizionali partiti di sinistra, un tempo anche di "lotta" oggi solo di governo, che dall'interno della Giunta invero non hanno impedito tale scempio. Sul punto mai una critica all'operato del presidente, mai una minaccia di caduta di governo. Questo tipo di politica calabrese, sempre uguale e trasversale, nel corso degli anni ha devastato la Piana di Gioia, facendola diventare terra di conquista a vantaggio di multinazionali nordiste e addirittura estere. Al porto le maggiori aziende sono del Nord Italia – conclude la nota –, all'inceneritore ci sono i francesi della multinazionale "Veolia", a Rizziconi nella centrale turbogas gli svizzeri. E per completare il saccheggio del territorio e dell'ambiente, si potrebbe pensare che per completare l'opera mancano solo i saraceni. Mentre la Piana langue nella disoccupazione e nel precariato più alto d'Italia».

Da Il Quotidiano del 20.5.09. Pbc : Il rigassificatore? Un danno.


Da Calabria Ora del 20.5.09. Gioia Tauro Pbc contro la realizzazione del rigassificatore.


Gioia Tauro chirurgia proposto il blocco dei ricoveri Il Pbc non ci sta e chiede le dimissioni di politici e manager.



Da Gazzetta del sud del 19.5.09 di Vincenzo Toscano



GIOIA TAURO



Ha proposto tre cose il dott. Domenico Saraceno, direttore dell'Unità operativa di Chirurgia del "Giovanni XXIII": «Blocco dei ricoveri, trasferimento di tutto il personale medico presso altra U.O. di Chirurgia dell'Asp, ripresa dell'attività di Chirurgia quando l'organico sarà ripristinato».



E Saraceno l'ha fatto con una lettera ai vertici aziendali, evidenziando che «l'organico medico dell'Unità operativa, già carente, si è ridotto ulteriormente a tre unità» e «l'organizzazione del lavoro, dalla programmazione obbligatoria delle ferie, ai congedi, ai riposi settimanali e festivi diventa incompatibile con l'erogazione di un'assistenza sufficiente» e si tende ad «evitare carenze assistenziali causate da "stress-psicofisico", già presente e che si è accentuato nell'ultima settimana».



«Se ciò avvenisse sarebbe vergognoso» affermano in un comunicato diramato alla stampa i coordinatori di "Per il bene comune", Renato Bellofiore e Iacopo Rizzo, che hanno chiesto «le dimissioni dei responsabili dello sfascio» e si sono precipitati in ospedale dove hanno incontrato anche l'on. Elio Belcastro (Mpa), già a colloquio con il dott. Pugliese.



«Dimissioni – continuano i due esponenti di Pbc – perchè l'Asp 5, benché sollecitata e informata della problematica, invece di risolverla inviando il personale mancante, avallerebbe una proposta di chiusura e di trasferimento che getterebbe nel panico e nel caos sanitario i cittadini e i lavoratori del porto. A questo punto, stanchi di tutte queste manovre che mirano a salvaguardare qualche orticello in malora, i cittadini e i lavoratori del porto sono pronti a mobilitarsi ed a rivolgersi alla Procura della Repubblica e al prefetto per chiedere loro di evitare l'interruzione di pubblico servizio e riattivare a pieno regime la Chirurgia, visto e considerato che anche dagli attuali commissari straordinari del Comune, che dovrebbero essere i primi tutori della salute pubblica cittadina, non si riesce ad avere una risposta definitiva».



Per questi motivi Pbc chiede «le dimissioni dei responsabili politici e manageriali di questo sfascio, che dovrebbero rispondere delle proprie colpe ai cittadini».



«È una vergogna sotto tutti i profili» ha dichiarato da parte sua l'on. Belcastro. «Qui, in un posto strategico e ad alto rischio, forse "sulla spinta nazionale che invoca sicurezza nei luoghi di lavoro (sic!)" si nega il diritto alla salute e le responsabilità sono a diversi livelli. Perchè questi ospedali sono privi di sanità e le responsabilità sono della classe politica e commissariale che gestisce la cosa pubblica in modo scriteriato».



Il parlamentare del Movimento per le autonomie conclude auspicando «un immediato intervento della magistratura per "scoprire gli altarini"» confermando l'iniziativa, da parte sua, di «coinvolgimento immediato della Commissione parlamentare antimafia anche per vedere dove sono i medici del "Giovanni XXIII", come sono utilizzati e scoprire la pentola piena di soprusi e di menzogne della pratica dell'ospedale unico della Piana».

Da Il Quotidiano del 19.5.09.Bellofiore e Rizzo (Pbc) chiedono chiarimenti all'ASP 5 di Reggio Calabria su blocco ricoveri.


Da Gazzetta del Sud del 18.5.09. Pbc: Ospedale Giovanni XXIII, medici in esilio e reparti cantierizzati da troppi anni

Calabria Ora del 18.5.09. Pbc denuncia insufficienza dei medici


Da Il Quotidiano del 18.5.09.Piana l'allarme di Pbc "Ospedale di Gioia in ostaggio il reparto di chirurgia".



5 maggio 2009

Ospedale, Chirurgia senza medici Pbc riparla di rischio chiusura «Cittadini e lavoratori del porto non possono essere privati di un servizio salvavita


Gioia Tauro Nuovo esposto inviato dai coordinatori di "Per il bene comune" Bellofiore e Rizzo
Da Gazzetta del Sud del 5.5.09 di Vincenzo Toscano
GIOIA TAURO
Un nuovo allarme viene lanciato sull'ospedale "Giovanni XXIII" da parte di Renato Bellofiore e Iacopo Rizzo del Movimento Politico nazionale "Per il Bene Comune", secondo i quali per Chirurgia «la chiusura è dietro l'angolo e i cittadini della Piana e i lavoratori del porto più grande del Mediterraneo, che svolgono quotidianamente lavori a rischio rilevante di incidenti, assolutamente non possono essere privati di un servizio salvavita così importante e nel sito ad essi più vicino e rapidamente raggiungibile».
E in un esposto che è stato inviato a tutti gli organismi competenti, a cominciare dal direttore sanitario dell'Asp 5 Rupeni, prefetto , presidente della giunta regionale, Procure di Palmi e Reggio, chiedono «l'immediato ripristino dell'organico di medici e chirurghi necessario per garantire il servizio di assistenza sanitaria in emergenza urgenza h. 24 nella Piana e nel porto di Gioia Tauro garantito dal reparto di chirurgia e, inoltre, il corretto funzionamento di tutti i reparti del "Giovanni XXIII" ad esso correlati».
«Constatiamo con inquietudine e preoccupazione – scrivono nell'esposto i due coordinatori del Pbc – che nonostante i vertici dell'Asp 5 abbiano dichiarato che l'ospedale di Gioia Tauro va potenziato, la realtà è completamente diversa al punto che attualmente per assenza di chirurghi il reparto, e con esso l'intera struttura ospedaliera, rischia a breve la chiusura. Qualcuno ci dovrebbe spiegare come si concilia un potenziamento con una riduzione drastica dei chirurghi che da 9 o più unità effettive ha portato oggi, dopo la riapertura del 31 marzo, a solo 3 chirurghi costretti a svolgere l'intera attività, con turni doppi e senza possibilità di prendere alcun permesso. Siamo di fronte ad una gestione pericolosissima della sanità perché cosi facendo si costringono i chirurghi a lavorare in condizioni proibitive, con sovraccarichi di lavoro e senza nessun presupposto per poter lavorare in maniera serena. Situazione talmente estrema che potrebbe portare gli stessi medici superstiti del reparto decimato a rifiutarsi di intervenire perché non ci sono i presupposti per erogare il servizio in condizioni idonee. E mentre la richiesta aumenta e tutti gli interventi già programmati per questa settimana rischiano di essere rinviati a data da stabilirsi non si capisce come sia possibile che si trasferiscano chirurghi senza sostituirli, non si rinnovino contratti o che semplicemente non si rinnovino ordini di servizio».
«Forse – aggiungono gli esponenti del Pbc – l'unica vera logica che si coglie in questo indirizzo politico sanitario è quella che prima di ogni altra cosa si vuole continuare a salvaguardare tutti i vari orticelli e non ci si preoccupa minimamente dei rischi a cui si espongono i cittadini» e quindi passano a qualche interrogativo: «Ma è possibile che non ci siano più medici chirurghi? Sono spariti tutti? Ma quelli in organico nell'ospedale di Gioia Tauro e nella Piana sono tutti impiegati dove c'è più necessità? Perché il dubbio che potrebbe venire è che siano impiegati strategicamente per giustificare il mantenimento in vita dei diversi orticelli svolgendo altrove interventi di piccola chirurgia ambulatoriale mentre potrebbero e dovrebbero salvare vite umane. Se così fosse alla prima tragedia dovuta a questo disservizio, sempre più annunciata, gli eventuali responsabili ne dovranno rispondere direttamente perché si potrebbe di fatto configurare un'interruzione di pubblico servizio. Restiamo comunque disorientati e preoccupati perché al contrario delle parole, di fatto le uniche decisioni che vengono assunte sembrano preludere ad un'imminente chiusura del reparto di chirurgia e conseguentemente dell'intero Ospedale di Gioia Tauro. I cittadini della Piana e i lavoratori del porto a fortissimo rischio di incidenti – concludono Bellofiore e Rizzo –, non possono essere privati di un servizio salvavita nel sito ad essi più vicino e rapidamente raggiungibile».
E in una breve dichiarazione a margine dell'esposto, Bellofiore ribadisce che «la sanità commissariale reggina ha riaperto la chirurgia ma, nel contempo, l'ha immediatamente "presa in ostaggio". Perché non ha provveduto a far rientrare, vai a capire perché, il personale medico e non può esplicitare i suoi doveri d'istituto».